Generale (Moulins 1653 - Torino 1734). Ambasciatore a Vienna (1683 e 1697-1701), acclamato maresciallo di Francia (1702), venne nominato duca in seguito alla repressione degli ugonotti (1704). Riuscì ad imporre all'Austria la pace di Rastadt (1714); fu infine comandante in capo dell'armata d'Italia.
Combatté a Seneffe (1674) sotto Condé, che lo nominò maestro di campo di cavalleria; poi servì in Fiandra e in Alsazia. Ambasciatore a Vienna (1683), riuscì a staccare l'elettore di Baviera dall'alleanza austriaca. Combatté in Fiandra nella guerra della Lega d'Augusta, e fu nominato maresciallo di campo (1690), e luogotenente generale (1693). Nuovamente ambasciatore a Vienna (1697-1701), allo scoppio della guerra di successione di Spagna servì in un primo momento in Lombardia sotto F. Villeroi, poi nell'armata del Reno sotto N. de Catinat. Dopo aver battuto il principe Luigi del Baden a Friedlingen (1702), i suoi soldati lo proclamarono maresciallo di Francia sul campo di battaglia; Luigi XIV ratificò questo titolo, e nominò V. comandante in capo al posto di Catinat. Vittorioso a Hochstädt (1703) sugli Imperiali, chiese di essere richiamato per il contrasto insorto con l'elettore di Baviera, contrario al piano di V. di marciare su Vienna. La repressione della rivolta dei contadini ugonotti (camisards) nelle Cevenne (1704) gli valse il titolo di duca. Incaricato di difendere la frontiera dell'Est (1705), minacciata dopo il successo anglo-olandese a Blenheim (1704), riprese l'offensiva (1706 e 1707), impadronendosi delle linee di Stollhofen, poi combattendo (1708) sulle Alpi. Dopo la sconfitta di Ramillies (1706), la Francia affidò le sue sorti a V., che a Malplaquet (1709) riuscì a fermare l'invasione degli eserciti del duca di Marlborough e di Eugenio di Savoia e a ritirarsi ordinatamente. Luigi XIV gli conferì il titolo di pari di Francia, lo nominò governatore di Metz (1710), e dopo la vittoria di Denain (1712) sul principe Eugenio, che contribuì alla conclusione della pace di Utrecht (1713), V. ottenne in ricompensa il governo della Provenza (1712) e il collare del Toson d'oro (1713). Poiché l'Austria poi si rifiutò di accettare la pace di Utrecht, V. continuò la lotta contro il principe Eugenio; s'impadronì di Spira, di Landau, di Friburgo e impose all'Austria la pace di Rastadt (1714). Membro dell'Accademia delle Scienze, presidente del consiglio di guerra, membro del consiglio di reggenza, fu ministro di stato (1723) e grande di Spagna. All'inizio della guerra per la successione di Polonia, fu creato maresciallo generale e gli venne affidato il comando in capo dell'armata d'Italia; fece rapide conquiste nel Milanese, ma, in disaccordo con Carlo Emanuele III di Sardegna, ottenne il richiamo, e sulla via del ritorno morì a Torino. Importanti i suoi Mémoires (post., 1884-94).