POLLINI, Cesare
POLLINI, Cesare. – Nacque a Padova il 13 luglio 1858, da Luigi de’ Pollini e da Luigia dei conti de’ Cassis-Faraone.
Fu pianista, compositore, direttore d’orchestra, didatta e organizzatore di concerti. Intraprese in tenera età lo studio del pianoforte sotto la guida della madre (discendente da una nobile famiglia di origine siriana), compì gli studi classici e si laureò in giurisprudenza nell’Università di Padova. Benché il padre, notaio, lo volesse avviare alla carriera giuridica, il giovane Pollini si mostrò interessato alla musica e iniziò da autodidatta lo studio dell’armonia e della composizione; intorno ai vent’anni realizzò i suoi primi lavori, che furono apprezzati dal violinista Antonio Bazzini, all’epoca professore di composizione nel Conservatorio di Milano.
Il 29 giugno 1879 prese parte al concerto inaugurale del neocostituito Istituto musicale di Padova, eseguendo musiche di Camille Saint-Saëns e un suo Minuetto per pianoforte, violino e violoncello. Il brano riportò un rilevante successo da parte del pubblico e della stampa cittadina e l’anno seguente la casa editrice Lucca di Milano pubblicò i Frammenti per piano op. 2 di Pollini, elogiati da Filippo Filippi sul periodico milanese La Perseveranza.
Persuaso il padre a fargli intraprendere la carriera di musicista, dal 1881 al 1883 si trasferì a Milano per studiare contrappunto, fuga e composizione sotto la guida di Bazzini. Dopo soli due anni il maestro certificò che l’allievo aveva compiuto progressi rapidissimi e che si era reso padrone della tecnica compositiva.
All’inizio dell’anno scolastico 1882-83 fu nominato direttore artistico dell’Istituto musicale padovano (era già membro della Commissione di vigilanza per l’indirizzo artistico e disciplinare). Fece quindi ritorno nella città natale per iniziare quell’attività che, a parte un’interruzione di qualche anno, sarebbe stata la maggiore occupazione di tutta la sua vita: imprimere all’Istituto un indirizzo didattico e artistico innovatore, finalizzato a fornire agli allievi non soltanto la cultura necessaria all’esercizio del mestiere di orchestrale, ma anche quella più vasta e profonda derivante dallo studio dei generi musicali più ricercati.
Nel frattempo la sua attività di compositore si indirizzò verso le composizioni sinfoniche e si concretò in un Notturno e uno Scherzo per orchestra. Alla fine del 1883 portò a termine la Trio-Suite op. 3 per pianoforte, violino e violoncello apprezzata da Filippi sulla Perseveranza.
Alla fine del 1884, nel momento in cui fu indetto il concorso per il posto di direttore dell’Istituto padovano, Pollini decise di non concorrere e di lasciare la direzione a causa di divergenze su talune modifiche all’organico e all’indirizzo didattico.
A partire dal 1886 fu protagonista delle Mattinate musicali ospitate a Palazzo Selvatico Estense; quattro o cinque concerti domenicali all’anno in cui il pianista eseguì musica da camera austro-tedesca, russa e italiana. L’iniziativa lo occupò per cinque anni e fu poi abbandonata a causa del sempre minore concorso di pubblico.
Fra il 1886 e il 1887 Pollini intraprese una tournée in Germania con il violinista Antonio Freschi, nobiluomo già allievo di Bazzini, esecutore di notevole livello tecnico e artistico: i due si esibirono a Monaco di Baviera, Francoforte, Stoccarda, Berlino e Vienna ottenendo un buon successo di pubblico e di critica. A Monaco incontrarono Richard Strauss, che apprezzò in modo particolare la Trio-Suite op. 3 (a lui dedicata), pubblicata l’anno successivo dall’editore bavarese Joseph Aibl. Con il musicista tedesco, Pollini mantenne per molti anni un rapporto di amicizia e un frequente rapporto epistolare.
