COMPUTER ART
. Fenomeno artistico, nato negli Stati Uniti nei primi anni Sessanta, legato alle trasformazioni e innovazioni tecnologiche.
Il dialogo tra scienza e arte è caratteristica dei nostri tempi e l'artista contemporaneo può trovare anche nel computer un nuovo mezzo tecnico per esprimersi. Fra i primi, alcuni artisti in California hanno collaborato con gli scienziati dell'Institute of technology nel campo della ricerca grafica in movimento, ottenuta mediante l'uso del calcolatore elettronico. Altri gruppi di ricerca sono sorti in seguito in Giappone, Gran Bretagna, Germania, Italia, a Vienna, Madrid e Buenos Aires. Due grandi mostre, la Cybernetic Serendipity, tenutasi nel 1968 a Londra, e la Computer art, On the eve of tomorrow, itinerante nel 1969 dalla Germania al Giappone, hanno fatto conoscere al grande pubblico un'arte che prima era rimasta quasi un esperimento privato. I grafici prodotti dal computer sono i mezzi con cui possono essere concretizzate le astrazioni delle idee programmate antecedentemente. Ad ogni formula algebrica corrisponde una diversa forma grafica. L'artista ha quindi la possibilità di ottenere infinite variazioni che possono sollecitare la sua ispirazione in un universo contemplativo totalmente nuovo. Può predisporre programmi che forniscono materiale inesauribile di composizioni grafiche e si trova in continua, stimolante comunicazione con la macchina. L'uso del computer rappresenta una rottura in rapporto alle tradizioni, ma può portare a una nuova apertura nell'arte e a una migliore comprensione dei fenomeni artistici.
Bibl.: M. J. Apter, Cybernetic and art, in Leonardo (1969), n. 3; F. Hammersley, My first experience with computer drawings, ibid., n. 4; J. Benthall, Computer graphic symposium at Brunel, in Studio Int. (1970), n. 923; K. Nash, R. H. Williams, Computer program for artist, in Leonardo (1970), n. 4; H. V. Franke, Computers and visual art, ibid. (1971), n. 4; id., Computer graphics, in Graphis (1973), n. 161; L. Vergine, Arte programmata, in NAC (marzo 1973).