BARSOTTI, Carlo
Nacque il 4 genn. 1850 a Bagni di San Giuliano (ora San Giuliano Terme), presso Pisa, da Giulio, agricoltore, e da Rosa Pannocchia. Emigrò a New York nel 1872,e tentò diversi mestieri, divenendo tipografo. L'attività che però gli fruttò una buona posizione finanziaria e che lo portò in primo piano nella locale colonia italiana fu quella di banchiere, anzi di "banchista", come soleva essere designata.
Fra gli emigrati italiani nell'America dei Nord gli elementi più intelligenti e spregiudicati aprivano piccole banche private, non autorizzate, per i connazionali, svolgenti funzioni assai varie: dalla rimessa di denaro in Italia al piazzamento della mano d'opera, dalla raccolta del risparmio alla fornitura di biglietti di viaggio. In realtà l'attività di banchista, che veniva compiuta da questi "prominenti"italiani, se forniva un primo aiuto agli emigrati, si traduceva in effettivo sfruttamento dei connazionali senza cultura e senza sufficiente sostegno nel paese di nuova residenza. Il B., oltre della banca, era anche proprietario di lodging-houses, ossia di alberghi popolari, ove si rifugiavano gli emigrati più miserabili in condizioni materiali e morali disastrose. Al pari di altri banchisti, anch'egli dopo un rapido sviluppo della propria azienda bancaria, dichiarava fallimento nel 1897travolgendo nel dissesto i risparmi di molti connazionali.
Nel 1880 intanto, il B. aveva fondato insieme con V. Polidori il giornale Il Progresso italo-americano, il primo quotidiano in lingua italiana negli Stati Uniti. L'attività di giornalista era in fondo legata anche a quella di banchista: per quest'ultima infatti la pubblicazione di un giornale in italiano creava un ambiente favorevole alle iniziative finanziarie.
Il giornale, dopo inizi stentati, si andò gradualmente affermando - assorbì il Cristoforo Colombo, fondato nel 1888 - soprattutto perché offriva al suo pubblico notizie riprese anche dai giornali di provincia italiani e contemporaneamente una utile parte di cronaca commerciale (piccola pubblicità di negozi italiani, offerte e richieste di lavoro, propaganda di professionisti italiani). La sua vita coincise con gli anni del crescente sviluppo della corrente migratoria italiana negli Stati Uniti. Sotto l'abile direzione del B.,divenuto intanto anche uno dei tre redattori del Bollettino mensile della Camera di Commercio italiana in New York, sorto nel 1888 - il giornale seppe stringere saldi rapporti sia coi gruppi italiani residenti in America sia con i connazionali residenti in Italia, curando e arricchendo al massimo i notiziari, i resoconti, le informazioni, le segnalazioni. La circolazione crebbe rapidamente, oltrepassando le centomila copie di tilatura, e Il Progresso,dalla prima sede, nell'edificio del New York Herald,passò in una sede propria.
Il B. seppe far leva sul sentimento nazionale degli ernigrati, raccogliendoli intomo al suo giornale con iniziative civiche che ebbero una certa eco in America: in particolare si fece promotore di sottoscrizioni per l'erezione, nella città di New York, delle statue a G. Garibaldi (scultore G. Turini, 1888), a C. Colombo (G. Russo, 1892), a G. Verdi (P. Civiletti, 1906), a Giovanni da Verrazzano (E. Ximenes, 1909) e a Dante Alighieri (E. Ximenes, 1921). Non gli mancarono tuttavia aspre critiche per simili iniziative nello stesso ambiente italiano di New York, per l'incentivo che esse davano al sentimento nazionale in manifestazioni grandiose di italianità, poco rispondenti però alle più profonde e più urgenti necessità degli emigrati. Proprio la sottoscrizione per il monumento a Dante, che doveva essere inaugurato nel 1911 con la partecipazione di una nave da guerra italiana alla foce dello Hudson, sollevò critiche assai severe alla persona del B., e più in generale richiamò l'attenzione dell'opinione pubblica italiana sui problemi della nostra colonia a New York. Le accuse mosse al B. soprattutto da G. Preziosi ne L'Italia all'estero portarono ad un processo per diffamazione che il B. gli intentò e che, celebratosi a Roma, si concluse con l'assoluzione del Preziosi (21 dic. 1912). L'inaugurazione del monumento a Dante fu quindi rinviata ed avvenne solo nel dopoguerra: il processo, a parte le questioni personali, ebbe il merito di denunciare lo sfruttamento del patriottismo degli emigrati, le clientele e l'affarismo.
