FRANCIONI, Carlo
Nato a Firenze, da Tito e da Fanny Tedesco, il 23 apr. 1877, studiò medicina e chirurgia presso l'Istituto di studi superiori fiorentino, allievo, tra gli altri, di G. Banti, P. Grocco e G. Mya. Particolarmente attratto dallo studio della pediatria, fu allievo interno nella clinica pediatrica diretta dal Mya, sotto la cui guida si laureò nel 1901. Nominato assistente, nel 1911 ottenne la libera docenza in clinica pediatrica; nello stesso anno divenne aiuto di C. Comba, succeduto al Mya, e conservò tale incarico fino al 1915, quando risultò primo nel concorso alla direzione della cattedra di clinica pediatrica dell'università di Bologna. Nella nuova sede, il F. riorganizzò la clinica pediatrica, allora sistemata in una modesta sezione dell'ospedale S. Orsola, dotandola di laboratorio di analisi e di reparti di radiologia e terapia fisica.
Allo scoppio del conflitto mondiale non venne accolta la sua richiesta di andare al fronte, ma fu destinato alla sorveglianza dell'infanzia di Bologna e della provincia, in modo particolare dei figli dei combattenti. Nel 1922 trasferì la clinica pediatrica nei nuovi locali dell'ospedale Gozzadini. Qui egli organizzò i corsi biennali della specializzazione in pediatria e quelli di puericultura e ampliò e potenziò l'iniziativa "Aiuto materno", per il cui finanziamento e sviluppo alla sua morte lasciò tutti i suoi beni.
Il F. fu autore di studi interessanti tutti i settori della clinica pediatrica. Una particolare inclinazione mostrò per le ricerche neurologiche e neuropsichiatriche: il primo contributo in tale campo fu l'accurata descrizione clinica corredata da indagine istopatologica di un caso di sclerosi cerebrale diffusa, ora generalmente conosciuta come malattia di Schilder (Un caso singolare di sclerosi cerebrale, in Riv. di clinica pediatrica, I [1903], pp. 217-250); seguirono poi le ricerche sui disturbi motori, con l'applicazione alla pratica clinica delle concezioni sulla contrazione muscolare formulate da F. Bottazzi (Le sindromi motorie della prima infanzia in rapporto con le condizioni di sviluppo del sistema nerveo-muscolare, in Riv. sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazioni mentali, XXXIII [1907], pp. 449-497, 780-819), sul significato della pressione del liquido cerebrospinale studiata con un manometro di sua progettazione che gli consentirono di dimostrare la possibilità di diagnosticare precocemente la poliomielite attraverso il reperto del risentimento flogistico delle meningi che ne caratterizza lo stadio iniziale (Sulla pressione endorachidea in varie malattie dei bambini, in Riv. di clinica pediatrica, IX [1911], pp. 161-210), sulla patogenesi del sonno patologico e sulle conseguenze specialmente psicomotorie di tale sindrome (Sindromi mesencefaliche con manifestazioni di sonno patologico, ibid., XV [1917], pp. 505-548), sulle cause delle convulsioni infantili (Sul significato delle convulsioni che si presentano nei primissimi tempi della vita, ibid., XVI [1918], pp. 393-429), sulla particolare sindrome mentale osservata durante la diffusione epidemica dell'encefalite letargica manifestatasi nel dopoguerra (Su di una particolare sindrome mentale consecutiva alla encefalite epidemica, in Il Policlinico, sez. pratica, XXXVIII [1921], pp. 575-582), su vari temi di neuro e psicopatologia (Contributo clinico-statistico alla prognosi della frenosi maniaco-depressiva, in Rass. di studi psichiatrici, X [1921], pp. 79-120; Sulla guaribilità della meningite tubercolare e sull'assegnamento che in pratica si può fare su di un tale evento, in Riv. di clinica pediatrica, XXII [1924], pp. 688-698; Sopra i reperti anatomopatologici del parkinsonismo da encefalite epidemica, in Cervello, V [1926], pp. 65-106; Paralisi progressiva: cura malarica. Reperti anatomici, in Note e riv. di pediatria, s. 3, XIV [1926], pp. 247-254).
Di notevole interesse scientifico e clinico furono gli studi condotti dal F. sui fenomeni immunopatologici: la sua concezione che altri elementi cellulari, oltre quelli della barriera intestinale, possono partecipare ai processi di difesa dell'organismo, gli consentì di dimostrare, con il controllo delle precipitine specifiche, che la generalità degli eritemi scarlattiniformi non rientra nel quadro della vera malattia da siero, caratterizzata dalla diminuzione del complemento assorbito nella reazione antigene-anticorpi (La malattia da siero, in Lo Sperimentale, LVIII [1904], pp. 767-802; La diminuzione del complemento nella malattia da siero, in Riv. di clinica pediatrica, VI [1908], pp. 321-330); l'esperienza maturata nel corso di tali ricerche gli consentì la messa a punto di metodi di preparazione di immunsieri specifici e di studiarne i possibili effetti indesiderati (Di un metodo per concentrare i sieri antitossici, ibid., III [1905], pp. 759-761, in coll. con G. Rossi; Della patogenesi degli accidenti sieroterapici, ibid., pp. 278-280); applicò estesamente il trattamento sieroterapico, in particolare nella difterite, considerandone i vari aspetti (Perdita dell'immunità passiva in seguito alla malattia da siero nella difterite, ibid., V [1907], pp. 601-619; Recenti questioni di sieroterapia antidifterica, ibid., VII [1909], pp. 664-674; Perdita dell'immunità passiva antidifterica in seguito alla malattia da siero, in La Riforma medica, XXV [1909], pp. 1016-1022; Sepsis aus diphtheriähnlichen Bazillen bei einem Säuglinge mit klinischen Erscheinungen Winckelscher Krankheit, in Monatsschrift für Kinderheilkunde, VII [1909], pp. 717-725; A proposito della sieroterapia endorachidea nella difterite, in Riv. di clinica pediatrica, VIII [1910], pp. 889-914; Discussioni intorno alla sieroterapia antidifterica, ibid., XIX [1921], pp. 31-49), ma anche nella meningite (Il potere fagocitario del sangue e la sieroterapia nella meningite da meningococco di Weichselbaum, in Lo Sperimentale, LXIII [1909], pp. 587-648, in coll. con G. Menabuoni).
