BOZZOLO, Camillo
Nacque a Milano il 31 maggio 1845 e si laureò in medicina e chirurgia presso l'università di Pavia nel 1868. Nel 1866 era stato volontario garibaldino nel Trentino; successivamente, nel 1870, combatté a Digione. Conseguita la laurea, dopo un breve periodo trascorso in qualità di medico, ospedaliero, si recò a Vienna e a Berlino, alle scuole di J. R. Oppolzer, di S. S. Stricker, di K. F. Rokitansky, di R. Virkow, di L. T. Traube. Completata in tale modo la propria formazione su solide basi fisio- e anatomopatologiche, tornò in Italia nel 1871, e divenne dapprima assistente di anatomia patologica presso l'Ospedale Maggiore di Milano, quindi nel 1872 assistente di G. Bizzozero a Torino e settore di anatomia patologica presso la stessa università. Nel 1873, e fino al 1876, fu di nuovo a Milano, prosettore e medico assistente dell'Ospedale Maggiore. Dal 1876 ebbe inizio la sua carriera nell'università di Torino, dapprima come assistente di clinica medica, poi come incaricato di semeiotica medica. Nel 1878 fu primo nel concorso per la cattedra di patologia generale dell'università di Genova, ma rinunciò all'incarico perché, nel frattempo, aveva istituito l'insegnamento di clinica medica propedeutica presso l'ateneo torinese: di questa cattedra, la prima in Italia, fu incaricato nel 1878 e straordinario dal 1879 al 1881. Nel 1882 fu incaricato dell'insegnamento di clinica medica, e nel 1883 ne divenne ordinario. In quello stesso anno entrò a far parte dell'Accademia medica, della quale fu presidente dal 1900 al 1902. Fece anche parte del consiglio sanitario del comune e fu assessore all'Igiene. Nel 1910 venne nominato senatore.
Tutta la produzione scientifica del B. nel campo della clinica medica fu orientata in senso patologico generale e anatomopatologico verso l'interpretazione etio-patogenetica di forme morbose di particolare interesse. Nei primi suoi lavori, di carattere eminentemente istopatologico, dimostrò la diffusione metastatica dei tumori ai polmoni e ai linfonodi, smentendo in tal modo la teoria della origine autoctona dei cosiddetti tumori secondari di tali organi in soggetti portatori di neoplasie. Con G. Bizzozero, inoltre, dimostrò la natura endoteliale degli elementi dei tumori meningei, e chiarì l'istogenesi del tubercolo solitario della dura meninge.
L'osservazione clinica e l'esame dei numerosi casi di malattie gli consentirono importanti contributi soprattutto nel settore delle malattie infettive: fu autore infatti di accurati studi sulle localizzazioni extrapolmonari dello pneumococco, con la dimostrazione della frequenza dell'associazione della polmonite con la pleurite, la pericardite, l'endocardite, la meningite, le artriti; dimostrò inequivocabilmente la natura batterica della polmonite e la possibilità della pneumococcemia; individuò la setticemia tifica.
In tale campo il nome del B. restò tuttavia legato agli studi sull'anchilostomiasi, intrapresi nel 1879: insieme con E. Perroncito e con L. Pagliani, riuscì a dimostrare che i casi di grave anemia frequentissimi nei lavoratori del traforo del Gottardo (fu infatti allora coniato il termine di "anemia del Gottardo") erano dovuti all'infestazione da anchilostoma, il parassita capace di vivere nel terreno allo stato larvale (L'anchilostomiasi e l'anemia che ne conseguita [anchilostomanemia], in Giorn. intern. sc.med., n.s., I [1879], pp. 1054-1069, 1245-1253); dimostrò anche la possibilità di curare questa forma di anemia con il timolo, energico preparato contro l'anchilostoma (C. B.-L. Pagliani, L'anemia al traforo del Gottardo, Milano 1880).
Il B. è oggi ricordato soprattutto per i suoi studi su quella forma morbosa, descritta per la prima volta completamente da Otto Kahler nel 1888 nei suoi aspetti anatomo-clinici, istologici e urologici, definita come mieloma. Egli riuscì a diagnosticare un caso di tale malattia in vita e sostenne con convinzione l'individualità del mieloma, indicandolo quindi come una forma morbosa ben definita e costante nelle sue espressioni morfologiche ed emato-cliniche, e proponendone la denominazione di "malattia di Kahler" (Sulla malattia di Kahler, in Lavori dei congressi di medicina interna. Ottavo congresso tenuto in Napoli nell'ottobre 1897, Roma 1898, pp. 208-19). In omaggio ai suoi studi, il mieloma è oggi indicato, in Italia, come "malattia di Kahler-Bozzolo".
Tra le altre sue ricerche, di ordine prevalentemente clinico, meritano ancora di essere ricordati l'uso dell'ipodermoclisi associata al salasso, la cosiddetta "salasso-trasfusione"; e i primi tentativi terapeutici con la roentgenterapia degli organi leucopoietici (Sull'azione dei raggi X sugli organi leucopoietici, in Giorn. della R. Accad. di med. di Torino, LXVII [1904], nn. 7-8, pp. 401-406).
Il B. morì a Torino il 28 febbr. 1920.
Bibl.: B. Graziadei, Il timolo nella cura dell'anchilostomo-anemia, Torino 1882; L. Borelli, Commem. del socio prof. B., in Giorn. della R. Accad. di med. di Torino, s. 4, XXIX (1923), pp. 18-33; A. Pazzini, Storia della medicina, II, Milano 1947, pp. 412, 555; G. Montalenti, Storia della medicina e della biologia, I, Torino 1962, p. 589; A. Brighetti, Il morbo di Kahler-Bozzolo, in Il Policlinico, sez. pratica, LXXIV (1967), pp. 702-708; I. Fischer, Biographisches Lex. der hervorrangenden Ärzte..., I, München-Berlin 1962, p. 160; Encicl. Medica Ital., VI, col.1078, sub voce Mieloma; Encicl. Ital., VII, p. 639.