collasso
Afflosciamento, svuotamento di un organo o sua parte. C. diastolico delle vene del collo: sintomo per lo più di sinfisi pericardica e di vizi cardiaci tricuspidali scompensati. C. polmonare, osservato nello pneumotorace spontaneo o provocato da collassoterapia. C. cardiocircolatorio (o, più sempl., c.), sindrome d’insufficienza cardiocircolatoria acuta, caratterizzata da forte diminuzione della pressione arteriosa per decremento della portata cardiaca.
Il c. si manifesta con pallore, indebolimento del polso, perdita oppure obnubilamento della coscienza, raffreddamento delle estremità, ecc. Nel c., sindrome affine ma non identificabile automaticamente con lo shock, la circolazione sanguigna è compromessa dallo sfiancamento dei piccoli vasi, che comporta un ristagno del sangue in essi (specialmente nella vasta rete vascolare addominale) e, di conseguenza, una relativa vacuità delle arterie e del cuore.
Cause di c. possono essere: i gravi stati tossici e infettivi (in cui le tossine circolanti danneggiano direttamente le pareti dei piccoli vasi, oppure le ghiandole surrenali, che partecipano alla regolazione del tono vasale), le gravi e rapide emorragie (c. emorragico), i riflessi vasodilatatori che possono derivare da stimoli abnormi applicati prolungatamente su organi toracici o addominali (c. riflesso), gravi anomalie dell’attività del cuore (c. cardiaco), ecc. Il trattamento del c. deve mirare soprattutto a ristabilire rapidamente il tono dei vasi, con iniezioni di simpaticomimetici o, in certi casi, di analettici ed eventualmente cortisonici, oppure, nei casi provocati da fatti emorragici, a ripristinare la massa circolante (attraverso trasfusioni di sangue intero, plasma, sostituti del plasma e sieroalbumine).