CHAMBÉRY (A. T., 20-21)
Città della Francia orientale, capoluogo del dipartimento della Savoia, con 23.400 ab. (1926). È posta a 269 m. s. m., in un'amena e fertile vallata alpina alla confluenza della Leysse con l'Albane: circondata dalle belle montagne delle catene subalpine, è notevole centro di turismo e attrae il visitatore per il pittoresco dei luoghi circostanti, per i suoi ricordi storici e per l'efficacia delle vicine acque minerali di Challes. Le sue vecchie vie irregolari, calme e silenziose, le fanno conservare l'aspetto di un'antica capitale; al posto dell'antica cinta di mura, distrutta durante la rivoluzione, si estendono ora bei giardini. È sede di arcivescovado, di corte d'assise, di tribunale di prima istanza e di commercio; ha scuole primarie e secondarie e una bella biblioteca con parecchi manoscritti miniati.
Abbastanza attiva è la sua industria, data in special modo dai numerosi stabilimenti dove si fabbricano le famose garze di seta, velluti, panni e altri tessuti. Vi sono inoltre fonderie, segherie meccaniche, concerie, distillerie, fabbriche di orologi e d'oggetti sacri. Ha un discreto commercio in vini, liquori, piombo e rame ed è il centro di un piccolo bacino per l'estrazione del carbon fossile.
Chambéry è stazione della ferrovia internazionale Parigi-Ginevra-Modane, è unita con altre linee secondarie a Lione e a Grenoble ed è inoltre servita da una rete di piccole ferrovie e servizî automobilistici che permettono facilmente la visita di tutta la regione circostante.
Monumenti. - Dell'antico castello dei duchi di Savoia, fondato nel 1232, allargato e rimaneggiato nei secoli successivi, specialmente nel 1803, rimane una torre quadrata, con caditoie e torretta. Vicino, la Sainte-Chapelle, in stile ogivale del secolo XV. La cattedrale di S. Francesco di Sales, cominciata nel sec. XIV e terminata nel 1430, ha un portale del 1507. Nell'antico palazzo arcivescovile è stato riordinato il Museo savoiardo di storia e di archeologia: un altro museo ha, tra l'altro, un'importante raccolta di pitture. (V. tav. CCXLI).
Storia. - Sorse nello sfacelo del regno di Borgogna alla fine del sec. X, in una località che già aveva conosciuto la civiltà romana. Il suo castello originario rimonta infatti a quell'epoca e fu il nucleo attorno al quale sorsero le case che formarono Camberiacum vetus, di cui resta testimonianza nella cripta romanica della cattedrale. Il ricordo più antico di questa terra è la donazione che ne fece nel 1015 Rodolfo III, ultimo re di Borgogna, alla moglie Ermengarda, figlia di Ludovico visconte di Savoia. Da essa passò al cugino Goffredo, pure visconte di Savoia, il primo che portò il nome di De-Chambéry. Un suo discendente, Berlione I, circa il 1120 riconobbe la sovranità di Amedeo III conte di Savoia; e, avendo un altro Berlione II fondato nel 1160 Villeneuve de Chambéry, Berlione III nel 1232 cedette al conte Tommaso di Savoia questa nuova Chambéry, alla quale Amedeo V di Savoia aggiunse nel 1288 Chambéry-Vieux, per acquisto. Fuse insieme le due città, esse formarono allora la capitale dei Savoia sino al 1560 quando Emanuele Filiberto la trasportò a Torino. Chambéry perdette in tale occasione la celebre Sindone di Cristo, emigrata pur essa a Torino. Occupata nel 1536 da Francesco I durante la guerra di predominio in Italia e restituita ai Savoia nel 1559 per il trattato di Cateau Cambrésis, Chambéry fu rioccupata dai Francesi dal 1742 al 1748 durante la guerra di successione austriaca e dal 1792 al 1815 nel periodo della Rivoluzione francese. Ridonata dai trattati di Vienna ai Savoia, Chambéry fu nel 1859 sacrificata alla Francia con tutta la terra loro d'origine e con Nizza, per avere l'aiuto di Napoleone III sui campi di Lombardia. L'annessione fu proclamata nel 1860.
Bibl.: L. Menabrea, Histoire municipale et politique de Chambéry, Chambéry 1846; F. Guasco, Diz. feud. antichi St. Sardi, in Bibl. Soc. stor. subalpina, IV, Torino 1911, pp. 9-10; E. Dervieux, Bibliografia della S. Sindone, Chieri 1929.