Nel campo dell'infettivologia il F. recò interessanti contributi batteriologici e patologici, come sempre di grande importanza clinica (Infezione da batterio fluorescente, in Riv. di clinica pediatrica, II [1904], pp. 923-934; Bakteriologische Aetiologie und Pathogenesis der Masern, in Jahrbuch für Kinderheilkunde und physische Erziehung, LXVIII [1908], pp. 391-409, in coll. con D. Pacchioni; Pielite suppurativa in un bambino curata mediante la batterio-terapia, in Riv. di clinica pediatrica, VII [1909], pp. 273-284; Sull'importanza della sifilide nella patogenesi di svariate malattie dell'infanzia in base ai risultati della reazione di Wassermann, ibid., X [1912], pp. 589-644; Come guarisce spontaneamente una tossinfezione (in particolare la difterite), in Fattori di guarigione spontanea delle malattie infettive…, Milano 1927, pp. 179-225).
Di rilievo furono pure le sue ricerche sull'alimentazione del lattante (Contributo clinico alla conoscenza delle affezioni del lattante da causa materna, in Riv. di clinica pediatrica, VIII [1910], pp. 889-914; A proposito di nefrite materna ed allattamento, ibid., IX [1911], pp. 558-563; Sulla presenza di saponi acidi nelle feci dei lattanti, ibid., XI [1913], pp. 184-203, in coll. con R. Funaro; I disturbi della nutrizione al seno, Bologna 1914; Sulla eliminazione dell'acido urico nel lattante, in Riv. di clinica pediatrica, XIII [1915], pp. 579-592, 662-682; Stenosi congenita del duodeno e lattosuria cronica in un lattante, ibid., XV [1917], pp. 1-40; Considerazioni sull'alimentazione del bambino lattante, in Boll. della Soc. ital. per lo studio dell'alimentazione, I [1919], pp. 1-16).
Sono anche degni di ricordo i lavori sulla costituzione individuale in rapporto all'evoluzione e alla patologia (Sull'importanza del fattore predisponente costituzionale nella patogenesi dell'anemia grave del lattante. (Contributo alla patologia dei gemelli), in Riv. di clinica pediatrica, XIV [1916], pp. 225-252; Sullo studio dei gemelli, ibid., XVII [1919], pp. 57-82; L'evoluzione morfologica dell'organismo umano nelle prime età della vita, in Arch. di ortopedia, XXXV [1919], pp. 235-261), i contributi alla conoscenza dell'anatomia e della semeiotica pediatrica (L'esame generale del lattante, in Trattato di semeiotica…, diretto da G. Viola, Milano 1928, pp. 47-56; Nozioni generali di anatomia, fisiologia e patologia del bambino, in Trattato di pediatria diretto da C. Comba e R. Jemma, I, ibid. 1934, pp. 1-92), le osservazioni cliniche e terapeutiche nei più disparati campi della patologia pediatrica (Sulla roentgenterapia delle adenopatie tubercolari, in Riv. di clinica pediatrica, IV [1906], pp. 666-670; La reazione del Wassermann nei bambini, in Atti del Congresso dei pediatri italiani 1911, Palermo 1912, pp. 364-371, in coll. con G. Menabuoni; Sul significato di alcune manifestazioni morbose periodiche dell'età infantile, in La Medicina ital., III [1922], pp. 667-672; Sull'emoglobinuria parossistica a frigore, in Riv. di clinica pediatrica, VII [1909], pp. 581-614; L'atrofia giallo-acuta del fegato (ittero grave) nell'infanzia, ibid., XII [1914], pp. 653-680).
Negli ultimi anni, in collaborazione con S. Ottolenghi, il F. organizzò l'attivazione di un servizio di vaccinazione antitubercolare con il vaccino BCG. Fu membro del Consiglio nazionale delle ricerche e vicepresidente della Società italiana di pediatria.
Morì a Bologna il 14 giugno 1929.
Fonti e Bibl.: Necr. in La Pediatria del medico pratico, IV (1929), pp. 435 s.; La Clinica pediatrica, XI (1929), pp. I-IV; La Pediatria, XXXVII (1929), pp. 733 s.; Rivista di radiologia e fisica medica, I (1929), pp. 478 ss.; Rivista di patologia e clinica della tubercolosi, III (1929), p. 552; Rivista di clinica pediatrica, XXVII (1929), pp. I-III; I. Novi, Commemorazione del prof. C. F., in Bullettino delle scienze mediche, CI (1929), pp. 279-281; M. Pincherle, L'opera di C. F., ibid., pp. 465-481; N. Latronico, Storia della pediatria, Torino 1977, p. 672; G.P. Salvioli, Storia dello sviluppo della pediatria a Bologna, in Rivista italiana di pediatria, XIX (1993), Suppl. 1, pp. 2 ss.; I. Fischer, Biograph. Lexikon der hervorragenden Ärzte…, I, pp. 436 s.