DEFUNTI, Commemorazione dei
Durante la messa la Chiesa ricorda sempre i fedeli defunti. Di tale ricordo quotidiano e di quello nell'anniversario della morte, parla già Tertulliano. Fra i secoli III-VI appare il ricordo nel giorno terzo (talora nel quarto), settimo e trigesimo (talora quadragesimo) dalla morte. Tra i secoli VI-X, specialmente nei monasteri benedettini, s'introdusse un giorno che ricordasse tutti i confratelli e benefattori defunti; tale giorno era diverso nei diversi luoghi: a Fulda, per es., ricorreva ogni mese, in altri luoghi verso la Pentecoste. L'abate di Cluny, S. Odilone, nel 928 fissò per tutti i monasteri della sua congregazione il giorno seguente alla festa di Ognissanti. Quest'uso passò più o meno rapidamente agli altri ordini e al clero secolare, per es. a Liegi e a Besançon nel sec. XI: a Milano nel sec. XII per opera del vescovo Olderico (1120-1125), il quale però fissò la commemorazione al 15 ottobre, donde S. Carlo Borromeo la portò al 2 novembre.
A Roma, ove già da prima sembra che si usasse la commemorazione per tutti i papi e cardinali defunti, appare la festa del 2 novembre nel sec. XIV. Anche le chiese orientali hanno la commemorazione di tutti i defunti, ma in giorno diverso; per es. la chiesa greca nella domenica corrispondente alla nostra Sessagesima. Fino a Pio X l'ufficio dei morti si aggiungeva a quello dell'ottava d'Ognissanti: con la riforma di Pio X fu composto un ufficio speciale. Benedetto XV nel 1915 estese a tutti i sacerdoti la facoltà di celebrare tre messe in detto giorno, facoltà di cui già godevano la Spagna, il Portogallo e l'America Latina.
Bibl.: I. Schuster, Liber Sacramentorum, IX, Torino 1928; F. Cabrol, Le livre de la prière antique, Parigi 1913; K. A. H. Kellner, L'anno ecclesiastico, trad. ital., Roma 1914.