ADAMS, Charles Francis
Nato a Boston (Massachusetts, S. U. A.), il 18 aprile 1807. Figlio di John Quincy Adams, nipote di John Adams, ambedue presidenti degli Stati Uniti, e padre di Henry Adams, celebre scrittore americano, egli è il continuatore di una magnifica tradizione familiare, neanche oggi interrotta. Compié la sua educazione in Europa (Russia, Germania, Inghilterra), ove il padre era ambasciatore; e, in seguito, alla Casa Bianca di Washington. Tornato a Boston, si dà agli affari e al giornalismo, partecipa con suo padre alla campagna antischiavista e si schiera con quella frazione del partito whig che propugnava l'abolizione della schiavitù; è membro della corte generale del Massachusetts dal 1840 al 1845, prende posto, per alcuni anni, nella rappresentanza politica, fonda e dirige un giornale di partito, il Boston Whig. Presentatosi per la vice-presidenza della repubblica, l'anno 1848, nel partito dei democratici dissidenti che trionfò 12 anni dopo con Lincoln, egli deve essere annoverato fra i fondatori dell'odierno partito repubblicano. Nel 1861, A. tenta di evitare la guerra civile, schierandosi a favore di una soluzione di compromesso nel problema schiavista. Ma Lincoln, salito alla presidenza, nomina A. ambasciatore a Londra. La sua fama americana è dovuta appunto a questa attività diplomatica svolta in Inghilterra, durante il periodo della guerra di secessione (1861-68). Sebbene l'ambiente londinese, specialmente il ceto mercantile, fosse non bene prevenuto verso gli unionisti, e il governo avesse anzi già riconosciuto i confederati come belligeranti, A. vinse tuttavia queste cattive disposizioni e si acquistò buona riputazione di diplomatico nel suo paese, non ostante le severe critiche che gli vennero per il suo atteggiamento di moderazione verso l'Inghilterra, soprattutto nel caso Mason Slidell, cioè dei due inviati, rappresentanti dei confederati, che gli unionisti arrestarono a bordo del vapore inglese Trent. Si allargò ancor più il credito internazionale dell'A. qualche anno dopo, in virtù del famoso arbitrato del 1871 per la "questione dell'Alabama" (v.), nave corsara degli stati confederati varata in Inghilterra. Davanti alla commissione arbitrale, nominata in parte dal re d'Italia, Vittori0 Emanuele II, e sedente a Ginevra, l'A. sostenne con successo quella definizione della neutralità che poi è prevalsa nel diritto internazionale. Nel complesso, e come ambasciatore in Inghilterra, dove fu uno dei maggiori artefici dell'amicizia anglo-americana, e come membro di commissioni arbitrali, egli contribuì notevolmente alla pace e al movimento pacifista internazionale. Scrittore e oratore elegante, colto, chiaro, l'A. è un uomo rappresentativo della migliore civiltà americana del secolo scorso, nella quale predominavano ancora il Massachusetts e la New England. Morì il 21 novembre 1886.
Bibl.: C. F. Adams (figlio), Life of C. F. A., Boston 1909.