BRANCACCIO, Clemente
Nato a Carovigno (Brindisi) verso la fine del sec. XVI da una nobile famiglia, entrò giovanissimo tra i francescani minori riformati della provincia di Napoli e Terra di Lavoro. Nell'Ordine ricoprì la carica di definitore provinciale e, più tardi, un breve di Urbano VIII del 7 apr. 1634 lo eleggeva vicario provinciale degli osservanti e dei riformati: ma il B., più propenso ad una vita di studio, rifiutò l'onore concessogli. Insegnò, infatti, per circa trent'anni filosofia e teologia dalle cattedre dell'Ordine, dando vita insieme ai confratelli Felice da Lauria e Michele da Napoli a un vivace cenacolo di studi scotistici, godendo dell'incoraggiamento dei padri generali Benigno da Genova e Giovanni da Napoli. L'opera di divulgazione della dottrina teologica di Duns Scoto, promossa dal B. nell'Italia meridionale, fu contemporanea all'attività del Wadding a Roma e di poco antecedente a quella del Frassen a Parigi, e rappresentò anche un notevole passo in avanti nell'interpretazione, nel solco della più stretta ortodossia cattolica postridentina, della teologia di Duns Scoto come alternativa alla dominante dottrina tomistico-aristotelica. Durante la peste, che dopo il 1650 infuriò a Napoli per parecchi anni, e in particolare nel biennio 1656-57, il B. si adoperò con generosità a curare i malati, rimanendo anch'egli vittima del contagio. Morì a Napoli il 22genn. 1658.
Il B. pubblicò i primi tre volumi di un corso completo di teologia, diretto alla divulgazione e alla difesa della dottrina di Duns Scoto, in particolare polemica con il tomista card. Gaetano; il quarto volume conclusivo (De incarnatione), già compiuto prima della sua morte, rimase manoscritto e andò in seguito perduto. Il primo volume (De Deo trino et uno... in quo agitur de absolutis: ubi germana Scoti mens aperitur atque eius institutum disceptatur, Neapoli 1638), dedicato al card. Francesco Barberini, dopo aver discusso sul concetto di teologia come scienza e presentato un breve trattato di esegesi biblica, svolge le questioni riguardanti Dio. Particolare attenzione è riservata, naturalmente, alla materia de auxiliis allora vivacemente dibattuta: il B., seguendo il volontarismo di Duns Scoto, dà larga importanza agli auxilia remota o virtù razionali, conferiti da Dio a tutti (anche agli infedeli), e che, ben usati, sono seguiti dagli auxilia proxima, sufficienti alla salvazione. Il secondo volume (De Deo trino et uno tomus secundus in quo agitur de respectivis sive de tribus personis divinis..., Neapoli 1640), dedicato a Benigno da Genova, diviso in tre libri, tratta del mistero trinitario: il primo libro riguarda la Trinità in sé, le divine emanazioni, le distinzioni ad intra in ordine alle produzioni e l'ordine in divinis;il secondo e il terzo trattano delle divine persone, della loro costituzione, della loro eguaglianza e nozione. Il terzo volume (De angelis..., Neapoli 1646), dedicato a Giovanni da Napoli, contiene ventuno disputationes, riguardanti la natura angelica, gli attributi, la caduta e la missione degli angeli, la questione demoniaca, l'influenza del mondo angelico sugli uomini e sull'universo, la sua gerarchia secondo lo pseudo Areopagita, il numero e la beatitudine degli spiriti puri. Il B. vi svolge con acume la teoria di Duns Scoto che faceva derivare da Cristo la grazia conferita agli angeli, in quanto il Verbo si sarebbe incarnato anche senza il peccato di Adamo.
Dubbia è l'attribuzione al B. della Vita et acta Urbani VIII pontificis maximi, Romae 1645, come pure dei Commentaria literaria et moralia in Evangelium S. Matthaei, Lugduni 1656, e degli Annales capuccinorum ab anno 1612 ad annum 1634, Lugduni 1676 (cfr. Mazzuchelli), la cui paternità è più verosimilmente assegnata dallo Sbaraglia a Marcellino da Pisa.
Fonti eBibl.: Annales minorum seu trium ordinum a S. Francisco institutorum continuati a p. Aniceto Chiappini, XXX (1651-1660), Florentiae 1951, pp. 324 s.; N. Toppi, Bibl. napoletana..., Napoli 1678, p. 66; G. M. Mazzuchelli, Gli scrittori d'Italia, II, 4, Brescia 1763, pp. 1990 s.; C. Minieri Riccio, Not. biogr. e bibl. degli scrittori napol. fioriti nel secolo XVII, II, Milano-Napoli-Pisa 1877, pp. 42, 44; A. Foscarini, Saggio di un catal. bibl. degli scritt. salentini, Lecce 1894, p. 38; C. Villani, Scritt. ed artisti pugliesi antichi,moderni e contemporanei, Trani 1904, p. 162; L. Waddingus, Scriptores ordinis minorum..., Romae 1906, p. 62; C. Caterino, Uno scotista del secolo XVII, in Il Crocifisso redentore, VII (1907), pp. 450-455; G. G. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores trium ordinum S. Francisci, I, Romae 1908, pp. 210 s.; C. Caterino, Storia della minoritica provincia napol. di S. Pietro ad Aram, II, Napoli 1926, pp. 10, 17, 286, 297, 329-334, 382; D. Scaramuzzi, Ilpensiero di Giovanni Duns Scoto nel Mezzogiorno d'Italia, Roma 1927, pp. 198, 201, 205, 209-214; U. Smeets, Lineamenta bibl. scotisticae, Romae 1942, p. 88; Dict. de la Bible, I, Paris 1895, col. 1909; H. Hurter, Nomenclator literarius theologiae catholicae, III, Oeniponte 1907, col.944.