COMUNIONE
Storia delle religioni. - La comunione sacra è l'attuazione dell'unione mistica tra l'uomo e gli Esseri superiori, da cui l'uomo stesso sente di dipendere. Essa può essere individuale (privata) o collettiva (pubblica) a seconda che si attui da una persona o da un gruppo, per fini personali o sociali. Questa unione si realizza nel culto mediante riti manuali (gesti varî, processioni, uso di oggetti sacri, rappresentazioni, frequentazione dei luoghi consacrati, sacrifizio di comunione) e mediante riti orali (preghiera, vocale o mentale).
I riti manuali, che costituiscono la parte drammatica o attiva del cerimoniale, variano enormemente a seconda dell'oggetto o dei fini del culto e perciò a seconda dei varî tipi di religione. Questi tipi si possono ridurre a tre: a) preanimistico e animistico; b) nazionale; c) universale. In ciascuno di questi tipi, quando si deve attuare la comunione sacra di tutto un gruppo, è necessario l'intervento di un mediatore, sia esso mago, sacerdote, o profeta, che susciti con la parola o con i gesti i sentimenti della massa, e la disponga alla comunione sacra con l'Essere a cui essa intende dirigersi. La mediazione non è più necessaria quando si tratta di unione mistica personale.
a) Nella fase preanimistica della religione, quando la Forza o Potenza (Numen) - che è presente e agisce nelle cose e da esse può essere tratta a beneficio o a danno del gruppo e degl'individui - non ha ancora avuto un nome e una individuazione, la comunione con essa si attua mediante l'uso di formule, gesti, oggetti di valore magico, il cui segreto è nelle mani dell'esperto del gruppo (mago, stregone, re); e la sua manifestazione vale a dare al gruppo stesso il senso vivo della presenza del nume. Basti ricordare il sacro terrore che produce nelle tribù australiane il ronzio del rombo girato vorticosamente nelle cerimonie iniziatiche (comunione pubblica), e il senso di esser pervasi dalla virtù del mana che infonde nei novizî australiani i quali si preparano alla professione di maghi, il contatto con le pietruzze e le conchiglie in cui quella virtù si ritiene concentrata (comunione privata).
Nella fase animistica il sorgere del concetto di spiriti individuali moltiplica i luoghi, gli oggetti (feticci) in cui gli spiriti risiedono e ne facilita l'uso da parte dei singoli per fini personali. Il sangue di un animale sacrificato è sempre il modo più efficace di attuare la comunione con la divinità: onde avviene assai spesso che dopo il contatto con quel sangue si verifichino i varî fenomeni psichico-religiosi (estasi, profezia, divinazione, glossolalia), che sono per l'appunto le manifestazioni esterne di quella comunione sacra.
Spetta al capo del clan o della tribù di provocare la comunione sacra con gli dei nei momenti in cui è in gioco l'interesse sociale: cerimonie d'iniziazione, sacrifizî agrarî e stagionali, sacrifizî espiatorî in caso di carestia, epidemie, ecc.; il mago o stregone non agisce che per scopi di carattere privato e a colore quasi sempre ostile.
b) Nelle religioni di tipo nazionale, quali sono quelle di tutte le civiltà antiche d'Oriente e d'Occidente, la comunione sacra si realizza per la collettività (città-stato, regno, impero) attraverso la persona del capo, sia esso un monarca o un cittadino ufficialmente preposto al culto. Essa si esplica mediante riti (processioni, offerte, sacrifizî) e mediante formule (preghiere, voti, ecc.), grazie ai quali la divinità - intesa come presente nell'atto dell'invocazione e dell'immolazione - viene implorata affinché elargisca i beni e allontani i mali dalla comunità. Nel seno della famiglia il padre è il mediatore naturale della comunione sacra tra le divinità domestiche e i membri della famiglia.
c) Nelle religioni di tipo universale, cioè supernazionale, sorte in epoca storica e per opera di un fondatore, la comunione sacra, mentre seguita a realizzarsi collettivamente per i bisogni della comunità, approfondisce ed estende di molto il lato individuale perché a religioni di questo tipo i fedeli accedono non per il fatto della politica o della razza, ma per propria elezione. L'unione mistica della comunità con la divinità si svolge attraverso la liturgia: il buddhismo, pur essendo una religione universale, merita tuttavia un luogo a parte perché in esso la comunione sacra non si attua mediante l'unione mistica con un Potere superiore trascendente, ma con il raggiungere uno stato di spirito in cui si sperimenti l'estinzione di ogni volontà di vivere e si abbia la certezza di aver raggiunto il principio assoluto dell'Essere (Nirvana).
In tutti e tre i tipi di religione la liturgia ha un valore sacrale di primo ordine perché riesce ad obiettivare e rendere sensibili davanti alla comunità quegli aspetti del divino, che più la interessano in quel momento.
Nelle religioni di mistero, caratterizzate da un'iniziazione segreta con riti non rivelabili ai profani, la comunione sacra si realizza mediante l'assimilazione al dio fondatore del mistero, e perciò i riti iniziatici o rappresentano la vita del dio a cui l'iniziando deve assimilarsi o ammettono visioni, toccamento di oggetti o ingestione di cibi sacri, attraverso i quali l'iniziando partecipa siffattamente della vita del dio da far tutt'uno con lui: il mista di Dioniso è un Bacco, l'isiaco. è un Osiride. Questa figura divina centrale dei misteri ha quasi sempre l'ufficio di mediatore tra i suoi adepti e la divinità suprema, di guisa che coloro che seguono la sua insegna si assicurano anche la comunione con l'Essere supremo.
Accanto a questa comunione sacra collettiva, le religioni universali, appunto perché hanno superato le barriere di razza, di nazione e di classe sociale, dànno larga parte a quella individuale che può raggiungere un'altezza mistica sublime (v. mistica).
Per la comunione sacramentale, v. eucaristia.
Bibl.: Articolo Communion with Deity, di varî, in Hastings, Encyclopaedia of Religion and Ethics, III, Edimburgo 1910; E.W. Hopkins, Origin and evolution of Religion, New Haven 1924; Chantepie de la Saussaye, Lehrbuch der Religionsgeschichte, 4ª ed. a cura di A. Bertholet e E. Lehmann, I, Tubinga 1924.