CESARIO (Caesarius), vescovo di Arles, san
Nato fra il 469 e il 471, entrò diciottenne nel clero di Chalon-sur-Saône, e due anni dopo nel monastero di Lérins. Per ricuperare la salute si recò ad Arles. Qui ebbe maestro di rettorica Giuliano Pomerio, e il vescovo Aonio, suo parente, gli conferì il sacerdozio, lo mise a capo d'un monastero, lo designò successore. Divenuto vescovo (503), C. ebbe dal re visigoto Alarico II il permesso di convocare il concilio d'Agde. Acquistò poi a Ravenna, la fiducia del nuovo re, l'ostrogoto Teodorico, e ottenne, a Roma, da papa Simmaco, la conferma dei privilegi metropolitani della sua chiesa, contro le pretese di S. Avito vescovo di Vienne. Allora tnne i concilî di Arles (524), di Carpentras (527), di Orange (529) importante per l'accoglimento totale delle dottrine agostiniane sulla grazia, di Vaison (529), di Marsiglia. Sotto i Franchi, ebbe parecchie delusioni pur senza perdere influenza. Morì il 27 agosto 542 (o 543).
Abbiamo di Cesario il testamento, la cui autenticità è ormai riconosciuta; due regole monastiche, per i monaci e per le monache del convento diretto dalla sorella Cesaria (questa utilizza testi più antichi, tra cui l'ep. 211 di S. Agostino); alcune lettere e trattatelli teologici sulla Trinità e contro i semi-pelagiani; alcuni testi canonici, tra cui probabilmente gli Statuta ecclesiae antiqua; infine è forse opera sua il cosiddetto simbolo atanasiano (Quicumque: v. credo) e la critica, specialmente del Morin (v. bibliografia) è riuscita a ricostituire in gran parte la collezione dei numerosissimi sermoni di C., il quale rimaneggiò sermoni altrui e compose parecchie raccolte ch'ebbero larga diffusione. Sono di C. parecchi dei sermoni attribuiti a Fausto di Riez (ed. Engelbrecht, in Corpus script. eccl. lat., XXI, Vienna 1896), pubblicati in appendice a quelli di S. Agostino (in Patrol. lat., XXXIX) e in collezioni varie (omiliario di Riccardo di Würzburg, collezioni di Limoges, di Saint-Thierry presso Reims, di Moyenmoutier, di Monaco, ecc.).
Fonti e ediz.: La Vita Caesarii, di parecchi autori, tra cui Cipriano vescovo di Tolone, è in B. Krusch, Passiones vitaeque Script. aevi meroving., 1. (Monum. Germ. Hist., Script. rer. merov., III), Hannover 1896, p. 457; i canoni dei concilî, in F. Maassen, Concilia aevi merov. (Monum. Germ. Hist., Leges III, Conc. 1), Hannover 1893; l'edizione degli scritti in Patrol. lat., LXVII, va completata con quelle negli Acta Sanctorum, ian., I, Anversa 1643, p. 730 segg. e in Holsten, Codex regg. monast. et canon., ed. Brockie, Augusta 1759.
Bibl.: Hist. litt. de la France, II, Parigi 1839, p. 218; C. F. Arnold, Caesarius von Arelate ecc., Lipsia 1894; id., in Realencykl. f. prot. Theol. und Kirche, III, s. v.; A. Malnory, Saint C. évêque d'A., Parigi 1894; P. Lejay, in Rev. d'hist. et de litt. relig., X (1905), p. 145 seg.; id., in Dict. de théol. cath., II, ii, s. v.; M. Schanz (C. Hosius e G. Krüger), Gesch. d. römisch. Literatur, IV, ii, Monaco 1920, pp. 556 segg.; G. Morin, Études, textes, découvertes, I, Maredsous-Parigi 1913, pp. 41-45, bibliografia ragionata dei suoi fondamentali studî su C. (cfr. pp. 24 seg., 489, 493, 499 seg.).