Poeta (Genova 1692 - Parma 1768). Somasco, fu da Clemente XII prosciolto dai voti monastici. Poeta (dal 1725) della corte dei Farnese a Parma e poi (passati col trattato di Aquisgrana ai Borboni di Spagna i ducati di Parma, Piacenza e Guastalla) di quella borbonica, il F., che ebbe notevoli cariche tra le quali quella di segretario perpetuo dell'Accademia di belle arti, fu per qualche tempo ritenuto primo tra i lirici tanto che S. Bettinelli scelse i suoi versi sciolti - insieme coi suoi proprî e con quelli di F. Algarotti (Versi sciolti di tre eccellenti autori) - come degni di essere proposti a modello di nuova poesia. Il F., consapevole dei suoi limiti, se ne dolse; né volle mai pubblicare la raccolta completa delle sue innumerevoli poesie. La reazione alla fama esagerata cominciò presto e fu autorevole (Baretti, Alfieri, ecc.) e generale. Il F. fu ritenuto prototipo dei "versiscioltai" inconcludenti, poeta facile e vuoto; "padre incorrotto di corrotti figli" lo disse, per difenderlo, il Monti; ma è certo che le critiche erano almeno in parte giustificate. Il Frugoni è autore di numerose composizioni (canzonette, poesie eroiche, odi, sonetti, versi sciolti) che nel 1779 furono raccolte in dieci volumi di Opere poetiche: alcune di queste liriche (e particolarmente quelle che cantano l'amore e la raffinata gioia del vivere settecentesca) resistono al tempo. Scrisse anche libretti d'opera.