VITALIANI, Cesare
– Nacque a Treviso da Andrea Vitaliani Parpagiola e da tale Marianna nel 1824 (secondo Rasi, 1897) o attorno al 1830 (per gli atti ufficiali che lo dicono deceduto nel 1893 a 63 anni). Suo fratello è il meno talentuoso Vitaliano, padre della prima attrice Italia (v. la voce in questo Dizionario).
Figlio d’arte, Cesare iniziò a recitare a fianco dei familiari. Almeno dal 1838 al 1842 fu con Luigi Pezzana; nell’estate del 1845 il suo nome è associato a quello del capocomico Luigi Marchetti, denunciato a Frosinone per una serie di truffe; tra il 1848 e il 1851 fu amoroso con lo zio Angelo Lipparini (marito della sorella della madre); nel 1852 si distinse come primo amoroso con Antonio Colomberti, quindi passò con Luigi Domeniconi.
Tra il 1857 e il 1858 fu primo attore e primo amoroso nella compagnia di Adelaide Ristori impegnata in una tournée internazionale: fu lui a interpretare Macbeth, il 3 luglio 1857, nel celebre allestimento londinese fattone dalla capocomica, senza peraltro ottenere particolari consensi.
A questa altezza cronologica Vitaliani era già sposato con Clotilde Trabalza (nata a Roma nel 1836). Dalla loro unione, conclusa con una separazione, nacquero Matilde (nel 1856 o nel 1857, morta il 16 settembre 1879 a Monterotondo, apprezzata amorosa prima del matrimonio con Francesco Riccardo Comparetti) e Adelaide (che, al momento della morte di Cesare, era coniugata Fontana e risiedeva a Livorno).
Alla fine degli anni Cinquanta, i coniugi Vitaliani erano entrambi legati all’Accademia filodrammatica romana, Clotilde come attrice, Cesare come socio esercente. Vitaliani era inoltre gerente della rivista dell’accademia (Il Filodrammatico) e intestatario di un’attività di modista la cui sede (via della Scrofa 36) era prossima a quella della rivista. Nel 1859 propose agli accademici di finanziare una compagnia di professionisti residente in modo stabile (almeno nelle stagioni di primavera, autunno e Carnevale) presso il teatro Capranica, in cambio dell’impegno a mantenere la scuola dei filodrammatici e a riservare posti ad allievi e azionisti. I capitali raccolti per il triennio 1860-62 garantirono la costituzione di una troupe di prim’ordine di ben ventotto membri. Estrema cura fu riservata anche all’«addobbo scenico», alla musica (con la scrittura di «un concertino di diciassette sonatori») e al repertorio (con accordi con traduttori e drammaturghi che assicurarono ventiquattro opere nuove per Roma; Prinzivalli, 1888, p. 187). Ma i propositi iniziali naufragarono: dopo un positivo periodo di affiatamento al teatro Rossini di Livorno, al suo esordio a Roma la compagnia perse il sostegno del pubblico. Vitaliani restò scritturato e lasciò a Gian Paolo Calloud e Amilcare Bellotti la direzione della formazione che, dopo aver chiuso il bilancio del 1862 in notevole perdita economica, diventò un’ordinaria compagnia di giro.
Negli anni Sessanta, Vitaliani affiancò alla recitazione una vivace produzione di testi teatrali: salutato come una promessa della drammaturgia italiana scrisse e pubblicò opere rappresentate con successo.
Tra i suoi testi più significativi: le commedie storiche in cinque atti Giorgio Lord Byron a Venezia (Milano 1865 e 1866) e Vittorio Alfieri a Roma (Trieste, teatro Grande, primavera 1863; Milano 1865, 1866 e 1876); la commedia in quattro atti I vampiri del giorno (Roma, teatro Valle, autunno 1863; Milano 1866); il dramma in cinque atti L’amore (Milano, teatro del Re Vecchio, quaresima 1869; Milano 1872 e 1878); il dramma L’odio (seguito del precedente, Milano 1876) e la commedia in cinque atti Le transazioni (Milano 1876). Tra le sue altre opere: Il legato di un operajo (dramma rappresentato nel 1866 e pubblicato a Milano nel 1876); Il Tartufo in guanti bianchi (commedia in quattro atti rappresentata nel 1864 e pubblicata a Milano nel 1876); la commedia in tre atti Paolina, o La Sorella tutrice (Milano 1876); lo scherzo comico in un atto Atteone l’Infanticida, ovvero Una moglie ingenua (Firenze 1873, 1883, 1897, 1916, 1920, 1936; Milano 1876, 1884, 1939; Napoli 1888). Vitaliani fu anche traduttore di testi dal francese (pubblicate le traduzioni di Il vero coraggio di Adolfo Belot e Shakespeare innamorato di Alexander Duval, Milano 1876).
