CARLO di Valois
Figlio, fratello e padre di re, questo principe (1270-1325) non riuscì ad avere per sé nessuna corona, sicché i cronisti italiani lo dissero "Senzaterra". Il suo nome ricorre con frequenza nelle nostre cronache, e soprattutto in quella di Dino Compagni, per aver servito in Italia ai fini politici di Bonifazio VIII che gli commise di riconquistare la Sicilia, ancora ribelle agli Angioini dopo la rivoluzione del Vespro, e che lo investì di pieni poteri, il 3 settembre 1301 in Anagni, per la pacificazione dell'Italia centrale. Ma l'arbitrato tra i guelfi bianchi e neri, si risolveva nel favoreggiamento di questi e nell'esilio di quelli, secondo le segrete istruzioni del papa; onde il 1° novembre 1301 egli fece solenne ingresso in Firenze "con la lancia con la quale giostrò Giuda" e, "messo nella fonte dell'oro", ne ritrasse fiorini a migliaia.
Egli aiutò Carlo II lo Zoppo, re di Sicilia, a riconquistare la Calabria e la Puglia, ma la guerra, in Sicilia, finiva per lui infelicemente con la pace di Caltabellotta (1302) che segna il definitivo distacco dell'isola dal regno angioino. Prima e dopo la spedizione in Italia, il nome di questo principe, figlio di Filippo III l'Ardito, ha largo posto nella storia di Francia, sempre insignito di titoli che misurano, ad un tempo, la sua sconfinata ambizione e la sua sfortunata politica. Alla guerra del Vespro si ricollega il suo primo esordire in vane ambizioni regali, quando, giovinetto quattordicenne, nel febbraio del 1284, ebbe la corona di Aragona in seguito alla scomunica con cui Martino IV aveva spogliato di quel regno Pietro III aragonese, in lotta con gli Angioini di Napoli.
Quella corona fu rinunziata nel 1289, ma il Valois poté vantaggiosamente compensare la perdita di codesta regalità nominale con la ricca dote che gli portava Margherita, figlia di Carlo II d'Angiò: le contee di Angiò e di Maine. Intanto si mescolò ai grandi avvenimenti della politica francese, come fratello prediletto di Filippo IV il Bello, finché il secondo matrimonio con Caterina di Courtenay, erede dell'Impero latino d'Oriente, accendeva le sue brame a più alta corona. Sennonché Bonifazio VIII, pur promettendo appoggi a codeste pretese, distolse il principe dalla conquista di Costantinopoli; sfumava la candidatura al sacro romano impero, nella quale sembrava sostenerlo Clemente V, che in segreto favorì l'elezione di Arrigo VII di Lussemburgo; si conchiudeva in Francia la sua attività politica e militare, agsumendo egli una parte preponderante nei regno del nipote Luigi X e combattendo con alterna fortuna Inglesi e Fiamminghi. Col figlio Filippo VI sale al trono il ramo dei Valois, all'inizio della guerra dei Cento anni.
Bibl.: J. Petit, Charles de Valois, Parigi 1900.