CASSANDRIA (Κασσάνδρεια, Cassandräa)
E l'antica Potidea, colonia di Corinto sorta nella penisola di Pallene per opera di Periandro. Nel 356 a. C. la espugnò e distrusse Filippo di Macedonia, ma fu ricostruita da Cassandro che le diede il nuovo nome. Le successive vicende sono legate a quelle di Arsinoe, vedova di Lisimaco e di Tolomeo Cerauno. Ebbe poi istituzioni municipali greche e fu indipendente al tempo di Apollodoro. Demetrio si servì di Cassandria come del più importante arsenale navale; e che fosse tale in realtà, e ben munito, ebbe agio di sperimentarlo la flotta romana che unita a quella di Eumene vi pose invano assedio nel 169 durante la guerra contro Perseo. Dopo la battaglia di Pidna, venuta in possesso dei Romani insieme col resto della Macedonia, fu assegnata alla seconda delle regioni in cui la Macedonia venne divisa. Fece parte più tardi della provincia di Macedonia istituita dopo la ribellione dello Pseudo-Filippo. Al tempo d'Augusto vi si stanziò una colonia romana. Decadde e fu quasi distrutta durante le invasioni barbariche; ruderi, anche d'una certa entità, furono di recente messi in luce dalle esplorazioni archeologiche. Qualche moneta ha fatto pensare, forse a torto, che la città abbia temporaneamente assunto il nome di Euridicea, dalla moglie di Antipatro.
Bibl.: Sui ruderi di C. e sulla sua pianta v.: Duchesne-Bayet, Mission au mont Athos, Parigi 1876; Struck, Maked. Fahrten, I, 1907, 42 segg.; Leake, Northern Greece, III, 152. Sulle monete: B. V. Head, Hist. Num., 2ª ed., Oxford 1911, p. 212; Borrel, in Num. Chron., III, 135. Per le vicende, oltre alle storie generali, si veda Marquardt, L'amministrazione pubblica romana, trad. it., Firenze 1884, pp. 343-44.