Nome comune di varie specie di Uccelli appartenenti all’ordine Colombiformi (Columbiformes), nel linguaggio corrente detti anche piccioni. I Colombiformi hanno dimensioni medie, con becco breve e sottile, piede a quattro dita di cui il posteriore è allo stesso livello degli altri, unghie forti e brevi, inadatte a scavare, remiganti primarie robuste e più lunghe delle secondarie, che rendono i colombi buoni volatori. Anatomicamente assomigliano ai Galliformi. Prevalentemente granivori e frugivori, mangiano anche vermi e insetti. Sono monogami, il maschio nel corteggiare la femmina fa la ruota e tuba, emette cioè piccole, caratteristiche grida. Maschio e femmina, alternativamente, covano le uova. I piccoli nascono inetti e sono alimentati dai genitori con il prodotto dell’ingluvie, una poltiglia caseosa (cosiddetto latte del gozzo) che viene riversata nel loro esofago.
I Colombiformi si dividono in tre famiglie: i Rafidi, estinti (➔ dodo), gli Pteroclidi e i Columbidi. La famiglia Columbidi si divide in due sottofamiglie. La sottofamiglia Treroninae comprende colombi vivacemente colorati, delle regioni tropicali di Africa, Asia e Oceania. La sottofamiglia Columbinae comprende, fra le altre, le specie nostrane di tortore e colombi. Al genere Columba (72 specie) appartengono il colombaccio, la colombella e il colombo torraiolo. Il colombaccio (Columba palumbus; fig. 1) ha coda lunga, tarsi brevi, interamente grigio, con sfumature di color ardesia nelle parti inferiori, e una larga striscia oscura sul margine esterno dell’ala. Si riproduce nell’Europa settentrionale; in Italia nidifica accidentalmente e di preferenza nei boschi dell’Appennino. Passa a stormi numerosi durante l’inverno, e ripassa a primavera specialmente nell’Italia centrale. La colombella (Columba oenas; fig. 2), è simile al colombaccio, da cui differisce per la colorazione più grigia e uniforme, i lati del collo sono verdastri e iridescenti, le secondarie e le umerali portano una striscia nerastra, incompleta. Il colombo torraiolo (Columba livia; fig. 3) abita l’Europa, l’Asia, l’Africa occidentale e settentrionale e le coste del Mar Rosso. È cenerino, con due verghe nere sulle copritrici e le remiganti secondarie, a collo cangiante per riflessi verdi e rosso violacei. Esistono parecchie razze locali. Vive e nidifica in società sulle rupi, ma anche nei buchi di vecchi edifici (donde il nome). Questa specie va considerata come la progenitrice di tutte le razze domestiche di colombi.
Sembra che la domesticazione dei colombi abbia avuto inizio, in epoca imprecisabile, nell’Asia occidentale, donde si sarebbe diffusa ovunque. Le razze di colombi domestici, oggi innumerevoli, sono raggruppate in omeomorfe ed eteromorfe. La sezione degli omeomorfi comprende razze che non differiscono essenzialmente da Columba livia: viene distinta nelle sottosezioni dei colombi casalinghi, con il fattore e il romagnolo, dei colombi campagnoli, con i sassatili e i biancopinti, e dei colombi canori, con razze come il tamburo e il trombettiere. La sezione degli eteromorfi comprende le razze con caratteri che non esistono in alcuna specie di colombo selvatico, come i pavoncelli, con timoniere aumentate di numero e sprovvisti di ghiandola dell’uropigio, i gozzuti, il cui gozzo può riempirsi d’aria, i maltesi e i triganini, con becco lungo, robusto e talvolta ricurvo, i brevirostri con becco corto e testa brachicefala.
I colombi si allevano per la produzione di carne, o allo scopo di ottenere colombi viaggiatori e di alto volo, o razze di bell’aspetto. Colombi da carne tipici sono quelli che raggiungono peso notevole; si allevano in cassette-nido collocate in luoghi riparati. Le razze da amatori, più esigenti, si allevano nella colombaia, una costruzione destinata specificamente all’allevamento dei colombi, costituita da un complesso di piccoli vani, ciascuno dei quali può contenere un nido, ricavati sia nello spessore dei muri, come avviene in molte vecchie costruzioni rurali, sia in appositi impianti, che in passato presero spesso l’aspetto di torri isolate o rialzate sulle coperture di un edificio maggiore. La colombaia moderna è un ambiente possibilmente esposto a levante, asciutto e aerato, inaccessibile ai roditori e dotato di un accesso a trappola per i colombi. I nidi (cassette o comparti di scaffalature) sono realizzati in modo da consentire il costante controllo della vita di ogni coppia e il loro eventuale isolamento.
I colombi viaggiatori furono usati fin da tempi remoti per trasmettere messaggi mettendo a profitto la capacità che i colombi hanno di orientarsi e di ritrovare il nido anche se portati a grandi distanze. Oggi nell’allevamento e nelle gare di volo si usa in pratica una sola razza, la belga, simile al torraiolo, ma più grossa e forte. Il dispaccio da trasmettere, scritto su carta leggerissima, viene inserito in un calamo di penna o in un tubetto di celluloide, che si lega a una delle timoniere. I colombi viaggiatori hanno una velocità massima di 110 km all’ora e una media di 30-40, volano fra i 100 e 150 m di altezza e per distanze non superiori ai 1000 km, a meno che non siano appositamente addestrati.