Colonna
Famiglia romana. Il suo capostipite è Pietro, figlio del conte di Tuscolo Gregorio II ed erede della parte di signoria comprendente Monteporzio e il castello di Colonna. Fin dal principio del sec. 12° Pietro, avversario e poi alleato di papa Onorio II, aveva assunto l’appellativo de Columna. A metà del sec. 13° i possedimenti dei C. erano, in Roma, il mausoleo d’Augusto e Monte Citorio; fuori Roma, Palestrina, Zagarolo, Colonna, Capranica e altri centri minori. Giovanni fu il primo cardinale della famiglia, nominato nel 1193 da Celestino III, protettore dell’ordine francescano, e più volte legato papale. Parve tramontare la fortuna dei C. con l’altro cardinale Giovanni, passato al partito ghibellino, sconfitto e preso prigioniero dagli Orsini. Ma si risollevò quando Niccolò III Orsini si valse dei C. per abbattere gli Annibaldi, avversari della sua famiglia, e creò cardinale nel 1278 Giacomo; anche il nipote di questo Pietro, figlio del senatore Giovanni, nel 1288 ottenne la porpora. Famosa è la lotta sostenuta contro Bonifacio VIII dai due cardinali, che ottenne loro dalla Francia larghi favori e benefici. A Roma, con Stefano, i C., ora in lotta ora in alleanza con gli Orsini, ebbero posizione preminente, come dimostra la strage di essi compiuta dal tribuno Cola di Rienzo a porta S. Lorenzo. Nuovo splendore venne poi alla famiglia dall’elezione di Oddone C. a pontefice, nel 1417, col nome di Martino V. Questi fu generoso di feudi ai parenti, ottenendone anche per i fratelli Giordano e Lorenzo dalla regina Giovanna di Napoli, nell’Italia meridionale. Ma alla morte di lui, il successore Eugenio IV richiese la restituzione di ogni cosa spettante alla Santa Sede: e la reazione dei C. si placò in accordo precario. Dopo aver sostenuto fiere lotte, per decenni, in rivalità con gli Orsini e i pontefici, solo con Marcantonio i C. poterono ottenere la piena reintegrazione dei loro diritti (1561-62) pur dovendo poi cedere, per gli impegni contratti nelle vicende della lotta, alcuni domini, come Colonna ai Ludovisi (1622) e Palestrina ai Barberini (1630). Dal pontificato di Pio IV, i C. si mantennero però fedeli alla Santa Sede, ottenendone riconoscimento e il titolo di principi assistenti al soglio. Nello stesso tempo servirono la Spagna nelle armi e nelle cariche civili: e con Marcantonio II divenne ereditaria nel ramo di Paliano la dignità di gran connestabile del regno di Napoli. Si imparentarono con i Savoia Carignano, per le nozze di Filippo III con Cristina di Savoia (1780), e con questi cessò per rinuncia la giurisdizione feudale sui loro domini (1816). Dopo l’unificazione dell’Italia, i C. coprirono più volte cariche elevate: senatori del regno furono Fabrizio (1889) e Prospero (1900), quest’ultimo fu anche sindaco di Roma (1899-1904 e 1914-19).