FORMILLI, Cesare
Nacque a Roma da Alessandro e Carolina Medosi e fu battezzato il 1° ag. 1860 (Roma, Arch. stor. del Vicariato, S. Andrea delle Fratte, Battesimi, 1860, f. 65 n. 565). Allievo presso l'istituto di belle arti di Roma, il F. frequentò in seguito i corsi di decorazione pittorica della Scuola di applicazione di disegno alle arti industriali, annessa al Museo artistico industriale, diretta da D. Bruschi.
In occasione delle mostre organizzate al termine dei corsi annuali della scuola, in cui venivano esposti i saggi degli allievi, il F. espose nel 1878 i disegni per un mobile e per una specchiera dipinta, l'anno successivo ottenne il secondo premio per il disegno di uno stipo in stile rinascimentale (Raimondi, 1984-85).
Ancora giovanissimo il F. fece parte di quel gruppo di artisti "raccolto spontaneamente" intorno a Giovanni (Nino) Costa (L'Italia…, 1885, p. 46) che, fin dai primi anni della sua attività, rappresentò un punto di riferimento fondamentale. Il F. infatti aderì prima al Golden Club, quindi al Circolo degli artisti italiani, entrambi fondati dal Costa (1876, 1879) con lo scopo preciso di promuovere il rinnovamento della pittura in Italia. Negli anni successivi il F. continuò a sostenere le iniziative del maestro, tra cui la formazione della Scuola etrusca, un gruppo di notevole rilievo per l'ambiente artistico romano creato dal Costa tra il 1883 e il 1884; non a caso le prime opere del F., Fiumicino e Le prime ore del mattino (Jervis, 1991), vennero esposte nel 1885 insieme con altre degli "etruschi", nell'ambito delle usuali mostre organizzate dalla Società degli amatori e cultori di belle arti. Di esse, come della maggior parte delle opere del F., è ignota la collocazione attuale.
Dell'opera Le prime ore del mattino possiamo conoscere il soggetto poiché venne riprodotta in una fotoincisione firmata Corticelli e disegnata dal F., su L'Italia… del 1885 (p. 65): una corsa armoniosa di puttini nudi su di un prato avvolto nella nebbia.
Sempre sullo stesso periodico compaiono altre due fotoincisioni, probabilmente le prime prove del F. come illustratore. La prima è un disegno, inciso da E. Ballarini, che riproduce un Frammento di trabeazione delle terme di Agrippa, descritto in un articolo di A. Capannari (1882, pp. 3 s.) e che funge da frontespizio al primo numero della rivista (1882, p. 1). La seconda, intitolata Funiculì Funiculà, risulta firmata dal solo F. in qualità di disegnatore e, stando a quanto affermato in un breve articolo anonimo, riproduce parte di "una pittura ad acquarello sopra seta eseguita per un ventaglio dal giovane signor Formilli" (1883, p. 160).
Il F. fece parte anche del gruppo "In Arte Libertas" (Rossetti Agresti, 1904, p. 218), nato su iniziativa dei pittori A. Morani e A. Ricci e fortemente ispirato ai programmi innovatori del Costa. Il F. non partecipò alla prima esposizione dell'associazione svoltasi nel 1886, ma nello stesso anno, insieme con gli stessi artisti, fu tra gli autori delle opere grafiche destinate a illustrare il "capostipite dei libri d'arte italiani" (I. de Guttry - M.P. Maino - M. Quesada, Le arti minori d'autore in Italia dal 1900 al 1930, Roma-Bari 1985, p. 136), la raccolta poetica di G. D'Annunzio Isaotta Guttadauro; per questa il F. eseguì un'incisione che illustrava alcuni versi del poema Hyla! Hyla! (Frandini, 1972, p. XXXII). Alla seconda esposizione del gruppo tenutasi nel 1887, presso lo studio di S. Vannutelli in palazzo Pamphilj a piazza Navona, il F. partecipò con un'opera di cui è noto il titolo in inglese: Sabine Hills (Jervis, 1991). I legami dell'associazione, come già quelli della Scuola etrusca (della quale tra l'altro facevano parte numerosi artisti inglesi), con l'Inghilterra erano, infatti, solidissimi: nello stesso anno l'artista espose due paesaggi presso la Grosvenor Gallery di Londra (Graves, 1969), che per molti anni fu la roccaforte degli "etruschi", sostituita poi dalla New Gallery. Nel corso della esposizione svoltasi a Londra nel 1888, agli artisti della "In Arte Libertas" venne riservata una sala particolare.
