CHICAGO
(X, p. 2)
La città (3.018.000 ab., ma oltre 8.100.000 nell'area metropolitana nel 1987) è, con New York, il simbolo stesso dell'urbanesimo moderno. Sorta su una piatta pianura costiera, Ch. è enormemente avvantaggiata dalla presenza del lago Michigan e dalla posizione di passaggio delle grandi linee transcontinentali. La città propriamente detta è circondata da centri in piena espansione, alcuni con funzioni residenziali (Evanston, Skokie), altri con funzioni industriali (Gary, Hammond, Elgin, Aurora, Joliet, Calumet). Verso questi ultimi, in particolare in direzione sud, vengono trasferite le industrie più ingombranti espulse mano a mano dalla città.
Il suo porto, potenziato dall'apertura del canale San Lorenzo (1959), che lo ha reso accessibile alle navi oceaniche, registra un movimento annuale di circa 22 milioni di t (soprattutto minerali, petrolio, carbone, cereali, prodotti chimici, acciaio). Ch. è, inoltre, il massimo nodo ferroviario del paese e del mondo: il tonnellaggio trasportato è superiore a quello degli altri due grandi centri ferroviari messi insieme: Saint Louis e New York; 27 linee ferroviarie partono in tutte le direzioni, collegando Ch. tanto al Canada quanto all'Ovest, al Sud-Ovest e alla costa atlantica; le stazioni di smistamento, di cui numerose sono situate lungo la costa lacuale e nel centro della città, sono colossali. Rilevante è il ruolo di Ch. nel campo dei trasporti stradali (il movimento si snoda su oltre una dozzina tra autostrade e superstrade) e in quello dei trasporti aerei: la città è servita da tre aeroporti, di cui quello internazionale di O'Hare è il primo del mondo per il tonnellaggio di merci imbarcate e sbarcate, con un traffico giornaliero di oltre 2000 aerei.
Questa convergenza di vie e mezzi di comunicazione ha permesso lo sviluppo di attività multiple. Ch. ha i più grandi mercati di cereali del mondo ed è il maggiore centro statunitense di commercio del bestiame: la vicina regione del Corn Belt invia ogni anno milioni di suini e bovini, mentre dalle montagne dell'Ovest centinaia di migliaia di montoni sono avviati ai celebri mattatoi e agli impianti per la lavorazione delle carni.
Oltre che metropoli commerciale e finanziaria, Ch. è un grande centro industriale; gli stabilimenti coprono decine di km2 e a volte formano interi quartieri. La gamma di produzione è assai varia. Al primo posto si pongono le industrie siderurgiche: altiforni e acciaierie sorgono prevalentemente nella zona meridionale della città e nella città di Gary, che fa parte dell'area metropolitana pur essendo compresa nello stato dell'Indiana. Si incontrano poi tutte le industrie metalmeccaniche: costruzioni ferroviarie, macchine agricole, aeronautica, automobili, macchine utensili. Nel settore alimentare sono in primo piano la lavorazione delle carni e l'industria molitoria. Notevoli sono poi le industrie elettrotecniche ed elettroniche, le industrie chimiche (in particolare, la petrolchimica), quelle tessili e dell'abbigliamento. Rinomata è l'editoria: Ch. in questo ramo è divenuta uno dei maggiori centri statunitensi, superando perfino Boston.
Il ruolo metropolitano della città è evidenziato dalla presenza di numerose università, importanti biblioteche, musei e gallerie d'arte.
Bibl.: D. M. Solzman, Chicago economic development study, Chicago 1966; Id., Waterway industrial sites: a Chicago case study, ivi 1967; A. W. Carlson, A cartographic analysis of Latin American immigrant groups in the Chicago metropolitan area, 1965-1978, in Rev. geogr. Mexico, 96 (1982), pp. 91-106; M. D. Winsberg, Ethnic segregation and concentration in Chicago suburbs, in Urban geography, 7 (1987), 2, pp. 135-45.