Malattia dell’esofago, consistente in un disturbo funzionale del cardias, cui consegue irregolarità del transito del cibo, dilatazione e allungamento dell’esofago. Può essere di natura malformativa congenita o, più spesso, acquisita e dovuta a un particolare disturbo neuromuscolare, detto acalasia. I sintomi consistono nella disfagia più o meno grave; nel rigurgito di cibo indigerito assunto ore addietro; nel senso di arresto del bolo avvertito dietro lo sterno; nella fame e nel deperimento. L’aspetto radiologico è caratteristico. La terapia è sia medica sia chirurgica. La forma acquisita (e più comune) di c. si chiama cardioacalasia.
L’operazione chirurgica eseguita per la cura del c. è la cardiomiotomia, la cui tecnica, codificata da E. Heller, consiste nella sezione dei fasci muscolari del cardias dall’esterno verso l’interno, lasciando integra la mucosa esofagea (cardiomiotomia extramucosa) per evitare l’insorgenza di stenosi cicatriziali secondarie.
La cardioplastica è l’intervento di chirurgia plastica sul tratto terminale dell’esofago e sul cardias, per la cura del c. o di una stenosi organica.
La cardiotomia è la sezione chirurgica dello sfintere del cardias per la cura del cardiospasmo.