In tale occasione il F. presentò al pubblico le seguenti opere: Fiume Farfa,Sabina, Mattino sulle montagne sabine (che è forse da identificare con Sabine Hills), Prima ora di notte, Gli alberi di villa Ludovisi, La villa Medici, S. Pietro veduto dal Tevere, Dopo l'uragano, Ostia, Villa Adriana, Tivoli, Costume indossato da Carlo Magno alla sua incoronazione in Roma a.d. 801, eseguito in collaborazione con G. Vannicola (Esposiz. ital. di Londra, 1888).
Il F. appare, inoltre, tra i firmatari dello statuto della "In Arte Libertas", stilato nel 1890 (Rossetti Agresti, 1904, p. 220). Ancora a questa prima fase di attività del F. potrebbero risalire i due acquerelli, Villa Borghese a Roma e Case vecchie a Piperno (Roma, coll. S. Raskovic: Raskovic, 1989; P.A. De Rosa - P.E. Trastulli, Lazio '800, Roma 1994, p. 43).
A partire dal 1894 il F. risiedette stabilmente a Londra e, da questo stesso anno, poté esporre alle manifestazioni della Royal Academy. Il F. esordì presentando un Disegno per la decorazione di una casa a Lisbona; l'anno successivo, il Disegno per un soggiorno; nel 1896 i pannelli preparatori con Figure femminili e pavoni per una sala in Walsingham House, decorazione che doveva essere eseguita a graffito policromo, una particolare tecnica messa a punto dall'artista (Graves, 1905; The Studio, 1897, n. 56, pp. 119-121). Delle altre opere esposte alla Royal Academy negli anni successivi si conoscono solo i titoli inglesi riportati da Graves (1905): 1899, Closing the link, raffigurante una fucina di fabbro (The Athenaeum, 27 maggio 1899, p. 664); 1902, Surprised; 1903, My son's regiment. Tra il 1887 e il 1913, sempre in Inghilterra, il F. partecipò a numerose manifestazioni artistiche nelle quali espose in totale 85 opere delle quali tuttavia non si conoscono i titoli (Johnson - Greutzner, 1976).
I contatti con l'Italia furono comunque mantenuti: in occasione della grande Esposizione internazionale tenutasi a Roma nel 1911 vennero commissionate al F. le riproduzioni in calchi a grandezza naturale delle tombe di Edoardo il Confessore e di Enrico IIIe disua figlia, compiute da maestri cosmateschi per l'abbazia di Westminster; tali opere, esposte in questa circostanza in Castel Sant'Angelo, fanno parte attualmente delle collezioni del Museo di Roma (nn. 397, 400, 399; Bertini Calosso, 1911; Pericoli Ridolfini, 1963).
Un segno della stima che il F. si guadagnò con la sua attività londinese fu la nomina a commendatore della Corona d'Italia, onorificenza di cui poté fregiarsi sul frontespizio della sua prima opera letteraria, The stones of Italy, pubblicata a Londra nel 1927. In tale opera, illustrata con 32 immagini tratte da suoi acquerelli il F. ricorda di avere ricoperto l'incarico di commissario della sezione inglese in occasione della II Biennale romana, cui prese parte anche come espositore (catal., pp. 174 s.).
Scopo del libro era quello di proporre un "viaggio" in luoghi particolari della penisola, non necessariamente fra i più conosciuti, dei quali l'autore riferisce impressioni, suggestioni, con frequenti divagazioni su episodi della storia passata. Il F. scelse in prevalenza edifici e monumenti poco noti, in gran parte di epoca medievale. Ricordiamo a tal proposito alcuni titoli: a Genova L'ingresso laterale della cattedrale di S. Lorenzo e La porta Sovrano con la casa di C. Colombo; a Viterbo Il balcone della bella Galiana; a Venezia Il negozio di antiquariato al ponte dei Dai e La piazzetta di S. Geronimo. Gli acquerelli originali del Palazzo Bevilacqua a Bologna e dell'Ala del duomo di Milano con la torre di S. Gottardo si trovano attualmente presso la collezione Raskovic (Raskovic, 1989).
