LAZZARO, Carmelo
Nato a Palermo il 16 dic. 1863, presso quell'Università si laureò in medicina e chirurgia il 29 luglio 1886. Dedicatosi subito alla ricerca scientifica, intraprese la carriera universitaria: allievo e assistente di V. Cervello, titolare della cattedra di materia medica e successivamente di quella di farmacologia sperimentale nell'ateneo palermitano, nel 1890 conseguì la libera docenza in farmacologia sperimentale.
L'attività di ricercatore del L. ebbe inizio nel periodo della grande trasformazione della disciplina e della sua definitiva sistematizzazione concettuale e metodologica. Resosi autonomo e disgiunto da quello della botanica nel 1850, lo studio della materia medica, cioè delle piante e delle droghe utili all'uomo nella lotta contro le malattie, si andava decisamente orientando verso la ricerca e la definizione delle sostanze dotate di efficacia farmaceutica, quindi verso l'individuazione dei principî farmacologicamente attivi e dei loro meccanismi d'azione. Nascevano in tal modo i nuovi grandi ambiti scientifici destinati a floridi sviluppi: la farmacognosia, la farmacodinamica, la farmacologia sperimentale.
Nell'Università di Palermo il L. iniziò la sua carriera di docente di farmacognosia come professore incaricato nel 1896, straordinario nel 1897, ordinario nel 1906. Nel 1919 fu chiamato a succedere al maestro nella direzione della cattedra palermitana di farmacologia sperimentale e tossicologia. Nella stessa Università fu anche direttore della scuola di farmacia, preside della facoltà medico-chirurgica e consigliere di amministrazione.
Brillante studioso, il L. fu autore di importanti ricerche sperimentali riguardanti il meccanismo d'azione di numerosi farmaci, indagandone in particolare il rapporto tra costituzione chimica e azione fisiologica (Sul rapporto tra la costituzione chimica dei corpi e la loro azione farmacologica, in Archivio per le scienze mediche, XV [1891], pp. 241-252). In particolare, degne di menzione furono le sue osservazioni sulla proprietà posseduta dalla stricnina di provocare nell'attività del cuore modificazioni analoghe a quelle indotte dalla digitalina (Modificazioni subite dal cuore per influenza della stricnina, in Annali di chimica e di farmacologia, s. 4, t. VIII [1888], pp. 164-172), sulle variazioni della pressione sanguigna conseguenti alla somministrazione di alcuni farmaci (Ricerche sulla pressione sanguigna modificata da farmaci, ibid., t. XI [1890], pp. 92-101), sulle modalità di azione di vari farmaci (ad es., Parallelo farmacologico tra teobromina e caffeina, ibid., t. XII [1890], pp. 177-187; Studio sperimentale sul fluoruro d'argento, in Archivio di farmacologia e terapeutica, II [1894], pp. 257-265; Azione dell'atropina sulla secrezione urinaria, ibid., V [1897], pp. 209-219, con A. Pitini); e la bella serie di ricerche, condotte in collaborazione con F. Foderà, sull'azione esercitata da numerosi medicamenti sull'apparato cardiocircolatorio (Terapia dei vizii cardiaci, ibid., I [1893], pp. 97-110; Farmaci che ripristinano il compenso eccitando il cuore, ibid., pp. 129-139; Succedanei della digitale, ibid., pp. 161-167; Farmaci che ripristinano il compenso per prevalente influenza dilatativa sui vasi sanguigni, ibid., pp. 193-200; Farmaci che ripristinano il compenso modificando la massa sanguigna, ibid., pp. 321-328, 385-394, 417-425). Una speciale menzione, infine, merita il nuovo metodo sperimentale introdotto dal L. per lo studio della secrezione biliare (Nuovo processo per la fistola biliare, ibid., pp. 110-115; Nouveau procédé pour la fistule biliaire, in Archives italiennes de biologie, XIX [1893], pp. 121-125).
Il L. fu attivo anche in campo ospedaliero e assistenziale: frequentò infatti le corsie dell'ospedale S. Saverio dapprima come medico interno, poi come medico aggiunto e, dichiarato idoneo alla direzione dell'ospedale dei colerosi di Augusta già nel 1887, fu in seguito consulente e presidente dell'ospedale marino Enrico Albanese e dell'Istituto S. Rocco. Nel 1911, durante le epidemie di colera e di vaiolo, ricoprì la carica di assessore per l'igiene. Notevole fu, inoltre, il suo contributo alla lotta antitubercolare nella città e nella provincia di Palermo: coadiutore del Cervello nell'istituzione e nella conduzione del sanatorio Pedrazzi, fu direttore del dispensario antitubercolare del Banco di Sicilia, attivo dal 1913 e per alcuni anni l'unico funzionante nel Mezzogiorno.
Il L. morì a Palermo il 13 ott. 1927.
Membro di varie società scientifiche, il L. fu segretario dell'Accademia di scienze, lettere ed arti di Palermo, vicepresidente dell'Istituto di medicina sociale, membro della Reale Accademia di medicina.
Fonti e Bibl.: Necr., in Riv. sanitaria siciliana, XV (1927), pp. 1059 s.; L. Giuffrè, C. L., in Annali di clinica medica e medicina sperimentale, XVIII (1929), pp. 391-402; Id., C. L., in La Cultura medica moderna, VIII (1929), pp. 392-400; S. La Mendola, C. L., ibid., pp. 843 s.; D. Mirco, La facoltà medica di Palermo, in Minerva medica, XXVI (1935), 1, pp. 244 s.; L. Sagona, Attuazioni di lotta antitubercolare nella provincia di Palermo, Palermo 1935, p. 35; A. Imbesi, La "materia medica" in Sicilia, in Galeno. Riv. di arte e di storia della farmacia, XVI (1968), 1, p. 21; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte…, II, p. 875.