CARLO V re di Francia
CARLO V re di Francia (IX, p. 36).
La biblioteca di Carlo V. - Appassionato studioso, Carlo V consacrò la miglior parte del suo tempo a raccogliere manoscritti di ogni genere e a farne eseguire per suo conto; i copisti da lui impiegati furono abilissimi e i nomi di alcuni di essi ci sono conosciuti. Un indice del grande interesse che il re nutriva per i suoi libri ci è fornito dalle cure continue spiegate per la loro legatura e la loro conservazione. Suo uomo di fiducia per la biblioteca fin dal 1369 fu Gilles Mallet, il quale alla morte del re, avvenuta il 16 settembre 1380, fu suo esecutore testamentario.
Un primo inventario venne compilato dal Mallet nel 1373; nella Bibliothèque Nationale di Parigi si conserva la copia che dell'originale (perduto) fece maistre Jean Blanchet due mesi dopo la morte di Carlo V. Vi ritroviamo opere di teologia, diritto, scienza ed arti, storia e letteratura, con classici latini tradotti in francese e un gran numero di romanzi di cavalleria. Si conoscono i nomi di alcuni fra i traduttori impiegati dal re per le versioni da testi latini: Christine de Pisan, Denis Foulechat, Jean Corbechon, Jean Daudin (tradusse il De Remediis utriusque fortunae del Petrarca), Nicole Oresme, Raoul de Presles, Simon de Hesdin. L'inventario ci mostra anche come molti volumi fossero riccamente rilegati.
Con l'avvento di Carlo VI, il Mallet continuò nel suo ufficio, tenuto fino al 1411, anno di sua morte; ma già aveva dovuto in quel periodo soddisfare richieste di congiunti e d'amici del nuovo signore e privare di buon numero di codici la biblioteca, che a poco a poco venne poi spogliata. Dei 1300 manoscritti di cui si componeva, oggi ne sono noti appena un centinaio, dispersi un po' dappertutto e descritti da Léopold Delisle nella sua classica opera dedicata a questo studio.
Bibl.: L. Delisle, Recherches sur la Librairie de Charles V, voll. 2, Parigi 1907.