COCCINIGLIE (fr. cochenilles; sp. cochinillas; ted. Schildläuse; ingl. scale-insects e mealybugs; lat. scient. Coccidae)
Famiglia d'Insetti Emitteri, del sottordine degli Omotteri e della serie degli Sternorrinchi, comprendente forme che si distinguono da quelle delle altre famiglie della serie (Psillidi, Aleirodidi e Afidi) per le antenne di 10 articoli nei maschi e di 1-11 nelle femmine, per le parti boccali atrofizzate nei maschi e non nelle femmine, per le ali presenti in numero di due nella generalità dei maschi e assenti nelle femmine (che sono inoltre pupiformi e spesso apode) e per i tarsi uniarticolati (eccezionalmente i tarsi anteriori hanno due articoli), con una sola unghia. Le Cocciniglie sono insetti notevoli per le anomalie della loro costituzione. Le femmine conservano un aspetto ninfale per tutta la vita e sono invariabilmente attere. Il loro corpo non presenta sempre chiaiamente distinte le parti in cui è diviso; gli occhi possono esistere o no, ma non sono mai bene sviluppati e spesso appaiono rudimentali; le antenne, composte di un numero vario di articoli (mai però superiore a 11), si mostrano talora atrofiche; il rostro è raramente trimero, più spesso dimero o monomero; le zampe, alle volte presenti e attive, sono talora presenti ma non funzionanti, oppure assenti; l'addome offre l'estremità posteriore variamente conformata a seconda dei gruppi. I maschi hanno il corpo normalmente costituito, il capo ben distinto dal torace, le antenne moniliformi e generalmente con 10 articoli; occhi composti od ommatidî separati e situati in numero vario al dorso e al ventre (talora sono presenti gli uni e gli altri). Le appendici boccali mancano; il torace è di solito provvisto di un solo paio di ali (le anteriori) a venature molto ridotte e, in alcuni generi, di un paio di bilanceri metatoracici. Varie specie dei generi Ripersia Sign., Micrococcus Leon., Ceroputo Sulc., ecc. hanno maschi atteri; nella Chionaspis salicis L. si conoscono maschi alati e atteri; nell'Aclerda Berlesei Buff. maschi macrotteri (normali) e microtteri; nella Tachardia lacca Kerr. la prima generazione ha maschi atteri e alati, la seconda maschi atteri. Le zampe sono bene sviluppate; l'addome è fornito al suo estremo distale d'un processo appuntito, sorta di guaina che contiene l'organo copulatore, e spesso di due, quattro o più lunghi processi filiformi.
Le Cocciniglie o Coccidî hanno, in grande maggioranza, la proprietà di secernere, da ghiandole diffuse più o meno variamente nel corpo, delle sostanze speciali che li rivestono poi in diversi modi: in molti casi si tratta di cera pulverulenta o emessa in fili esilissimi reciprocamente ingrovigliati; in altri la cera segregata si modella in placche o in scudi; in altri ancora la sostanza è una lacca; finalmente parecchie specie induriscono semplicemente il dermascheletro o si fabbricano dei follicoli speciali con materia sericea e con le spoglie larvali. Tutti questi rivestimenti fanno sì che le femmine adulte acquistino un aspetto particolare, il quale spesso maschera, per i profani, la loro natura di Insetti. Le Cocciniglie sono generalmente ovipare e possono deporre un numero vario di uova, da poche decine (la Parlatoria zizyphi Luc. ne emette poco più di una dozzina) ad alcune migliaia (qualche Lecaniino ne depone 3000-5000, la Walkeriana petinax Newst. circa 6000); ma non mancano quelle vivipare e ovovivipare. Le uova vengono affidate alla pianta ospite e protette in diverse maniere: da follicoli, da lamine cerose, da ovisacchi, dal corpo della madre, ecc. In varie specie i maschi non si conoscono o appaiono raramente e la riproduzione avviene per partenogenesi. I giovani di ambedue i sessi sono ovalari, più o meno allungati, depressi, esapodi (nel Margarodes mediterraneus Silv. la prima larva è bipede e l'ultima apoda), mobili, attivi; quelli dei maschi si distinguono con difficoltà da quelli delle femmine, e una volta maturi si trasformano in prepupa e poi in pupa, da cui uscirà l'immagine alata. Nelle specie che ne sono provviste, i follicoli o gli altri invogli ricoprenti la pupa maschile sono diversi un po', o sensibilmente, o molto dai rispettivi rivestmenti delle femmine.
