BERTIN, Charles
Poeta, romanziere e drammaturgo belga, nato a Mons nel 1919; membro dell'Accademia reale di lingua e letteratura francese. Nella sua produzione teatrale, B. ha affrontato i grandi miti: Don Juan (1948) delinea il dramma della solitudine e dell'assoluto in un personaggio insieme satanico e tormentato; Christophe Colomb (1958) evoca una ricerca della verità perseguita contro ogni tentazione materiale e spirituale; Le roi Bonheur (1966) è una "farsa filosofica" che nella forma si rifà all'operetta e alla commedia dell'arte, ma in cui risuona lo stesso grido di rivolta contro l'assurdo del Caligula di Camus; Je reviendrai à Badenburg (1970) è un'opera onirica e barocca sulla passione di vivere. Come poeta, B. ha espresso i tormenti e le inquietudini di un'anima che è priva della fede e delle sue consolazioni (Psaumes sans la grâce, 1947; Chant noir, 1949). Come romanziere, nel Journal d'un crime (1961) inserisce in una trama poliziesca inquietudini metafisiche e umane alla Dostoevskij, mentre con Le bel âge (1964) traccia un quadro psicologico e di costume che richiama Flaubert.
Bibl.: R. Frickx, J. Burniaux, La littérature belge d'expression française, Parigi 1973; A. Jans, Lettres vivantes 1945-1975, Bruxelles 1975.