CLOROFORMIO
. Triclorometano, CHCl3. Scoperto nel 1831 dal Soubeiran, fu introdotto in terapia nel 1847 dal Simpson. Si forma per azione del cloro sul metano, insieme con altri prodotti di sostituzione clorurati. Comunemente si prepara per azione clorurante e ossidante sull'alcool etilico o sull'acetone, o per decomposizione del cloralio o del cloralio idrato con idrato alcalino.
In pratica si fa una poltiglia di cloruro di calce e acqua, vi si aggiunge l'alcool o l'acetone, e si riscalda: distilla il cloroformio. Il prodotto grezzo viene lavato con acqua, agitato più volte con acido solforico concentrato fino a che questo con imbrunisce più; si lava con soluzione diluita di carbonato sodico, si agita con cloruro di calcio secco e si rettifica. Il cloralio idrato puro fornisce direttamente cloroformio puro; agitato con soluzione di soda caustica al 15%, lascia separare cloroformio che viene raccolto e distillato.
Per la depurazione del cloroformio è in uso anche il processo Pictet che si fonda sulla cristallizzazione del cloroformio a bassa temperatura. Si raffredda il prodotto da depurare a −70° o −80°, in modo che solidifichi in cristalli: questi vengono separati dalla parte liquida, nella quale rimangono le impurità. Il processo Anschütz invece si fonda sulla decomposizione della combinazione cristallina che il cloroformio dà con la tetrasalicilide.
Il cloroformio è un liquido incoloro, volatile, di odore e sapore dolciastro particolare. Bolle a 62°, e ha un peso specifico 1,502. Allo stato puro è poco stabile, decomponendosi per azione dell'aria e della luce con formazione di cloro, acido cloridrico, ossicloruro di carbonio, ecc. Per impedire quanto più è possibile questa decomposizione, si aggiunge 0,5-1% di alcool. Il cloroformio del commercio ha perciò sempre un peso specifico alquanto più basso, cioè 1,485-1,489. Il cloroformio è poco solubile in acqua (1 : 200); è miscibile in tutti i rapporti con alcool assoluto, etere, solfuro di carbonio, grassi e olii essenziali. È un ottimo solvente per iodio, solfo, fosforo, paraffina, grassi, resine, alcaloidi. Si riconosce dall'odore, dall'azione riducente sul liquido di Fehling a caldo, e perché, riscaldato con anilina e soluzione alcoolica d'idrato potassico, svolge odore disgustoso di fenilcarbilammina (reazione di Hofmann). Si usa nell'industria per le sue proprietà solventi.
Farmacologia. - Tra gli anestetici che s'usano per inalazione, il cloroformio occupa indubbiamente il primo posto. Nelle soluzioni albuminoidee esso produce una coagulazione dovuta specialmente alle globuline (Krüger, 1901); dal latte precipita la caseina; dal sangue precipita quasi quantitativamente l'ossi- e la metaemoglobina (Formanek 1900 e Salkowski) e viene assorbito dai liquidi sospesi in acqua (Calagareanu, 1910). Ha azione nociva sui fermenti: la diastasi, l'emulsina, la ptialina vengono dal cloroformio rapidamente inattivate, però per concentrazioni piuttosto elevate, perché a piccole concentrazioni il cloroformio attiva, invece, i processi fermentativi, tanto è vero che l'acqua cloroformizzata è usata per estrarre e isolare i fermenti dai tessuti. Ha azione antisettica, ma debole, i vapori di cloroformio uccidono i bacilli del tifo e il vibrione del colera in 10 minuti, quello della difterite in 20, ma le spore del carbonchio resistono per mesi. Come tutti gli anestetici, il cloroformio manifesta la sua azione anche sui vegetali; la Mimosa pudica perde, per opera di questa sostanza, prima la sensibilità e poi la mobilità (Bernard, Bert). Per le modificazioni che il cloroformio apporta alle sostanze albuminoidi esso è dotato di energica azione locale: irrita la mucosa e anche la pelle, che s'arrossa e diviene dolente. Come revulsivo cutaneo il cloroformio è usato in forma di pomate, di lenimenti antinevralgici, o da solo, o associato alla canfora, alla Cannabis indica, al Capsicum annuum e analoghi preparati.
Somministrato per bocca irrita la mucosa gastrica: tuttavia a dosi molto piccole può essere adoperato come carminativo e anodino. Tanto dal tubo gastro-enterico come attraverso la pelle e le mucose il cloroformio viene assorbito, entra rapidamente in circolo e va a localizzarsi, specialmente nei tessuti ricchi di lipoidi.
P. Bert ha dimostrato che entra tanto cloroformio dall'aria nel sangue finché la tensione dei vapori di cloroformio nel sangue stesso equilibri la tensione dei vapori di cloroformio nell'aria ambiente (legge di Bert). Che anche l'eliminazione sia un processo fisico analogo all'evaporazione dalle soluzioni acquose è stato dimostrato sottoponendo gli animali cloroformizzati alla depressione atmosferica (Benedicenti): in questo caso l'estrazione del cloroformio dal sangue avviene con maggiore rapidità. La presenza del cloroformio nel sangue v'induce notevoli modificazioni sia per quanto riguarda la rapidità di coagulazione, sia per la viscosità e il contenuto in zucchero e colesterina.
Durante l'anestesia, si osserva un'alterazione dei fenomeni del ricambio materiale: l'escrezione dell'azoto totale è aumentata e specialmente quella dell'ammoniaca, allantoina, amminoacidi e creatinina. Spesso si verifica glicosuria e acetonemia. Il cloroformio scompare dall'organismo con relativa lentezza: sette ore dopo cessata la narcosi se ne possono ancora ritrovare tracce nel sangue. L'eliminazione avviene per la massima parte con l'aria espirata. Piccole quantità si decompongono e s'eliminano con le urine sotto forma di cloruri alcalini.
La nostra farmacopea (1929) registra il cloroformio officinale (chloroformium) al quale, per evitarne la decomposizione, si aggiunge il 0,5-1% di alcool; e il cloroformio per anestesia (chloroformium pro narcosi) il quale, oltre ai saggi di purezza del cloroformio, trattato con acido solforico concentrato, deve rimanere incoloro per 24 ore. L'aqua chloroformii (una parte di acqua e 200 di c.) è adoperata per uso interno come sedativo; la traumaticina (traumaticinum) è una soluzione di guttaperca (g. 1) in cloroformio (g. 9) e ha applicazioni simili a quelle del collodio. Il cloroformio si prescrive come calmante e revulsivo locale in molte affezioni dolorose, associato con mentolo, morfina, atropina, olio di giusquiamo, belladonna, ecc.; associato a laudano, olio di garofani, ecc., entra in numerose misture odontalgiche. Oltre che per l'anestesia, il cloroformio giova nel tetano, nella rabbia, nell'eclampsia, nello stato epilettico, nel delirium tremens, nell'osteomalacia.