Le Cocciniglie attaccano ogni sorta di piante: Briofite, Pteridofite, Gimnosperme e Angiospeme; alcune sono strettamente monofaghe, altre vivono a spese di varie piante del medesimo genere, altre ancora sono polifaghe nel senso più ampio della parola. Ne esistono di quelle che possono fissarsi su tutte le parti di un vegetale, sui tronchi, sui rami, sugli steli, sulle foglie, sui fiori, sui frutti, ecc. (forme eurimere), e di quelle che si fissano sempre su un organo solo o anche su una sola parte di un organo (forme stenomere). Nella grandissima generalità dei casi esse frequentano le parti epigee delle piante ospiti, ma alcune specie dei generi Ripersia Sign., Rhizoecus Künck., Micrococcus Leon., Margarodes Guild., ecc. si trovano sulle radici o (Aclerda Berlesei Buffa) sui rizomi, ovvero (Phenacoccus formicarium Leon., Micrococcus Silvestrii Leon., ecc.) nei nidi delle Formiche. Fuorché nei pochi casi nei quali producono sostanze di valore commerciale o altrimenti utilizzabili (lacca, cera, principî coloranti, manna, ecc.), risultano dannose e spesso veramente esiziali a molti vegetali preziosi. Parecchie Cocciniglie trasportate insieme con le piante ospiti da regione a regione, si sono diffuse ovunque recando danni enormi, valutabili a centinaia di milioni. Come nemici naturali le Cocciniglie hanno numerosi Insetti di famiglie diverse: predatori degli ordini dei Coleotteri (principalmente Coccinellidi), dei Neurotteri e anche dei Lepidotteri; parassiti endofagi ed ectofagi fra gli Imenotteri e i Ditteri. Artificialmente si eombattono con insetticidi di contatto (emulsioni saponose di petrolio o di tabacco, polisolfuri di calcio, miscele di piretro, ecc.) o con insetticidi gassosi (fumigazioni di acido cianidrico).
Le specie italiane si possono raggruppare, col Leonardi, in 9 sottofamiglie: Asterolecaniini, Pseudococcini, Dactilopiini, Diaspini, Hemicoccini, Lecaniini, Margarodini, Monoflebini e Orteziini. Per le più importanti vedi le voci relative.
Sostanza colorante. - Le femmine del coccus cacti che vive nel Messico, ecc. su varie specie di Nopali (Opuntiae), sono raccolte prima che depongano le uova, quando sono più ricche di sostanza colorante. Un kg. di cocciniglia secca è costituito da circa 140 mila insetti. Si facevano una volta estese coltivazioni di Nopali (Nopalerie) per raccogliere molte cocciniglie. La cocciniglia era usata come sostanza colorante per la lana e per la seta dagl'indigeni del Messico anche prima della scoperta dell'America, ma oggi è stata quasi completamente sostituita dalle sostanze coloranti azoiche, meno costose.
Oltre alla sostanza colorante (chiamata acido carminico) la cocciniglia contiene una cera (coccerina), sostanze proteiche e piccole quantità di sostanze minerali. L'acido carminico è stato molto studiato dai chimici del secolo passato. Secondo recenti ricerche (Dimroth) è un derivato dell'antrachinone della formula C13H22O22 la cui costituzione è la seguente:
La sostanza colorante della cocciniglia non si fissa direttamente sulle fibre, ma è una sostanza colorante per mordenti. I toni più belli, violetti e scarlatti, si ottengono su mordenti di stagno e di alluminio. Sono in commercio varî preparati di cocciniglia, quali il Carminio di cocciniglia e la Lacca di cocciniglia (costituiti essenzialmente da una lacca di alluminio dell'acido carminico), l'Estratto di cocciniglia o Cocciniglia ammoniacale, ecc. Vengono usati specialmente per colori ad acquarello, per preparati microscopici, per colorare dolci e liquori, ecc.
Chermes, Alchermes. - Falsa cocciniglia. - È costituito dal corpo essiccato delle femmine di una cocciniglia, il Coccus ilicis Fabr., che vive su d'una specie di quercia (Quercus coccifera) comune specialmente nella Francia e nell'Italia meridionale, in Spagna e in Algeria.
Le femmine, dopo la fecondazione, depongono da 1800 a 2600 uova, piene di sugo rosso, che rimangono aderenti all'animale; poco prima che gl'insetti muoiano, vengono raccolti, spruzzati con aceto ed essiccati. Essi rappresentano in questo stato e cioè quali granelli rosso bruni, il chermes del commercio, ora caduto in disuso perché sostituito dalla cocciniglia, che ha un potere colorante 12 volte più forte, e da numerosi coloranti artificiali. Il chermes era già conosciuto dagli antichi, si usava spesso per dare un fondo rosso alle stoffe, che venivano poi sopratinte con vera porpora e serviva anche, con l'indaco, per fare le tinte di falsa porpora, senza usare le conchiglie, specialmente allorché, conservatosi l'uso delle tinte porpora per i paramenti religiosi, si erano perduti i metodi di tintura con le conchiglie di Murex. Oggi è in disuso e serve solo per colorare liquori alchermes e talvolta dolci, in Oriente. Con mordenti di allume e di stagno si ottengono dei cremisi e dei rossi meno vivaci di quelli che si hanno dalla cocciniglia, ma più solidi. Il chermes contiene, come principio colorante, l'acido chermessico, ritenuto da taluni identico a quello della cocciniglia.