CARTA (IX, p. 183)
La fabbricazione della carta non ha subito in questi ultimi tempi innovazioni di carattere profondo, ma solo perfezionamenti che si possono riassumere in una maggiore potenzialità delle macchine e degli stabilimenti e che hanno apportato all'industria vantaggi sensibili.
Il campo nel quale maggiormente si sono applicati studiosi e tecnici è stato quello delle materie prime fibrose. Benché con caratteristiche meno pronunciate e allarmanti, si ripete anche attualmente in questa industria, dopo circa ottant'anni, il fenomeno già verificatosi nella seconda metà del secolo XIX, la ricerca cioè di nuove fibre adatte alla fabbricazione della carta. Allora erano i cenci che facevano difetto; oggi è preoccupante per il futuro, anche nelle regioni prevalentemente boschive, il progressivo esaurirsi delle foreste, le quali attualmente costituiscono la sorgente quasi esclusiva della cellulosa e della pasta meccanica di legno. Questo stato di cose ha dato impulso a profondi studî per la ricerca di nuove fonti di materie prime, di nuovi processi di utilizzazione di altri vegetali, e in particolar modo di quelli a rapido accrescimento e annuali.
Questo problema delle materie prime cartarie, sempre maggiormente sentito in tutti i paesi, è importantissimo anche per l'Italia, a maggior ragione per il fatto che la cellulosa forma anche la base di partenza tanto per la fabbricazione del raion e del raion fiocco col procedimento alla viscosa, di cui l'Italia è uno degli stati maggiori produttori del mondo, quanto per altre importanti applicazioni, già in atto o allo studio, quali la fabbricazione degli esplosivi, delle vernici cellulosiche, delle masse plastiche, ecc.
Fino a pochi anni addietro, l'Italia era quasi totalmente tributaria dell'estero per il suo fabbisogno di cellulosa, e ciò sopra tutto per la mancanza di un adeguato patrimonio boschivo da poter convenientemente sfruttare a tale scopo.
Gli studî tendenti all'utilizzazione di altre piante furono per molto tempo condotti da un gruppo assai esiguo di studiosi, e i risultati conseguiti non ebbero generalmente la dovuta traduzione pratica industriale.
Nel 1935, su proposta della Corporazione della carta e stampa, sorse l'Ente per la cellulosa e per la carta, organismo che ha lo scopo di provvedere all'approvvigionamento delle materie prime e di promuovere lo sviluppo della fabbricazione della cellulosa in Italia, regolando e disciplinando le varie iniziative tendenti a liberare in questo settore l'Italia dall'asservimento all'estero. Vennero riprese, allora, da parte sia di istituti scientifici, sia di privati, con maggiore alacrità le ricerche sui più svariati vegetali per l'estrazione della cellulosa e si intensificarono gli studî per le varie sue applicazioni, quali la fabbricazione dei tessili artificiali, degli esplosivi, delle vernici, ecc.
Fra le principali piante sperimentate possono essere ricordati: la paglia di frumento e di riso, l'alfa tripolina, la ginestra, le bacchette di gelso decorticate, i canapuli, i residui di sorgo zuccherino dopo l'estrazione dello zucchero, la canna comune, gli steli di mais, i trucioli di castagno esausto.
Per quanto concerne i sistemi di fabbricazione della cellulosa, si seguirono indirizzi diversi, intesi però tutti a fissare le più favorevoli condizioni tecniche ed economiche secondo i varî materiali trattati. Oltre a quelli classici alla soda e al bisolfito, il metodo che ebbe finora più vasta applicazione fu quello al cloro gassoso, ideato da B. Cataldi nel 1915, perfezionato da U. Pomilio. Gl'impianti intermittenti costruiti a Juan Ortiz in Argentina e a Santiago del Chile rappresentano due tappe intermedie di perfezionamento; può invece essere considerato come continuo l'impianto costruito a Foggia per la fabbricazione di cellulosa dalla paglia di grano, avviato alla fine del 1936 dall'Istituto poligrafico dello Stato, che ne è il proprietario.
Un altro metodo che, come il precedente, può chiamarsi italiano, è quello al solfito neutro di sodio, noto più comunemente sotto il nome di metodo al monosolfito. Questo consiste in una ordinaria cottura del materiale preventivamente sminuzzato con una liscivia composta di soda caustica e di solfito neutro di sodio in proporzioni variabili. Secondo il brevetto delle cartiere Burgo, che studiarono questo processo, alla liscivia si aggiunge un sale di zinco o di stagno che avrebbe l'effetto di accelerare l'aggressione delle sostanze non cellulosiche.
Più recenti brevetti prevedono anche trattamenti misti, cioè due o più cotture successive, come, per es., un trattamento acido ed uno alcalino. Questi vennero specialmente studiati allo scopo di ottenere cellulose di alta purezza per raion ed altre applicazioni che richiedono proprietà chimiche speciali.
Le realizzazioni industriali sono pure in pieno sviluppo. Oltre ai due impianti esistenti a Mantova e a Tolmezzo, che ora producono complessivamente circa 300 mila quintali di cellulosa all'anno e che si stanno attrezzando per produrre cellulosa bianchita, e oltre alla già menzionata fabbrica di Foggia la cui produzione sarà presto più che raddoppiata e portata a 300 mila quintali, esiste un ampio programma di impianti che è già in parte entrato nella sua fase finale, in quanto sono sorti o stanno sorgendo presso alcune cartiere nuovi reparti per la produzione della cellulosa necessaria al proprio fabbisogno.
Si prevede che, se le iniziative ora in corso di studio potranno essere tradotte rapidamente in pratica, fra non molti anni alla produzione sopra accennata si potranno aggiungere altri 800 mila quintali di cellulosa all'anno.
Anche l'industria del raion sta per uscire dalla fase sperimentale e studia la realizzazione su vasta scala della fabbricazione della cellulosa nobile ad essa occorrente per la produzione dei tessili artificiali, produzione che attualmente si aggira sui 130 milioni di kg. annui.
Produzione e commercio in Italia. - La produzione di carta e cartoni in Italia è stata nel 1936 di 4.274.000 quintali e nel 1937 di 5.106.550 (produzione mondiale nel 1934: 220 milioni circa). Le aziende produttrici di pasta di legno e di cellulosa sono 5 con oltre 600 dipendenti, quelle produttrici di carta e di cartone sono 338 con 394 stabilimenti e oltre 32.000 dipendenti.
Il complesso delle aziende cartarie provvede quasi completamente al fabbisogno interno: il movimento commerciale è quindi molto limitato.
L'importazione di carta e cartoni che nel 1934 era stata di 253.171 q., e nel 1936 di 136.257, è stata nel 1937 di 204.522 quintali. L'esportazione, da 97.402 q. nel 1934 e 80.413 nel 1936 è salita a 189.440 q. nel 1937.