GAGLIARDI, Carlo
Nacque il 14 maggio 1710 a Bella, piccolo centro della Basilicata presso Muro Lucano. Ricevette i primi insegnamenti teologici e giuridici nel seminario vescovile di questa città e li completò a Napoli.
Sacerdote dal 1° luglio 1733, poi vicario generale di Capri, si segnalò per acume e profonda cultura, tanto da meritare nel 1738 prima la supplenza e due anni più tardi la cattedra di Decretali presso l'Università di Napoli. Tenne la cattedra per circa un trentennio. Furono anni di attività intensa e feconda, durante i quali egli scrisse varie opere, alcune pubblicate e altre inedite.
Fra le prime, è da segnalare l'opera intitolata Institutionum iuris canonici communis et Neapolitani, libri IV, che deve considerarsi di fondamentale importanza in quanto, più di ogni altra, esprime compiutamente il pensiero del G. sui rapporti tra la potestà regia e la Chiesa nel Regno di Napoli. Sempre a Napoli nel 1747 vennero stampate altre due opere: il De iure dotium commentarius in Digestorum, Codicis et voluminibus iuris Neapolitani rubricam, ristampate nel 1780, e il De beneficiis ecclesiasticis commentarius.
Il 10 luglio 1767 fu nominato vescovo di Muro Lucano. Nella sua città attese per mandato apostolico alla istituzione di un Monte di pietà. Riformò il corso di studi del seminario diocesano, curando l'approfondimento delle discipline teologiche e canonistiche. Inoltre rivalutò lo studio delle lettere latine e greche.
Di costumi morigerati, sollecitò il suo clero a una maggiore disciplina. Ciò gli procurò continui e ripetuti conflitti. Accusato, ingiustamente, secondo lo storico di Muro Lucano L. Martuscelli, di aver tenuto una condotta immorale, trascorse a Napoli gli ultimi mesi della sua vita in una sorta di esilio volontario, conclusosi il 1° luglio 1778, giorno della sua morte.
Postume, furono pubblicate, sempre a Napoli, altre due sue opere: il De iure patronatus commentarius nel 1781 e l'anno seguente il Tractatus de iure congrui.
Dei quattro libri delle Institutiones del G. il terzo riguarda la questione specifica dei rapporti tra la giurisdizione laica e la giurisdizione secolare. Le altre parti del trattato riguardano le questioni del diritto canonico sotto il profilo dottrinale e del suo sviluppo storico. Vengono altresì analizzate più specificamente nel secondo libro le questioni sia spirituali sia temporali della Chiesa e nel quarto libro i problemi riguardanti lo svolgimento del processo penale canonico.
Per quanto riguarda il tema dei rapporti fra Stato e Chiesa, il G. era verosimilmente attestato su posizioni moderate, non lontane dalla politica ecclesiastica perseguita dalla Corona. Ad esempio, trattando, sotto l'aspetto processuale, di talune controversie in tema di sepolture, esprime l'avviso che a dirimere tali questioni sia il competente foro secolare, richiamandosi esplicitamente a Z. van Espen. È da segnalare, soprattutto, la piena adesione del G. alla convinzione - espressa da van Espen - che il potere del re si fonda sulla legittimazione religiosa. Ripetutamente nella sua opera il G. pone una netta distinzione fra il potere conferito da Cristo al papa e il potere temporale del re. Diversa è la natura dei due poteri e diversa è la sfera di competenza di ciascuno di essi. La conseguenza di tale assunto è chiara: il regime concordatario - attuato a Napoli nel 1741 - diventa necessario per ristabilire la concordia tra le due sfere. Il concordato avalla talune competenze sottratte al foro laico e deferite al foro ecclesiastico, e il G. ne prende atto da giurista, senza mostrarsi invero perplesso per le polemiche così diffuse nell'ambiente della curia napoletana.
Se le Institutiones possono talora apparire scarsamente originali, è però innegabile la viva partecipazione del G. alle istanze e alle sollecitazioni che provenivano a Napoli dal resto d'Europa. In questa prospettiva il G. si rivela esponente di sicuro rilievo nel dibattito giuridico che su temi pubblicistici si è svolto in Italia nella seconda metà del XVIII secolo.
Fonti e Bibl.: L. Giustiniani, Memorie istoriche degli scrittori legali del Regno di Napoli, Napoli 1787, II, pp. 63-65 (fornisce come anno della morte del G. il 1779, ma più degna di fede è la data del 1778 indicata in R. Ritzler - P. Sefrin, Hierarchia catholica…, VI, Patavii 1958, p. 298); L. Martuscelli, Numistrone, Napoli 1896, pp. 292-297; J.F. von Schulte, Die Geschichte der Quellen und Literatur des canonischen Rechts, Graz 1956, III, pp. 533 s.; A. Genovesi, Lettere, in Illuministi italiani, V, Riformatori napoletani, a cura di F. Venturi, Milano-Napoli 1962, p. 32; T. Pedio Storia della storiografìa lucana, Bari 1964, pp. 76 s., 163, 206.