Il giornale del B. con lo scoppio della guerra mondiale iniziò un'ampia opera di propaganda italiana, con servizi dall'Italia sulle operazioni militari al nostro fronte; come già in precedenza, esso fu intonato alla tendenza nazionalistica, entusiasticamente favorevole a Salandra e Sonnino e critico verso Giolitti. Tuttavia, mentre pubblicava articoli a difesa delle più ampie aspirazioni italiane in Adriatico, non mancava contemporaneamente di dare notizie sul pontefice, del quale pubblicava la preghiera per la pace, e sulla vita religiosa della provincia italiana: rifletteva in ciò l'ambiente al quale si rivolgeva, attenuando agli occhi di questo le divergenze della politica nella penisola e presentando ogni cosa sotto la luce dell'italianità. L'ampliamento dei servizi giornalistici comportò un ulteriore sviluppo tecnico dei Progresso,cosicché alle due edizioni giornaliere aggiunse un Supplemento illustrato della domenica,in cui erano articoli di alcuni fra i migliori letterati e giornalisti italiani, scritti appositamente per il giornale o riportati da periodici della penisola (basti ricordare quelli di L. Barzini, G. Ferrero, A. Fraccaroli, G. Podrecca, A. Castelli, A. Labriola, V. Pareto, V. Morello).
Nel dopoguerra il B. si associò come vice direttore I. C. Falbo e affidò la direzione della corrispondenza romana a V. Morello (Rastignac); nel 1924 Falbo assumeva la direzione del giornale.
Il B. morì a Coytesville (New Jersey) il 30 marzo 1927; l'anno seguente Il Progresso veniva ceduto per due milioni di dollari. Alla sua terra di origine egli nel 1922 aveva fatto la donazione di 250.000 dollari per la costruzione di una galleria sotto il Monte Pisano. Nel 1875 il B. aveva sposato Margaret Heist, di Francoforte (Germania), da cui aveva avuto due figli, Carlo e Anna.
Bibl.: New York Times,31 marzo 1927 (necrologio); A. Rossi, Vita d'America,Roma 1891, pp. 98-105 (sulle fortunose origini del Progresso,pur senza nominare il B.). Sul processo B.-Preziosi, con notizie sull'attività del B., vedi tutto il fasc. 1-2, 11 (1-15 febbr. 1912) de L'Italia all'estero e nella stessa rivista R. F. [Rodolfo Foàl, La nostra v:ttoria ed il nostro programma, 11 (1912), pp. 337 S.; Causa Barsotti-"Italia all'estero", ibid.,pp. 338-340; Dopo il nostro processo. Le motivazioni della sentenza, III (1913), pp. 17-24. Vedi inoltre La querela Barsotti-Preziosi. La sentenza del Tribunale di Roma,in La Vita italiana all'estero, 1 (1913), pp. So-69; Barsotterie, ibid., 1 (1913), pp. 310 s.; G. FumagaRi, La stampa Periodica italiana all'estero,Milano 1909, pp. LXVI, 132; R. De Felice, Giovanni Preziosi e le origini del fascismo,in Riv. stor. del socialismo, V (1962), pp. 495 s.; Dictionary of American Biography,New York 1943, 11, P. I. Sul fenomeno dei * boss" e dei banchieri utile il confronto con l'articolo di L. Einaudi, Italiani in America,in LaStampa,4 giugno 1897, ora in Cronache economiche e Politiche di un trentennio "1893-1925", I, Torino 1960, pp. 29-34.