Caratteri del tutto analoghi ha la seconda prova letteraria del F., The castles of Italy; pubblicata a Londra nel 1933, con 24 illustrazioni tratte da acquerelli (si veda anche The Connoisseur, aprile 1934, p. 271) dell'artista stesso. Si tratta dell'ultima traccia finora conosciuta della poliedrica attività del F.: la premessa al libro reca la data del 20 marzo 1933 e fu redatta a Roma. Non sono noti né il luogo, né la data di morte del Formilli.
Fonti e Bibl.: A. Capannari, A proposito di un'antica trabeazione corintia scoperta nell'efebeo delle terme di Agrippa, in L'Italia artistica e illustrata, I (1882-83), pp. 1, 3 s.; Funiculì Funiculà, ibid., II (1883), pp. 158, 160; G. Cantalamessa, Giovanni Costa, ibid., III (1885), pp. 46 s.; C., Le nostre incisioni, ibid., pp. 63, 65; Esposizione italiana di Londra, Relazione, Londra 1888, pp. 459, 478, 495 s.; O. Rossetti Agresti, Giovanni Costa. His life, work and times, London 1904, pp. 202, 211 s., 218, 220; A. Graves, The Royal Academy of arts. A complete dictionary of contributors and their work from its foundation in 1769 to 1904, London 1905, II, p. 140; A. Bertini Calosso, Le mostre retrospettive in Castel Sant'Angelo, in L'Arte, XIV (1911), p. 462 n. 2; Guida generale delle mostre retrospettive in Castel Sant'Angelo, Bergamo 1911, pp. 76-80; F. Hermanin, Le mostre retrospettive in Castel Sant'Angelo, in Nuova Antologia, aprile 1911, p. 535; P. Misciattelli, La vita e l'arte a Castel Sant'Angelo, in Vita d'arte, IV (1911), p. 110; E. Somarè, Storia dei pittori italiani dell'800, Milano 1928, II, p. 77; A. Muñoz, Museo di Roma, Roma 1930, pp. 12-15; C. Pericoli Ridolfini, Visita al Museo, in Museo di Roma. Itinerario, Roma 1963, p. 23; P. Frandini, Nino Costa e l'ambiente artistico romano tra il 1870 e il 1890, in Aspetti dell'arte a Roma 1870-1914 (catal.), Roma 1972, pp. XXX-XXXII; G. Piantoni, La "Cronaca bizantina", "Il Convito" e la fortuna dei preraffaelliti a Roma, ibid., p. XXXVI; The Etruscan School. Centenary 1876-1976 (catal.), London 1976, pp. n.n.; The Etruscan School 1870-1900. English artists working in Rome (catal.), Carlisle 1978, pp. 3, 7; A.M. Damigella, La pittura simbolista in Italia 1885-1890, Torino 1981, p. 81 n. 86; D. Fonti, Cellini, Roma 1981, pp. 10, 13, 18 s.; Nino Costa e i suoi amici inglesi (catal.), a cura di S. Berresford - P. Nicholls, Milano 1982, pp. n.n.; G. Piantoni, Costa, Giovanni, in Diz. biogr. degli Italiani, XXX, Roma 1984, p. 193; G. Raimondi, Il Museo artistico industriale, tesi di laurea, Univ. degli studi di Roma "La Sapienza", a.a. 1984-1985, pp. 8, 201, 225; P. Pallottino, Storia dell'illustrazione italiana, Bologna 1988, p. 189; I pittori dell'Immaginifico. D'Annunzio e gli illustratori delle sue opere, a cura di R. Mammuccari - R. Langella (catal., Roma), Velletri 1989, p. 30; S. Raskovic, Un pittore artistico sentimentale. C. F., ibid., pp. 160 s.; T.F. Hufschmidt - L. Jannattoni, Antico caffè Greco. Storia ambienti collezioni, Roma 1989, p. 50; T.A. Marabottini, Nino Costa, Torino 1990, p. 40 s.; C. Bon Valsassina, La pittura a Roma nella seconda metà dell'Ottocento, in La pittura in Italia. L'Ottocento, Milano 1991, I, pp. 447, 460; A.V. Jervis, ibid., II, pp. 830 s.; H. Vollmer, Künstlerlexikon des XX. Jahrh., II, p. 133; A. Graves, A Dictionary of artists who have exhibited works in the principal London exhibitions from 1760 to 1893, Bath 1969, p. 101; J. Johnson - A. Greutzner, The Dictionary of British artists 1880-1940, Suffolk 1976, p. 181; J. Busse, Internationales Handbuch aller Maler und Bildhauer des 19. Jahrhunderts, Wiesbaden 1977, p. 422.