cardinale
Titolo dei più alti prelati della Chiesa cattolica; nominati dal papa, sono suoi collaboratori nel governo della Chiesa e costituiscono il Sacro collegio, senato della Santa Sede. Nel 4° sec., il titolo presbiter (o diaconus) cardinalis indicava i sacerdoti preposti a titoli o chiese titolari in Roma, e i diaconi sopraintendenti alle sette diaconie in cui era divisa la città. Col sec. 11° entrarono nel clero romano dei forestieri e i c., assecondando l’opera papale di riforma ecclesiastica, acquistarono funzioni più ampie e a essi fu anzitutto riservata l’elezione del papa, che sarebbe stata da allora sempre affidata ai membri del Sacro collegio. Il numero di c. nel Medioevo superò la trentina; fu poi fissato da Sisto V (1586) a 70. In seguito il numero dei c. elettori, sotto gli 80 anni, è stato portato a 120. Il Sacro collegio si divide in tre ordini: c. vescovi, c. preti, c. diaconi. Mentre un tempo si ebbero c. che avevano ricevuto solo gli ordini minori, ora tutti i c. (tranne rare eccezioni di carattere personale) devono essere consacrati vescovi. I c. erano nominati dal papa, ma nel Medioevo e fino al Novecento diversi Stati avevano diritto di indicare coloro che andavano promossi a quella dignità. Ciò favorì la creazione di fazioni nazionali all’interno del collegio, che perse anche per ciò autorevolezza quale senato del papa. La creazione del sistema delle congregazioni nella seconda metà del 16° sec. trasformò i c. da senatori in alti funzionari della Santa Sede.