CALAURIA (Κακαύρια e Καλαύρεια; lat. Calaurĭa; oggi Poros)
La più meridionale delle isole del golfo di Egina o Saronico, divisa mediante un angusto braccio di mare dall'estrema punta dell'Argolide, davanti a Trezene. Odierna capitale Poros, con fortificazioni e arsenale. Luogo di villeggiatura con veduta panoramica del continente, di cui anche geologicamente l'isola è una continuazione. Nell'interno, a un'ora a NE. della città, sono tuttora gli avanzi di un celebre tempio di Posidone, che valeva come centro religioso dell'anfizionia (v.) di Calauria. Pausania (II, 32, 2) ricorda una tradizione secondo la quale in origine Calauria era sacra ad Apollo, Delo a Posidone; un pacifico scambio sarebbe quindi avvenuto fra le due divinità. Nel detto santuario, che godeva del diritto d'asilo, si rifugiò nel 332 a. C., e morì volontariamente di veleno, Demostene (Paus., I, 8, 4). Dietro il recinto del tempio sorgeva ancora ai tempi di Pausania il monumento funerario di Demostene. La città di Calauria, dapprima autonoma, con un supremo magistrato, detto ταμίας, visse poi sotto il predominio di Trezene.
Nel 1894 gli svedesi Sam Wide e Kiellberg ritrovarono, mediante scavi, i miseri resti di un tempio del sec. VI a. C., di stile dorico, con fondazioni di calcare e colonne di tufo (6 × 12). Il tempio era compreso dentro un recinto rettangolare. Si rinvennero inoltre portici indicanti una piazza, e tracce di edifici varî, religiosi e profani. Oltre Posidone, erano venerati nell'isola Artemide, Zeus Soter, Afrodite.
Bibl.: Bürchner, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altert., X, col. 1550 seg.; Baedeker, Grèce, 1910, p. 334 seg.; S. Wide e L. Kjellberg, Ausgrabungen auf Kalaureia, in Athen. Mitteil., XX (1895), pp. 267-326; Inscr. Gr., IV, i, 839 segg.