CAMPLI (A. T., 24-25-26)
Paese della provincia di Teramo situato tra due torrentelli (Siccagno e Fiumicino), che scendono dal monte detto di Campli (1720 m.). Tra le due vallette, profondamente incise nelle formazioni arenaceo-argillose subappenniniche, rimane una strettissima dorsale a fianchi ripidi, sulla quale si allunga l'abitato (396 m. s. m.) che ha un'unica strada, e, al centro, una piazza ove sorgono la collegiata e il municipio. Fuori del paese, ad E., la dorsale si allarga in uno spiazzo, donde si gode un vasto panorama, mentre a SO., sulla stessa dorsale, è il sobborgo di Nocella, noto per la fabbricazione di vasi di terracotta. Campli ebbe nel sec. XVII fino a 3000 ab.; nel secolo successivo e nella prima metà del XIX la popolazione diminuì fortemente, per aumentare poi dopo il 1848. Oggi il centro ha 1842 ab. Il comune (circa 78 kmq.) è fertile di cereali, viti, alberi da frutto e piante leguminose; comprende una quindicina di altri piccoli centri, e circa 4000 ab. sparsi nella campagna: in tutto 9792 ab. (1921). Gli abitanti di Campli emigrano, esercitando il mestiere di venditore ambulante, anche molto lontano. Campli è unita a Teramo (11 km.) da regolare servizio automobilistico.
La piccola città seguì nelle arti la vicina Teramo fin dal sec. XII. L'odierna collegiata di S. Maria in Platea risulta da successive trasformazioni, come dimostra la piccola cripta del sec. XIII; vanta opere pregevoli: il campanile, un altare eseguito dal maestro Sebastiano da Como (1532), con la statua della Madonna dei Lumi attribuita a Giovanni di Blasuccio (1495). Altra chiesa notevole ora in gran decadimento è S. Francesco (sec. XIV), con portale simile a quello del S. Francesco di Teramo. Tra gli edifici civili primeggia il palazzo municipale (sec. XV), ingrandito nel 1520, con facciata a larghi portici e piano superiore con eleganti trifore. Si notano avanzi della cinta delle mura urbane con una interessante porta di città e molte case medievali e del Rinascimento.
Bibl.: V. Balzano, L'arte abruzzese, Bergamo 1910; I. G. Gavini, Storia dell'architettura in Abruzzo, voll. 2, Milano-Roma 1927-28.