CLAVARIA
. Genere di funghi Basidiomiceti, famiglia delle Clavariacee. Comprendeva dapprima le sole forme offrenti corpo fruttifero semplice, clavato (da ciò il suo nome), più o meno carnoso ma vi furono, di poi, aggregate le forme ramose (gen. Coralloides Auct.), molto più numerose e note sotto i nomi volgari di ditole, ditelle, manine (fr. pied de coq, gallinette, poule; ted. Ziegenbart Korallenpilz).
Il genere Clavaria, che risulta oggi assai ricco di specie (circa 300), è stato diviso in più sezioni e cioè: Sez. Ramaria con specie decisamente ramose (Cl. flava, coralloides, aurea, botrytis, ecc.); Sez. Syncorinae, con specie poco ramose (Cl. cylindrica, fumosa, rosea, ecc.); Sez. Holocoryne comprendente le forme semplici o appena denticolate (Cl. pistillaris, iuncea, Bresadolae, Cavarae, ecc.). Carattere comune di organizzazione delle Clavarie, è di avere lo strato sporigeno rivestente all'esterno la parte clavata o le ramificazioni del ricettacolo fruttifero, e ciò le avvicina alle Idnacee, e più particolarmente alle forme apode o resupinate di Hydnum.
L'imenio è in diretta contiguità con la trama miceliare del ricettacolo, porta basidî a quattro o a due spore, globulari, incolori o giallicce ed anche leggermente ocracee in alcune specie. Le Clavarie crescono nell'humus dei boschi o in terreno pingue; parecchie specie, particolarmente carnose, raccolte fresche vengono mangiate cotte: così la Cl. coralloides, Cl. flava, Cl. botrytis, Cl. pistillaris; possono venir disseccate al sole od anche conservate sott'olio con erbe aromatiche. Non si conoscono specie velenose; la Cl. ametystina è sospetta.