CLODIO Albino (Decimus Clodius Albinus; come imp.: Imp. Caes. D. Clodius Septimius Albinus Aug.)
Imperatore eletto dalle legioni di Britannia e di Gallia contro Settimio Severo. Era nato di ricca famiglia a Hadrumetum in Numidia, il 25 novembre, non sappiamo di che anno. Iniziò sotto Marco Aurelio il suo servizio militare, fu comandante di coorti e di ale ausiliarie, poi, saltando per dispensa dell'imperatore il grado di questore, fu edile, pretore e comandante di due legioni di Mesia successivamente: la IV Flavia e la I Italica. Governatore della Bitinia durante la ribellione di Avidio Cassio nel 178, si tenne fedele a Marco Aurelio, e forse in premio ebbe l'anno seguente il consolato. Sotto Commodo ebbe di nuovo comandi militari in Dacia e in Germania, e si distinse molto combattendo tribù indipendenti di quelle regioni. Ebbe quindi il governo della Britannia, e pare l'offerta da Commodo della dignità di Cesare, che egli avrebbe rifiutato. Alla morte dell'imperatore Pertinace (193) i pretoriani gridarono imperatore Didio Giuliano, ma l'elezione era stata il risultato di tanto patente venalità, che gran parte dell'esercito non riconobbe il nuovo imperatore. E le legioni di Pannonia elessero imperatore Settimio Severo, quelle di Siria Pescennio Nigro, quelle di Britannia Clodio Albino. Le tre proclamazioni sarebbero avvenute secondo la Historia Augusta "uno eodemque prope tempore post Pertinacem" (Vita Albini, 1), notizia alla quale non può dirsi siano del tutto contraddicenti né il fatto che nel 194 sono consoli insieme Severo e C., né il passo della vita di Severo, che dopo la disfatta di Pescennio Nigro sia stata annunciata a Roma l'altra insurrezione di C. (Vita Severi, 10). Severo non volle combattere contemporaneamente i due competitori, e sembra abbia fatto al suo corregionario C. proposte di accordo e di riconoscimento della dignità di Cesare. Ma vinto Pescennio Nigro volle Severo finirla anche col pretendente del settentrione, e condotte le sue truppe a marce forzate dall'Oriente sul Reno, prese contatto col rivale che era dalla Britannia disceso in Gallia. Una grossa battaglia impegnatasi presso Lugdunum fu per il personale, audace intervento di Settimio Severo non senza difficoltà vinta da quest'ultimo il 19 febbraio 197. C. si uccise di propria mano o fu ucciso da uno schiavo; la salma cadde nelle mani del vincitore che inviò a Roma la testa troncata. Il ritratto di C. si ha nelle monete; dubbia assai è l'attribuzione di alcune teste e busti.
Bibl.: Oltre le storie imperiali, vedi De Ceuleneer, Essai sur la vie et le règne de Septime Sévère, Parigi 1880; O. Hirschfeld, Decimus Clodius Albinus, in Hist. Zeitschrift, LXXIX (1897), p. 452 segg. (Kleine Schriften, Berlino 1913, p. 411 segg.); C. Jullian, Histoire de la Gaule, IV, Parigi 1914, p. 512 segg.; Fluss, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II a, col. 1964 segg.