Pianista eccelso (Giuseppe Martucci lo considerava l’interprete ideale della musica di Johannes Brahms), nel 1889 si fece apprezzare a Roma dove, alla presenza della regina Margherita di Savoia, tenne due concerti di musica antica in collaborazione con il musicologo Oscar Chilesotti. In quell’occasione ricevette gli elogi di Giovanni Sgambati, e il periodico Don Chisciotte gli riservò una critica entusiastica: «uno dei più seri ed eletti ingegni tra i giovani musicisti italiani: certamente nessuno gli è superiore in vastità di coltura e profondità di studi».
Fu quindi invitato dalla sovrana alla Villa Reale di Monza dove, nell’autunno successivo, trascorse circa un mese. Questa circostanza divenne negli anni seguenti una consuetudine (prima a Monza e poi a Stupinigi), e Pollini diventò il pianista di corte della regina. Qualche anno dopo, nel 1892, Umberto I lo nominò cavaliere dei Ss. Maurizio e Lazzaro, consegnandogli personalmente le insegne.
Nell’ottobre del 1889 riassunse la carica di direttore dell’Istituto musicale di Padova dove lavorò con fervore fino all’ultimo anno di vita per indirizzare gli studenti verso la serietà e la dignità dell’arte musicale più alta. Oltre a dirigere l’Istituto e a vigilare sull’andamento generale, diede egli stesso lezioni di pianoforte, armonia e contrappunto; fra i suoi numerosi allievi si segnalarono Guido Alberto Fano e Renzo Lorenzoni, che ebbero poi una brillante carriera musicale.
Profondo conoscitore della lingua tedesca, Pollini effettuò la traduzione di testi di interesse musicale come la Storia della musica in 12 conferenze dello scrittore, compositore e violinista tedesco Friedrich Wilhelm Langhans (1878), pubblicata nel 1888 nel periodico Il Teatro illustrato e la musica popolare. Nel 1894 tornò in Germania, dove di nuovo incontrò Strauss e assisté a vari spettacoli wagneriani.
Nell’ultimo decennio del secolo si votò alla realizzazione di concerti commemorativi dedicati a grandi musicisti classici e romantici di scuola tedesca, italiana, russa, scandinava e francese.
Il primo si tenne il 13 febbraio 1890 e fu dedicato al settimo anniversario della morte di Richard Wagner; seguì, due anni dopo, una commemorazione del centenario della nascita di Gioacchino Rossini, con una lettura introduttiva poi pubblicata in Vita moderna: giornale d’arte e letteratura. Altri concerti furono dedicati a Giuseppe Tartini (1892), Anton Rubinštein (1895), Brahms (1898 e 1901), Bazzini (1897), Giuseppe Verdi (1901), Edvard Grieg (1908) e Martucci (1910).
Nel 1900 fu nominato membro della Commissione permanente per l’arte musicale e nel 1903 ricevette dalla regina portoghese Maria Pia le insegne di cavaliere ufficiale dell’ordine di Santiago del Portogallo. In ottobre, durante il consueto periodo trascorso presso il Castello di Stupinigi, compose i Tre fogli d’album per pianoforte. In questo inizio del Novecento organizzò concerti monografici finalizzati a far conoscere composizioni di Beethoven, Bach, Chopin, Mozart, Schumann, ancora poco diffuse fra gli abituali frequentatori delle sale da concerto padovane.
Nel 1908 fu chiamato a far parte del Comitato d’onore per il centenario del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.
L’attività di Pollini non fu sempre pienamente compresa e apprezzata dai concittadini, e ciò gli causò amarezze e delusioni che gli fecero talvolta desiderare di lasciare Padova e l’Istituto. Rimase nondimeno sempre legato alla città natale e non accettò di spostarsi dove, in momenti diversi, avrebbe potuto candidarsi a dirigere le rispettive scuole musicali: Bologna, Parma, Pesaro e Venezia.
Di carattere introverso e malinconico, non si sposò mai e visse accanto alla madre e alla sorella dedicando le sue giornate al lavoro e alla famiglia. Nei mesi estivi si rifugiò nella villa di famiglia a Luvigliano, nel Comune di Torreglia (20 km a sud-ovest di Padova), che divenne il luogo prediletto per il riposo, la frequentazione dei pochi amici e soprattutto lo studio del pianoforte.
