CHIETI (X, p. 49)
Chieti, che è sede di comando di divisione militare, si è notevolmente migliorata negli ultimi anni con l'allargamento del suo Corso Marrucino, la sistemazione dì tutta la rete stradale, la costruzione di case popolari e impiegatizie. Il rifornimento idrico della città si è accresciuto per nuove sorgenti della Maiella, allacciate al suo acquedotto. Sono stati inoltre costruiti i palazzi della Provincia, della Banca d'Italia, del Banco di Napoli, delle R. Poste, del consiglio provinciale delle Corporazioni. È sorto anche un asilo per l'assistenza ai bambini e una Casa della madre e del fanciullo. Presso la stazione ferroviaria della Pescara-Roma si è sviluppato un quartiere industriale con vasti stabilimenti per la lavorazione del ferro e della ghisa, del tabacco - largamente coltivato nella zona - e con fabbriche di laterizî. Questo sviluppo industriale di Chieti nella vallata della Pescara è in relazione alla costruzione della nuova strada della Colonnetta che ha avviato il traffico cittadino verso la stazione. Sul pendio della collina di Chieti, tra l'Adriatico e la Maiella, è stato costruito (1936), l'ospedale sanatoriale capace di 260 ammalati.
Monumenti. - Nel 1932-1935 nella zona della chiesa di S. Paolo sono state liberate e restaurate le rovine di tre tempietti romani, due dei quali erano coperti da case di abitazione e il terzo era stato trasformato, sin dall'alto Medioevo, in chiesa cristiana. I tempietti, in opera cementizia con rivestimento a opus reticulatum, sorgono su di un alto podio, nel cui interno sono ricavate tre vaste cripte. Dei tempietti stessi, i primi due, originariamente prostili e tetrastili, sono riferibili al sec. I e il terzo, assai manomesso e probabilmente privo di pronao, al sec. III d. C. Nelle muraglie della seconda cripta sono apparsi resti di una precedente costruzione a blocchi poligonali di tufo regolarmente squadrato, che si suppone siano appartenuti a un tempio italico del sec. III o IV a. C.
Nel 1933 un' accurata opera di scavo e di restauro ha valorizzato nei pressi della città un'altra grande fabbrica romana del sec. I, singolare di mole e di tipo, originariamente adibita a cisterna di acqua (non acquedotto, cfr. p. 50). Si tratta di un grande edificio, pressoché rettangolare, largo m. 60,20 e lungo m. 14,65, costruito in opera cementizia e diviso nel senso della lunghezza in nove grandi vani a mezzo di pilastri con arcate su cui girano potenti vòlte a botte. L'acqua raccolta nella cisterna proveniva dal colle su cui siede la città e serviva ad alimentare un edificio termale, i cui resti sono stati rinvenuti nella valletta adiacente.
Nel 1936 sono stati inaugurati i lavori di restauro della facciata e del fianco destro della cattedrale, lavori condotti ex novo su disegno dell'architetto Cirilli ispirato dai motivi decorativi del campanile adiacente. È stata ricostruita la grande cuspide del campanile stesso, caduta nel terremoto del 1706.
È stato inaugurato (1936) il Museo diocesano teatino nella chiesa cinquecentesca di S. Giovanni dei Cappuccini: fra le altre opere raccoglie importanti sculture lignee abruzzesi dei secoli XIII-XIVe xV, pale d'altare del sec. XVI di arte veneta, e rilievi lignei del sec. XVIII, fra cui notevolissimo il ciborio del Capo altare, opera di fra Felice Palombieri da Teramo.