COLESTEROLO (v. colesterina, X, p. 727)
Del c. è stata precisata, come segue, la formula di struttura
che permette di definirlo come l'alcole monovalente insaturo Δ5-colestene - 3β - olo derivante dall'idrocarburo policiclico colestano. Negli ultimi anni, grazie alla tecnica degli isotopi, sono stati individuati alcuni aspetti dei processi della biosintesi e molte fasi del suo metabolismo.
Infatti, per quanto concerne la sua biosintesi, l'uso degli isotopi ha permesso di stabilire che, somministrando a topi o a ratti acetato di sodio contenente deuterio, si forma deuteriocolesterolo. L'isotopo compare sia nel nucleo che nella catena laterale. In esperimenti in vitro con sezioni di fegato e acido acetico marcato C14H3.C13OOH si isola dal tessuto colesterolo marcato con C14 e C13. Il rapporto isotopico C14:C13, corrispondente al rapporto metile: carbossile, indica che 15 degli atomi di carbonio dello sterolo derivano dal metile dell'acetato e 12 dal carbossile. L'origine di tutti i 27 atomi di carbonio del c. nella sintesi da acetato è ormai nota. La sequenza delle reazioni di sintesi non è stata completamente chiarita. Sembra accertato, da indagini con isotopi, che dall'acetil-coenzima A si arrivi attraverso varî passaggi alla formazione del composto isoprenico β β-dimetil-acril-coenzima A; quindi per condensazione di tre derivati isoprenici deriva probabilmente un composto a 15 atomi di carbonio, forse l'acido farnesinico
e da due molecole di questo lo squalene, triterpene a 30 atomi di carbonio, o un composto ancora ignoto (X) in equilibrio con questo. Il processo seguirebbe lo schema seguente:
Anche la trasformazione dello squalene nell'alcole policiclico colesterolonon è nota con sicurezza, così come rimane ancora incerta la sequenza dei precursori sterolici del colesterolo.
Il processo di sintesi si svolge particolarmente nel fegato, ma è stato dimostrato anche nel polmone, nella ghiandola surrenale, nel testicolo, nell'ovaia, nell'intestino tenue, nella cute, nell'aorta, negli eritrociti. Assai intensa nel cervello di giovani animali in accrescimento, non pare avvenire nel cervello degli organismi adulti. Nel ratto è ridotta dal digiuno. Essa ha luogo in seguito alla concessione sia di soli lipidi, che di soli glicidi. Una dieta ricca di lipidi ne aumenta l'intensità. Un rapporto tra introduzione di c. e colesterologenesi non è stato dimostrato.
Il catabolismo del c. non procede in modo apprezzabile attraverso la scissione e la degradazione del nucleo steroideo, ma piuttosto attraverso trasformazioni della catena laterale isottilica. Come per la sintesi, così per i processi di demolizione il fegato risulta particolarmente importante. Fra i prodotti del catabolismo del c. quantitativamente più abbondanti, sono compresi gli acidi biliari. Iniettando endovena deuteriocolesterolo in cani o in ratti, l'acido colico isolato dall'urina mostra la stessa concentrazione dell'isotopo del c. del sangue e della bile. Almeno il 60% del composto è trasformato in acido colico. La conversione inversa, cioè formazione di c. da acido colico, non avviene. La degradazione del c. ad acidi biliari è regolata dall'ormone tiroideo. Gli acidi biliari sono normalmente eliminati dall'organismo con le feci.
Dal c., mediante modificazioni ancora sconosciute della catena isottilica laterale e la scissione di questa in corrispondenza dell'atomo di carbonio 20, si forma uno steroide a 21 atomi di carbonio, il pregnenolone, precursore del progesterone, degli ormoni corticosurrenalici, degli androgeni e degli estrogeni.
Nella mucosa intestinale, nella cute e in altri tessuti, c. è deidrogenato a 7-deidrocolesterolo, o provitamina D3.
Per il ruolo del c. nella patogenesi dell'aterosclerosi, v. arteriosclerosi, in questa Appendice.
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