COMANA PONTICA (Κόμανα τα Ποντικά, τά Κόμανα τα έν τω Πόντω)
Antica città-santuario, attraversata dal fiume Iris, oggi Yeşil İrmak. È localizzata da Strabone (XII, 3, 15 e 32) a E della Daximonìtis (oggi regione di Tokat) e a S della Phanàroia (la vallata media del fiume Lỳkos, oggi Tekrit). Per comune consenso se ne riconosce il sito a 10 km a E di Tokat, dove la strada per Niksar (Kàbeira o Diòspolis o Neokaisàreia) attraversa lo Yeşil İrmak. Qui si trova il villaggio di Gümenek che nel nome, secondo alcuni, conserva il ricordo di quello antico.
Non sono mai stati fatti scavi e non risultano rovine evidenti di età anteriore alla bizantina, nonostante la fama e la vastità della città-santuario, di cui parla largamente Strabone (XII, 3, 32-36) e che risultano da varie monete (alcune con l'immagine del tempio e del simulacro della dea) di età ellenistica e romana. Ivi fu portato il culto della dea Ma dall'altra Comana, quella di Cappadocia (Strab., XII, 3, 32). Il santuario pontico sembra infatti la copia conforme dell'altro: un sacerdote di stirpe reale, secondo solo al re, che governa 6.000 hieròdouloi, maschi e femmine (parte di quest'ultime votate alla prostituzione sacra), un cospicuo patrimonio terriero, valutabile al tempo di Strabone in 6 scheni quadrati, vale a dire 180 stadi, cioè oltre 33 km2 (sull'attendibilità di queste cifre v. però F. Lasserre, Strabon, Géographie, Parigi 1981, p. 165).
Il santuario pontico dovette godere della simpatia dei re del Ponto prima e dei Romani poi. Strabone (XII, 3, 36) paragona la città a Corinto per il lusso, le feste, i mercati oltre che per il numero delle prostitute, sacre e private. È infatti da notare che C. si trova in una regione assai fertile, ricca di minerali (rame, argento, soprattutto ferro), e all'incrocio delle due grandi vie di traffico dall'Ellesponto alla Persia e dalla Mesopotamia al Mar Nero. La stessa famiglia di Strabone, come racconta egli stesso nel passo citato, era ad alto livello implicata nelle vicende del santuario e nelle contese al tempo delle guerre mitridatiche. Dione Cassio inoltre (XXXVI, 10) ci informa che nel 68 a.C. Mitridate, che si era ritirato in forze a C., fu qui sconfitto da Triario, proprio presso il ponte. Lo storico però poco più avanti (XXXVI, 11) sembra confondere la C. Pontica con la Comana di Cappadocia, ma va osservato che a quell'epoca il distretto della Cappadocia comprendeva anche parte del Ponto, e quindi, come lo stesso storico aggiunge, due Comana erano nella medesima Cappadocia. Il che deve indurre alla prudenza nell'interpretare, forse, anche altre fonti.
Presso il villaggio di Gümenek si trova un monticolo (höyük), in realtà solo in parte di natura artificiale; in esso emergono evidenti rovine di un castello bizantino. Nel villaggio si vedono riutilizzati alcuni elementi architettonici classici; altri, reimpiegati nei monumenti islamici di Tokat, è probabile provengano da Comana.
Il sito è stato oggetto di leggende sia cristiane, riguardanti S. Gregorio Taumaturgo e S. Giovanni Crisostomo, sia musulmane, riguardanti 'Alī.
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Monete: W. H. Waddington, E. Babelon, Th. Reinach, Recueil général des monnaies grecques d'Asie Mineure, I, Parigi 1904-1912, pp. 78-81, tavv. XI, 24-25, XII, 1-8 (rist. anastatica Bologna 1984); SNG, Sammlung von Aulock. Pontus, Westmilsord (N.J.) 1987, nn. 123-127, 6772-6774.