FAUCCI, Carlo
Nato nel 1729 a Firenze, fu allievo dell'incisore Carlo Gregori (Firenze, Bibl. naz., ms. II.I 438: Notizie di C. Gregori lucchese scritte da A. Cambiagi, c. 4r) e lavorò sia al bulino sia all'acquaforte. Nella Biblioteca nazionale di Firenze è conservato un esemplare della Topografia della provincia del Mugello situata alle falde degli Appennini in Toscana, realizzata dal F., inserita nel libro di G. M. Brocchi, Descrizione della provincia del Mugello con la carta geografica del medesimo... (Firenze 1748; ristampa anastatica, Bologna 1967); un altro esemplare della carta, colorato a mano, è conservato presso il Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi. La specializzazione dei F. fu comunque l'incisione di riproduzione, secondo l'indirizzo e la cultura del tempo.
Una delle prime opere cui partecipò il F. (con una sola tavola) è l'Opus Bernardini Poccetti qd. in saccello Ss.rum Nerei et Achillei in atrio templi S. M.ae Magdalenae de Pazzis Florentiae adservatum, Firenze 1758-1759, inciso per la maggior parte da Carlo e Ferdinando Gregori, ed anche da G. B. Betti.
Nella prima metà del Settecento, a Firenze, si era affermato il marchese Andrea Gerini come animatore delle migliori imprese calcografiche del suo tempo, che accreditarono l'immagine di Firenze e della Toscana anche durante il periodo della reggenza e suggerirono altre iniziative nella riproduzione di disegni e dipinti. Tra l'altro il Gerini sollecitò alcuni pittori a copiare i dipinti della sua quadreria allo scopo di trarre dai disegni incisioni il più possibile fedeli agli originali. Lavorarono a quest'opera il F., L. Lorenzi, C. Gregori, V. Vanni, A. Baratti, P. A. Pazzi, F. Bartolozzi, G. Zocchi, G. A. Faldoni.
Nel 1759 uscì la prima parte della Raccolta di stampe rappresentanti i quadri più scelti de' signori marchesi Gerini (Firenze, Stamperia Mouckiana); mentre la seconda, la Raccolta di ottanta stampe rappresentanti i quadri più scelti…, a causa della morte del marchese Gerini nel 1766, fu edita soltanto nel 1786 da G. Bardi e N. Pagni.
Le otto incisioni del F. che compaiono nell'edizione del 1759 e poi nella prima parte di quella del 1786 sono: Martirio di s. Andrea, da Carlo Dolci, ristampato ancora dopo il 1786 con la legenda: "Croce illustre, Ara d'amore, dove fu vittima un Dio, io t'adoro e bramo anch'io di morire unito a te" (Firenze, Bibl. Marucelliana, Stampe XXXIV, tav. 3); Lotta di Ercole con i due serpenti ed Ercole al bivio da Pompeo Batoni; Incoronazione della Vergine da P. P. Rubens; S. Pietro piangente da G. F. Barbieri detto il Guercino; S. Maria Egiziaca da G. Ribera detto lo Spagnoletto; S. Giuda Taddeo da Bartolomeo Carducci. Nell'edizione del 1786 compaiono in più: Ritratto di Ant. Vandich (autoritratto a mezzo busto); Lo Sposalizio di Maria Vergine da Pietro da Cortona, Gesù Cristo deposto di croce da' discepoli da Iacopo dal Ponte detto il Bassano.
Il F. partecipò inoltre alla raccolta Chronologica series simulacrorum regiae familiae Mediceae, pubblicata da Giuseppe Allegrini nel 1761, con cento incisioni di ritratti in collezioni fiorentine.
Già dal 1755 G. Allegrini aveva pensato a questa pubblicazione radunando disegni di Carlo Gregori, G. D. Campiglia, ma soprattutto di G. Zocchi. Il grosso delle incisioni fu affidato a Francesco Allegrini, aiutato dall'allievo A. Zaballi; alcuni ritratti furono incisi dall'Allegrini "apud C. Faucci". Il successo della serie medicea fu tanto clamoroso che l'Allegrini cominciò a gettare le basi per una serie di iconografie di illustri toscani. Infatti fra il 1766 e il 1778 stampò la Serie di ritratti d'uomini illustri toscani... in quattro volumi, a cui il F. partecipò con numerose incisioni, tra cui il ritratto di Pietro Leopoldo, visto di fronte, in ovale da invenzione di G. Zocchi (inserito nel primo volume cfr. ill. 13 in Musei e Gallerie di Milano, G. Bologna, Musei del Risorgimento e di storia contemporanea, Milano 1975) e l'Accademia Platonica da invenzione di Santi Pacini, con Marsilio Ficino, il Landino, e il Poliziano attorno al busto di Platone (quale antiporta del terzo volume).
