Famiglia di piccoli possidenti del Cilento, nota per i fratelli Patrizio, Donato e Domenico che, datisi alla macchia fin dagli anni giovanili, presero parte, nel 1828, all'insurrezione del Cilento: donde la reputazione di liberalismo che più tardi ebbero, per quanto fossero più banditi che patrioti. Falliti i moti cilentani, i C. si rifugiarono a Livorno e poi in Corsica (18 sett. 1828): ma, minacciati di estradizione, tornarono poi nel Regno, dove nel marzo 1829 furono catturati, e fucilati il 27 giugno successivo. Due dei fratelli superstiti, Gaetano e Luigi, presero poi parte ai nuovi moti del Cilento del 1848; ma, sopravvenuta la reazione, Luigi morì (26 sett. 1849), dopo uno scontro coi gendarmi mentre Gaetano fu condannato alla galera, e riacquistò la libertà ai primi del 1860.