CANONIZZAZIONE
(VIII, p. 761; App. II, I, p. 501; III, I, p. 304; IV, I, p. 359)
Il riordinamento della Curia romana in seguito al motu proprio Pastor bonus (29 giugno 1988) riafferma la completa autonomia della Congregazione per le Cause dei Santi quale organismo a sé stante. Nella precedente riforma del 1967 (motu proprio Regimini Ecclesiae universae) essa era configurata come una sezione (sezione giudiziale) della Congregazione dei Riti, ma già due anni dopo, con la costituzione apostolica Sacra Rituum Congregatio (8 maggio 1969), questa sezione venne resa autonoma con l'appellativo di Sacra Congregazione per le Cause dei Santi. Quello stesso anno, il motu proprio Sanctitas clarior (19 marzo 1969) aveva stabilito nuove norme destinate a snellire i processi per la beatificazione e la c.; ancora un nuovo assetto al dicastero venne dato dalla costituzione apostolica Divinus perfectionis Magister (25 gennaio 1983), cui seguirono, il 7 febbraio 1983, le Normae servandae in inquisitionibus ab Episcopis faciendis in causis Sanctorum; questi due documenti si proponevano di assicurare ancora maggior snellezza nella procedura e insieme la necessaria solidità delle indagini in materia.
Questa profonda riforma della procedura delle cause di c. prevede che le cause vengano istruite dai vescovi diocesani iure proprio; a sua volta la Congregazione è stata dotata di un collegio di relatori con il compito di curare la preparazione delle Positiones super vita et virtutibus o eventualmente super martyrio dei servi di Dio di cui s'intende procedere alla canonizzazione. Al presente, la beatificazione da parte del Sommo Pontefice precede la c.; non manca però la possibilità di ritornare all'antico, lasciando la beatificazione alle rispettive Chiese locali, con culto facoltativo e circoscritto del servo di Dio beatificato; in tal modo la beatificazione non avrebbe più l'odierno carattere di solennità (accentuatosi notevolmente a partire dal sec. 170); esso verrebbe invece riservato alla c., che comporta un culto precettivo e universale per tutta la Chiesa o per una parte di essa (dopo le limitazioni avutesi in seguito alla pubblicazione del nuovo calendario liturgico per la Chiesa universale, nel 1969). Altri propenderebbero addirittura per la soppressione pura e semplice della beatificazione, lasciando la sola c. come meta finale della dichiarazione di culto da prestare a un servo di Dio, insigne per le virtù cristiane praticate in grado eroico o anche per la testimonianza del martirio.
Da un recente elenco pubblicato a cura della Congregazione si rileva che, dopo la sua fondazione nel 1588, la prima beatificazione avvenne nel 1609, ad opera di Paolo V, per Margherita di Città di Castello, mentre la prima c. si era avuta nel 1594, da Clemente VIII, per il domenicano polacco Giacinto Odrowaz, morto a Cracovia. Da allora fino a tutto il 1988, i servi di Dio canonizzati formalmente (con la procedura ordinaria) o in maniera equipollente (conferma del culto già da lungo tempo prestato al servo di Dio, prima che entrassero in vigore le nuove norme stabilite alla fondazione della congregazione), sono stati 553; quelli beatificati 1250. Durante il pontificato di Paolo VI, si sono avuti 81 santi e 31 beati; nei primi dieci anni di Giovanni Paolo II (1978-88) sono stati canonizzati o beatificati rispettivamente 254 e 417 servi di Dio; le cifre elevate per quest'ultimo pontificato sono dovute non solo alle frequenti beatificazioni e c., ma anche alla presenza di gruppi molto numerosi elevati insieme agli onori degli altari, come, per es., i 117 santi martiri del Vietnam, i 99 beati martiri della Rivoluzione francese, gli 85 martiri inglesi, i 103 martiri della Corea.
Fino a qualche anno fa la beatificazione e la c. avevano luogo a Roma; Giovanni Paolo II, durante i suoi viaggi apostolici, ne ha compiute parecchie in Italia e all'estero: c. a Manila (1981), Asunción e Messina (1988); beatificazioni: Genova (1985), India (1986), Lione e Firenze (1986), Santiago del Chile, Colonia, Monaco, Tarnów, Varsavia (1987), Verona, Colle don Bosco e Maseru nel Lesotho (1988).
Anche nelle beatificazioni e c. di questi ultimi decenni la prevalenza è tenuta dai sacerdoti, religiosi e religiose, specialmente se legati alla fondazione di qualche istituto di vita consacrata; si tende, però, a evidenziare sempre più anche il laicato. Numerosi, infatti, e non soltanto tra i gruppi dei martiri, sono stati i laici, uomini e donne: 42 tra i santi martiri vietnamiti; almeno una sessantina tra i 99 santi martiri della Corea, 84 (di cui 80 donne) tra i beati martiri della Rivoluzione francese; Lorenzo Ruiz di Manila, padre di famiglia; il medico prof. Giuseppe Moscati; tra i beati: M. Callo, giovane operaio francese, morto a Mauthausen nel 1945; A. Mesina, P. Morosini, V. Centurione vedova Baccelli, tutte e tre italiane; L. Vicuña, tredicenne cilena; P. G. Frassati, italiano. Tra i sacerdoti beatificati ricordiamo in particolare don L. Orione, don G. Calabria, don G. Nascimbeni, italiani anch'essi e vicini a noi nel tempo; tra i religiosi, il cappuccino padre L. Mandic, p. M. Kolbe, e i beati R. Pampuri, medico (poi canonizzato), l'avv. B. Longo, fondatore delle opere di Pompei, fra G. da Fiesole più conosciuto come ''il Beato Angelico'', il carmelitano olandese T. Brandsma, giornalista, ecc.
Notevole è anche, nell'ultimo decennio, il numero dei prelati iscritti nell'albo dei beati: i vescovi F. de Montmorency-Laval (canadese); L. Versiglia (italiano, martire in Cina nel 1930); 7 vescovi tra i martiri del Vietnam; L. Z. Moreau (canadese); M. Kozal (polacco, morto a Dachau nel 1943); G. Matulewicz (lituano); i cardinali A. Ferrari (arciv. di Milano); M. Spinola y Maestre (arciv. di Siviglia), e, tra i santi, il card. Giuseppe Maria Tomasi.
Bibl.: Sacra Congregatio pro causis Sanctorum, Novae leges pro causis Sanctorum, Città del Vaticano 1983; Regolamento della Sacra Congregazione per le cause dei Santi, Roma 1983; E. Veraja, Commento alla nuova legislazione per le cause dei Santi, ivi 1983; Id., La beatificazione. Storia, problemi, prospettive, ivi 1983; A. Casieri, Postulatorum Vademecum, ivi 1984; Index ac status causarum, editio peculiaris cura P. Galavotti, Città del Vaticano 1988.