BOLDRINI, Cesare
Nacque a Bologna il 22 dic. 1785 da Giuseppe e da Orsola Brunetti. Terminati gli studi filosofici nel 1805, entrò nel corpo delle guardie d'onore del vicerè Eugenio Beauharnais a Milano e il 9 genn. 1806 fu nominato sottotenente nel reggimento cacciatori reali a cavallo. Partecipò alle campagne napoleoniche combattendo a Jena, a Eylau e a Friedland; dopo la presa di Danzica, fu promosso tenente e ufficiale d'ordinanza del generale Lannes.
Ritornato in Italia, ottenne ulteriori promozioni, il 4 apr. 1808 a primo tenente nel 1º reggimento Principe reale, e il 14 nov. 1810 a capitano comandante la compagnia scelta e il 1º squadrone del 1º reggimento cacciatori a cavallo italiani. Nei due anni successivi ebbe, dal viceré Eugenio, l'incarico di dirigere la scuola di cavalleria di Lodi. In seguito ottenne di ritornare sul campo di battaglia. Dopo la campagna di Russia combatté in Sassonia e, nel gennaio 1813, comandò uno squadrone di cavalleggeri scelti, partecipando alle battaglie di Lützen e Bautzen: in quello stesso anno venne decorato da Napoleone della Corona Ferrea. Dopo aver partecipato alla battaglia di Dresda, mentre faceva parte della divisione agli ordini del generale Vandamme, fu coinvolto nella mischia scoppiata a Kulm (29-30 agosto 1813) nella quale, insieme a numerosi ufficiali italiani e francesi, fu fatto prigioniero, e relegato a Lugos in Ungheria, dove rimase fino al primo crollo dell'impero napoleonico. Ritornato in Italia, comandò uno squadrone di ussari ungheresi coi quali ebbe a combattere contro l'esercito di G. Murat.
Terminata la guerra con la seconda e definitiva caduta di Napoleone, il B. aprì a Brescia una scuola d'equitazione, che poi trasferì a Milano, indi a Pavia. Nel 1841 fece ritorno a Bologna, poi, nel 1846, si trasferì a Macerata presso un genero, il patriota Alessandro Nisi, finché, allo scoppio della prima guerra d'indipendenza, si offrì volontario a Carlo Alberto che lo nominò colonnello dei cavalleggeri e aiutante di campo del generale Ramorino. Rimasto ferito nella prima fase della campagna, dovette sostare in Milano e non partecipò alla sua ripresa.
Ritornato a Bologna, offrì i suoi servizi alla Repubblica romana, ottenendo il comando dei carabinieri della città col grado di colonnello. Investita Bologna dalle truppe del generale Wimpffen, l'8 maggio 1849, il B., dopo aver effettuato varie ricognizioni, prima ad Anzola, poi alle porte della città assediata, si spostò, insieme col maggiore Marco Marliani, verso Porta Galliera, dove si trovavano, apparentemente abbandonati, alcuni pezzi di artiglieria nemica, di cui, pur sospettando un agguato, il B. con alcune decine di soldati cercò coraggiosamente di impossessarsi. Ma dalle siepi e dalle abitazioni circostanti gli Austriaci aprirono il fuoco ferendo gravemente il B., che, trasportato nel cortile del palazzo municipale, vi spirò poche ore dopo.
Fonti e Bibl.: Bullettini Officiali, in Gazzetta di Bologna, 11 maggio 1849; E. Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di A. Berselli, II, Bologna 1960, p. 123; Fasti e vicende dei popoli ital.dal 1801 al 1815..., XI, Firenze 1836, p. 16; O. Biancoli, Sugli avven. di Bologna nel maggio1849,Genova 1849, p. 22; C. A. Vecchi, La Italia. Storia di due anni,1848-1849, Torino 1851, pp. 431 s.; G. Gabussi, Mem. per servire alla storia dellarivoluzione degli Stati romani..., III, Genova 1852, p. 375; L. C. Farini, Lo Stato Romano dall'anno 1815 al 1850, IV, Firenze 1853, p. 119; M. D'Ayala, Vite degl'Italiani benemeriti dellalibertà e della patria..., Firenze 1868, pp. 73-76; D. Brasini, La resistenza di Bolognacontro le truppe austriache…, Bologna 1885, p. 18; C. Ravioli, I reduci dell'epoca napoleonica romani..., Roma 1887, pp. 192 s.; Cenni storici e biografici intornoal colonnello C.B…, Bologna 1888; U. Pesci, I Bolognesi nelle guerre nazionali, Bologna 1906, pp. 9, II, 85 s., 89 s.; R. Galli, Gli avvenimenti di Bologna nel maggio 1849…, in L'Archiginnasio, XXI (1926), pp. 85, 87 s., 92; Una lapide a C. B., in Il Comune di Bologna, XXI (1934), n. 5, pp. 63 s.; G. Maioli, Bologna romanamenteeroica..., in Ai caduti per Roma. 1849-1870, Roma 1942, pp. 1-3; R. Fantini, M. Venturoli e il suo Diario1849, in Boll. del Museo delRisorg. (Bologna), IX (1964), p. 167; Diz. del Risorg. naz., II, pp. 320 s.