cloropromazina
Farmaco antipsicotico, sedativo e antiemetico, appartenente alla classe delle fenotiazine, sintetizzato attorno al 1950 come farmaco in grado di stabilizzare l’anestesia generale e il sistema nervoso autonomo. Negli stessi anni si iniziò a usarlo per curare i disturbi mentali, sia nell’agitazione psicomotoria, sia negli stati maniacali e nella schizofrenia. Fra gli antipsicotici la c. possiede maggior effetto sedativo, spec. all’inizio del trattamento; tipicamente si sviluppa tolleranza a tale effetto e prevalgono in seguito quelli su tutte le attività dopamminergiche, sulle allucinazioni e il pensiero disorganizzato. Le reazioni extrapiramidali e l’ipotensione sono frequenti effetti collaterali; come altri antipsicotici fenotiazinici, la c. può abbassare la soglia epilettogena e scatenare scariche all’EEG simili a quelle dell’epilessia.