Nel 1868 assunse la direzione della compagnia di Giovan Battista Zoppetti in cui aveva lavorato nell’anno comico precedente. In seguito, fino al 1875, fu alla guida di più compagnie sociali (di solito indicate complessivamente come compagnia «diretta da Vitaliani»). Tra i suoi soci ci furono Amilcare Ajudi (nel 1870-71) e Luciano Cuniberti (1873-74). Era in società con quest’ultimo, quando, il 7 febbraio 1874, per una sua beneficiata, ripropose al teatro della Canobbiana di Milano l’Adelchi di Alessandro Manzoni: un ‘successo di noia’ che testimonia tuttavia le sue ambizioni culturali.
Nel 1875-76 fu scritturato primo attore da Adamo Alberti stabile per il teatro dei Fiorentini di Napoli che nel corso della stagione rappresentò tutte le sue opere maggiori (Vittorio Alfieri a Roma, Vampiri, Lord Byron, Transazioni), nonché, segno della sua predilezione, il Macbeth di Shakespeare. Nel 1876-77 recitò con Alamanno Morelli. Importante riconoscimento alla sua carriera, nel 1877 fu insignito del titolo di cavaliere della Corona d’Italia.
Nel 1877-78 passò generico primario alla Bellotti Bon n. 1. Il 19 novembre 1877 il suo adattamento del romanzo Eva di Giovanni Verga, Madamigella Ebe, debuttò al Manzoni di Milano con scarso esito. Vitaliani annunciò modifiche al quarto atto per il Carnevale, ma è probabile che Madamigella Ebe non fosse riproposto che nel luglio 1878 all’arena Nazionale di Firenze, anche in questo caso con poco successo, malgrado l’apprezzamento di Vitaliani come attore.
Nel 1879 assunse la direzione della stessa Bellotti Bon n. 1, con cui partecipò, nel 1880-81, a una tournée internazionale in Spagna.
Per il 1882-83 pianificò di dirigere la compagnia Eugenio Casilini e compagni; fu quindi direttore della Teresa Boetti-Alessandro Marchetti-Alessandro Parrini (amministrata nel 1883-84 dallo stesso Casilini) e nel 1884-85 della compagnia Vitaliani (amministrata da Amato Lazzeri).
Nel 1885-86 sostituì Paolo Ferrari alla direzione della Drammatica nazionale. Quindi, nel 1886-87, fu nuovamente a capo di una sua compagnia amministrata da Casilini, con cui rappresentò, con esito discreto, la sua Eva o amore che uccide. Nel dicembre 1886 a Torino, allestì La mandragola di Niccolò Machiavelli, La calandria del Bibbiena e Il marescalco di Pietro Aretino in un ciclo di commedie del Cinquecento promosso dalla rivista L’Italia artistica.
Socio di Vittorio Pieri per il 1887-88, continuò a dirigere una compagnia sociale intitolata al suo nome fino al 1891. La sua troupe fu la prima a proporre Henrik Ibsen in Italia (Casa di bambola, Torino, teatro Gerbino, con Emilia Aliprandi Pieri).
Nel 1891-92, diresse con Alessandro Marchetti la compagnia Michele Fantechi. Fu questo il suo ultimo incarico come direttore. Nel 1892-93 fu nella compagnia della nipote Italia Vitaliani, diretta da Antonio Salsilli. Avrebbe dovuto completare l’anno comico successivo, quando, intorno al marzo 1893 a Trieste, fu arrestato con l’accusa di oltraggio al pudore per essersi intrattenuto per strada con una ragazzina di undici anni. Rinchiuso nel penitenziario di Capo d’Istria vi morì il 21 luglio.