L'Autoritratto di A. D. Gabbiani, inciso dal F. nel 1751 su disegno di G. B. Cipriani, comparve nella Vita di Anton Domenico Gabbiani, pubblicata a Firenze nel 1762 da I. E. Hugford e dedicata a P.-J. Mariette.
Il 4 apr. 1766 Giuseppe Pelli Bencivenni (dal 1775 al 1793 direttore della Galleria degli Uffizi), fatta una ricognizione delle incisioni tratte dai dipinti delle collezioni granducali depositate nella Guardaroba durante il periodo della reggenza, si rammaricava nelle Efemeridi (XVI, f. 89) che "non sapendosi lavorare con la sfera", tutti i quadri fossero stati riprodotti a rovescio e che "opere cosi pregevoli" fossero state "malmenate"; nello stesso scritto (f. 90) aggiungeva un giudizio positivo sul F., definendolo "di merito grande nel bulino".
Il Pelli Bencivenni commissionò al F. il ritratto di Montesquieu, che fu inciso da questo nel 1767. Nelle Efemeridi (XX, f. 12, "a dì 17 martedì") si legge: "io ha avuto mano perché Carlo Faucci incisore in rame intagliasse come ha fatto il ritratto di Montesquieu che possiede il canonico Guasco... È venuto bene nella testa, mentre nel busto ed in un braccio ha qualche difficoltà. Sono poi contentissimo di aver reso questo piccolo servizio alla memoria di un tanto uomo che io venero".
Il F. ebbe rapporti con l'Inghilterra e con l'editore John Boydell. Morì a Firenze intorno al 1784.
Il F. fu definito "celebre incisore fiorentino" nel Supplemento alla serie dei trecento elogi e ritratti degli uomini i più illustri... o sia Abecedario pittorico... (Firenze 1776, p. 1399); dove si aggiunge: "ha intagliato varj pezzi della Quadreria Gerini, ed ha dimostrato in altri lavori la sua rara abilità". Il F. fu ritratto da Gaetano Vascellini, che si era perfezionato con lui a Firenze, in un'incisione all'acquaforte in cui è rappresentato di tre quarti, con turbante e con in mano il bulino, della quale sono conservati due esemplari: uno nella Biblioteca nazionale di Firenze (Fondo Buonamici) e l'altro nella sezione iconografica del Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi.
Raimondo, nipote del F., attivo a Firenze nella seconda metà del sec. XVIII, collaborò con lo zio ad alcune importanti imprese calcografiche, fra cui la Serie di ritratti... dell'Allegrini, dove ai volumi I, II, IV compare come disegnatore e incisore. Raimondo aveva partecipato anche alla Chronologica series simulacrorum regiae familiae Medicaeae, con i ritratti incisi di Clarice Medici, Lorenzo de' Medici, Lucrezia de' Medici, tratti da disegni di G. Zocchi. Al 1760 risalgono le incisioni delle storie della Libreria del duomo di Siena da disegno di Lorenzo Feliciati.
Fonti e Bibl.: Firenze, Bibl. naz., Poligrafo Gargani, nn. 782, 786 e ms. N.A. 1050: G. Pelli Bencivenni, Efemeridi, s. 1, XVI [1766], ff. 89 s.; XX (1767), f. 12; G. Gori Gandellini, Notizie istoriche degli intagliatori... [1771], II, Siena 1808, pp. 12-14 (p. 14, per Raimondo); L. De Angelis, Notizie degli intagliatori..., IX, Siena 1811, pp. 291-293 (pp. 293 s., per Raimondo); G. K. Nagier, Künstlerlexikon, IV, München 1837, p. 253; M. C. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, Paris 1856, II, pp. 219 s.; G. E. Saltini, Le arti belle in Toscana, Firenze 1862, pp. 65 s.; A. Wandruszka, Pietro Leopoldo, un grande riformatore, Firenze 1968, ad Ind.; F. Borroni Salvadori, Riprodurre in incisione per far conoscere dipinti e disegni: il Settecento a Firenze, in Nouvelles de la république des lettres, I (1982), n. 1, pp. 50-52; n. 2, pp. 74, 101; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 292.