CHERASCO (A. T., 24-25-26)
Città della provincia di Cuneo, situata a 290 m. s. m. all'estremità di uno sprone che scende con pendii ripidi verso le vallate del Tanaro e della Stura, confluenti sotto l'abitato. Il comune ha una popolazione di 8819 ab. (1921: presenti 8562, di cui 2489 nel centro capoluogo; la frazione più popolosa è quella di Roreto, 1095 ab., che ebbe una certa importanza nel Medioevo). Nel 1612 Cherasco aveva gia 2997 ab.; 7658 nel 1734; 8635 nel 1774; 8894 nel 1861; 9515 nel 1881; 9312 nel 1911. Grazie alla sua posizione, Cherasco fu sempre considerata come una delle migliori fortezze del Piemonte. La città ha vie ampie e diritte che si tagliano ad angolo retto, spesso fiancheggiate da portici e palazzi grandiosi; tutt'intorno, ove sorgevano i bastioni, è ora una passeggiata lunga circa un chilometro con magnifico panorama. Cherasco ha un R. Ospedale fondato nel 1460, il R. Ospizio di carità (1739), il Museo Adriani ricco di documenti di storia piemontese. Il territorio del comune (80,48 kmq.), fertile e ben irrigato, è coltivato a cereali, gelsi e specialmente a prati, i quali dànno ottimi foraggi. Numeroso è perciò il bestiame, specialmente bovino. Molto estesa è la coltura degli ortaggi e fiorente l'allevamento del baco da seta. L'industria è rappresentata da filande di seta, fornaci, molini, segherie, caseifici, ecc.
Monumenti. - Edificata sopra un colle, ha forma quadrilatera, con la contrada principale chiusa da due archi, di cui quello a nord è detto del Belvedere, finito nel 1688 su disegni di G. Boetto da Fossano, dedicato alla Madonna del Rosario. Il castello visconteo, iniziato nel 1348 da Luchino Visconti, è ben conservato nel lato verso la città. La parrocchiale (1205) ha un'interessante facciata. In S. Maria del Popolo, eretta (1693-1702) su disegni del cheraschese architetto e pittore Sebastiano Taricco (1641-1710), ha begli stucchi. In S. Agostino (1672) sono pregiate decorazioni pittoriche del Taricco e dell'Aliberti e tele di diversi.
Nel palazzo già dei Gotti di Salerano, con sale riccamente decorate dal Taricco, è il museo fondato (1868) dall'abate G. B. Adriani, storico. Contiene antichità romane e medievali, quadri, ritratti di principi di Savoia e di illustri personaggi, incisioni, miniature, alberi genealogici, vedute di Cherasco antica; una ricca raccolta di sigilli e bolli papali e di imperatori e principi, di placchette e medaglie e una ricchissima raccolta numismatica. L'archivio di manoscritti ha autografi e circa 700 pergamene. Notevoli sono il palazzo Salmatoris e altri, alcuni dei quali con facciate adorne di terrecotte ornamentali del sec. XV.
Storia. - L'antica Clarascum dei Romani sorgeva a ponente dell'odierna città, la quale fu fondata nel 1243 dagli abitanti di Clarasco con quelli dei castelli di Cervere, Manzano, Meane, Monfalcone, Narzole, Rivalta, ecc. Dapprima Asti ed Alba se ne contesero la proprietà, ma nel 1259 i Cheraschesi seppero rendersi liberi sotto l'egida dei Savoia. Cherasco passò successivamente in dominio degli Angioini, quindi (1348) dei Visconti; fece poi parte della dote di Valentina Visconti, sposa di Ludovico d'Orléans. Dal 1531 al 1557 Cherasco fu alternativamente possesso di Savoia e di Francia. Il trattato di Cateau Cambrésis l'assegnò definitivamente ai Savoia.
Armistizio e pace di Cherasco. - Cherasco fu nel 1631 sede di un Congresso per porre termine alla guerra di successione di Mantova. Intervennero per la Francia e per Carlo di Nevers il maresciallo Toiras e il Servien; per il papa, il nunzio Pancirolo e il Mazzarino; per l'imperatore, il Galasso. Il 6 aprile fu stipulato un trattato. Il duca di Savoia riceveva 84 terre del Monferrato, fra cui Trino e Alba, versando, in compenso, a Ferrante Gonzaga 494 mila scudi d'oro. I Francesi ritenevano Pinerolo, Bricherasio, Susa, Avigliana; gli imperiali Mantova con altre due piazze. Restituita Mantova dagli Austriaci al Nevers, i Francesi dovevano sgombrare le quattro piazze e gl'imperiali restituire ai Grigioni i passi della Rezia e della Valtellina. Un trattato del 19 giugno confermò questi patti. Ma i Franco-Piemontesi li ruppero con la loro alleanza segreta del 31 marzo 1631, per la quale Pinerolo era assicurata alla Francia. A Cherasco, il 28 aprile 1796, il Bonaparte, vittorioso a Montenotte, a Millesimo e a Mondovì, impose a Vittorio Amedeo III un armistizio che poneva il Piemonte in balia della Francia.
Bibl.: Su Cherasco vedi: Statuta et ordinationes illustris civitatis Clarasci, Torino 1642; G. B. Adriani, Indice di alcuni documenti per la storia di Cherasco, Torino 1857; G. Bernocco, Brevi cenni storici sulla città di Cherasco, Cherasco 1911; C. Badellino, Gli statuti di Cherasco, Alba 1925. - Sulla pace di Cherasco, vedi: V. Siri, Memorie recondite, VII, Lione 1679; Richelieu, Mémoires, ed. Michaud e Pojoulat, VII; Traités publics de la Maison de Savoye, I; E. Ricotti, Storia della monarchia piemontese, Firenze 1869; Carutti, Storia della diplomazia della Corte di Savoia, Torino 1879; II; G. Fagniez, Le Père Joseph et Richelieu, Parigi 1894, II; R. Quazza, La guerra per la successione di Mantova e del Monferrato (1628-1631), Mantova 1926. Sull'armistizio: N. Bianchi, Storia della monarchia piemontese, II, Torino 1885; Bouvier, Bonaparte en Italie, Parigi 1899.