Attore di spicco in compagnie primarie, ebbe uno stile recitativo tipico della metà del secolo che fu progressivamente avvertito come attardato. Direttore di compagnia colto, promosse alcune notevoli iniziative (dalla fondazione di una stabile a Roma, alla ‘scoperta’ di Verga e Ibsen e al recupero di commedie cinquecentesche). Come drammaturgo, ebbe un successo immediato, ma non duraturo. Le circostanze della morte pregiudicarono una serena valutazione del suo operato e il perpetuarsi del suo ricordo dopo la morte (lo stesso Luigi Rasi, negando che avesse amicizie tra gli attori, mostrò la volontà di distanziarlo dal resto della società teatrale).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Frosinone, Delegazione apostolica di Frosinone, Direzione provinciale di polizia, Titolo I/3, b. 19/B, 1845-1848, f. 60-1845; Archivio di Stato di Roma, Direzione generale di polizia, Protocollo ordinario, b. 2909, sez. 4, titolo Carte, prot. n. 10.798-1845; Capodistria, Archivio regionale, SI PAK KP 77, T.E. 827-Succ. 552/1893; Il Pirata, 23 febbraio 1841, p. 378; 6 aprile 1841, p. 326; Il Teatro Romano, cantata a tre voci per festeggiare l’elezione di S.E. il Sig. D. Pio Grazioli Duca di Magliano a Principe Presidente Perpetuo della Accademia Filodrammatica Romana [...], parole di Vincenzo Prinzivalli, Musica del maestro Domenico Alari, Roma 1857; E. Novelli et al., Accademia filodrammatica romana, in Il Filodrammatico, 26 gennaio 1859, n. 30, p. 120; 25 maggio 1859, n. 46, p. 185; Almanacco Romano pel 1858 [...] contenente indicazioni, notizie ed indirizzi per la città di Roma, Roma 1859; Quadro generale delle Compagnie drammatiche italiane, in L’Arte drammatica, 18 marzo 1872, n. 22, p. 4; Dip., Teatri di prosa in Milano, ibid., 9 novembre 1872, n. 2, p. 2; Id., Articolo su Adelchi, ibid., 7 febbraio 1874, p. 3; Tutti, ibid., 3 aprile 1875, n. 21, p. 3; C. V. e la stampa napoletana, ibid., 10 aprile 1875, n. 22, p. 3; Tutti, Notiziario, ibid., 1° maggio 1875, n. 25, p. 3, 18 dicembre 1875, n. 7, p. 4, 9 giugno 1877, n. 31, p. 3; Pessimista, Teatro Manzoni, ibid., 24 novembre 1877, n. 4, p. 1; Dip., Teatri di prosa in Milano, ibid., 16 dicembre 1877, n. 7, p. 1; Tutti, Notiziario, ibid., 13 luglio 1878, n. 35, p. 3, 20 settembre 1879, n. 47, p. 4; La prossima stagione allo Scribe di Torino, ibid., 20 novembre 1886, p. 3; Tutti, Notiziario, ibid., 18 marzo 1893, n. 20, p. 4; E. Polese Santarnecchi, Notiziario, ibid., 5 agosto 1893, n. 39, p. 4; Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia. Annunzi. Foglio delle inserzioni al n. 149, 26 giugno 1894, p. 1110.
V. Prinzivalli, Accademia filodrammatica romana. Memorie, Terni 1888; L. Rasi, I comici italiani. Biografia, bibliografia, iconografia, II, Firenze 1897, p. 689; N. Leonelli, Attori tragici, attori comici, II, Roma 1944, p. 447; G. Pastina, Vitaliani, in Enciclopedia dello spettacolo, IX, Roma 1962, col. 1727; A. Colomberti, Dizionario biografico degli attori italiani. Cenni artistici dei comici italiani dal 1550 al 1780, compilati dall’artista comico Francesco Bartoli e dall’attore Antonio Colomberti continuati fino al 1880, a cura di A. Bentoglio, II, Roma 2009, pp. 589 s.