Morì improvvisamente il 26 gennaio 1912.
Il mondo musicale fu particolarmente scosso dalla notizia, e il Consiglio d’amministrazione dell’Istituto padovano stabilì in breve tempo di intitolare l’istituzione al musicista. Tutt’ora il Conservatorio di Padova reca il suo nome.
Opere. Composizioni per pianoforte: 6 Fogli d’album. Melodie per pianoforte, Milano c. 1878; 6 Frammenti per piano op. 2, Milano c. 1880; Fantasticheria, Bologna; 3 Fogli d’album, Padova 1912; Padova, Biblioteca Pollini, scat. 2: Humoresque; Adagio; Marcia funebre; Ouverture in forma di Sonata (Suite); Preludio, 1910, incompleto; Romanza senza parole; Sonata, 1874-1899; Romanza per violino e pianoforte, incompleta; Padova, Biblioteca Pollini, Rari, 1.II.9: Fuga a tre voci; ibid., 1.II.10: 3 Egloghe. Musica da camera: Trio-Suite op. 3 per pianoforte, violino e violoncello, Monaco di Baviera 1888. Composizioni sinfoniche: Padova, Biblioteca Pollini, scat. 2: Scherzo, 1880; Notturno, 1882. Altre composizioni: Padova, Biblioteca Pollini, scat. 2: Andante con moto in Fa diesis minore, abbozzo, 1910; [Polonaise] Milano e Venezia / Polcka / del / M Pollini / Riduzione per Banda, Giovinazzo (BA).
Scritti. Terminologia musicale tedesco-italiana, Torino 1894; Padova, Biblioteca Pollini, scat. 1, n. 25: Teoria generale della musica; n. 39: La musica italiana nelle sue principali fasi storiche; Il dr. Ugo Riemann e il sistema «duale» dell’armonia, in Il Teatro illustrato e la musica popolare, VIII, 94, VIII, 95, IX, 98, IX, 100; Gioachino Rossini, in Vita moderna: giornale d’arte e letteratura, 6 marzo 1892; Padova, Biblioteca Pollini, scat. 1, n. 40: Conferenza su Giuseppe Tartini; n. 26: Commemorazione di Edward Grieg.
Fonti e Bibl.: R. Lorenzoni, Sulla vita e sulle opere del maestro C. P., in Gazzetta di Venezia, 24 maggio 1912; G. Sacerdoti, C. P.: commemorazione, Padova 1912; E. Graziani - E. Corinaldi - C. Fontana, Commemorazione di C. P. fatta nel Consiglio comunale di Padova il 7 marzo 1912, Padova 1913; S. Leoni, C. P. nella vita e nell’arte, Padova 1916; R. Lorenzoni, Cesare Pollini nel XXV annuale della morte, Padova 1937; F. Perrino, Cesare Pollini, in Rassegna musicale Curci, XVI (1962), 5-6, pp. 12-15; L. Longhin, L’opera di C. P. nel rinnovamento musicale italiano, tesi di laurea, Università di Padova 1973-74; M. Di Pasquale, Dei concerti storici in Italia e di Oscar Chilesotti, in Oscar Chilesotti la musica antica e la musicologia storica, a cura di I. Cavallini, Venezia 2000, pp. 25-113; O. Palmiero, Lettere di C. P. ad Antonio Fogazzaro, in Padova e il suo territorio, XX (2005), 114, pp. 25-29; C. P.: testimonianze, a cura di M.N. Massaro, Padova 2008; O. Palmiero, C. P. e la cultura del suo tempo: il carteggio con Richard Strauss, in Rivista italiana di musicologia, 2010, nn. 43-45; M.N. Massaro, Nel centenario della morte di C. P. (1858-1912), in Padova e il suo territorio, XXVII (2012), 159, pp. 20-23; C. P. tra Padova e Luvigliano, a cura di G. Ronconi, Padova 2013; C. P.: studi e documenti, a cura di M.N. Massaro, Padova 2014.