Sallustio Crispo, Caio
Storico e uomo politico romano (originario di Amiternum, 86 a.C. - 35 a.C.). Di lui rimangono, in frammenti, le Historiae in 5 libri che, in continuazione alle Historiae di Sisenna, narravano gli episodi dei dodici anni dalla morte di Silla (78) fino all'anno 67, e due monografie di tendenza politica antinobiliare, la Coniuratio Catilinae e il Bellum lugurthinum, oltre a una Invectiva in Ciceronem e a due Epistulae ad Caesarem falsamente attribuitegli.
Nel Medioevo le due monografie ebbero una certa diffusione, che risulta però quasi nulla a livello d'imitazione letteraria, dove più che una dipendenza letteraria da S. si deve notare una costante ripresa di monita morali e proverbi ricavati dalle due monografie sallustiane, attinti per di più assai probabilmente da raccolte già formulate nel Tardo-antico o da grammatici e scoliasti che di quelle si erano serviti.
È così da smentire la tesi di Oeschger che Brunetto Latini, che pure cita dalla Coniuratio i discorsi di Cesare e Catone (Sall. Catil. LI-LII - Trésor, ediz. Carmody, pp. 506 ss.), abbia una conoscenza diretta di S.: " Plusieurs citations et réferences ne permettent de conclure à aucune connaissance certaine de Salluste, car elles peuvent être de seconde main " (Renucci).
E così fu certamente anche per D., onde è da considerarsi irrealizzabile l'ipotesi del Paratore che proprio la notorietà di S. presso Brunetto " dovrebbe far additare anche Sallustio come fonte, accanto a Lucano e Virgilio, dell'eccezionale valutazione dell'Uticense consacrata da Dante ".
In Mn I I 1 Omnium hominum quos ad amorem veritatis natura superior impressit hoc maxime interesse videtur: ut, quemadmodum de labore antiquorum ditati sunt, ita et ipsi posteris prolaborent, quatenus ab eis posteritas habeat quo ditetur, D. ha certamente presente (Kesseling, Brugnoli) Sall. Catil. I 1 " Omneis homines qui sese student praestare ceteris animalibus summa ope niti decet ne vitam silentio transeant veluti pecora quae natura prona atque ventri oboedientia finxit ", ma probabilmente " attraverso monita " (Brugnoli) o in ogni caso per un tramite non identificabile ma simile a Isid. Etym. XI I 15 che pure riporta in parte e per lo stesso scopo di D. il prologo di Sallustio.
Il passo di If XXIV 148 sovra campo Picen fia combattuto è riferito comunemente a Sall. Catil. LVII 1-2 " reliquos Catilina per montis asperos magnis itineribus in agrum Pistoriensem abducit eo consilio, uti per tramites occulte perfugeret in Galliam Transalpinam. At Q. Metellus Celer cum tribus legionibus in agro Piceno praesidebat, ex difficultate rerum eadem illa existumans quae supra diximus Catilinam agitare ", ma S. non può tuttavia essere assicurato come fonte diretta di D., bensì, più sensatamente, come base dell'errore comune alla toponomastica dei tempi di D. per cui Pistoia era identificata con l' " ager Picenus "; Benvenuto: " Picenus appellatus est campus apud Pistorium in quo olim fuit debellatus Catilina ".
Il noto passo di Pg I 71-72 libertà va cercando, ch'è sì cara, / come sa chi per lei vita rifiuta è stato messo a confronto (Oeschger) con le parole di C. Manlio in Salli. Calit. XXXIII 4 " At nos non imperium neque divitias petimus, quarum rerum causa bella atque certamina omnia inter mortalis sunt, sed libertatem quam nemo bonus nisi cum anima simul amittit " ma per la frase essenziale " libertatem, quam nemo bonus nisi cum anima simul amittit " è assicurato il tramite di Servio ad Aen. I 195 " bonum etiam pro forti dicit Sallustius... in Catilina sed libertatem, quam némo bonus nisi cum anima simul amittit ": e d'altra parte, per la sostanza del confronto, non va dimenticato il più specifico Seneca De Prov. II 10-11 " Ferrum istud... libertatem, quam patriae non potuit, Catoni dabit... gladium sacro pectori [per cui cfr. Cv IV V 16 O sacratissimo petto di Catone; Pg I 80 o santo petto; insieme con Lucano IX 561 " pectora sacra "] infigit ".
S'intende che D., se non conobbe S. direttamente, poté avere almeno un'idea della Coniuratio Catilinae attraverso le elaborazioni medievali del tema catilinario, prima fra tutte l'anonima compilazione de Li Fet des Romains che ebbe vasta diffusione europea e fu il tramite per S. usato da Brunetto nel Trésor, da D. Compagni nell'intelligenza e forse a lui direttamente nota (v. SVETONIO).
Bibl. - Bassermann, Orme 55-69; P. Kesseling, D. und Sallust, in " Philologische Wochenschrift " XLV (1925) 573-576; J. Oeschger, Antikes und Mittelaterliches bei D., in " Zeit. Romanische Philol. " LXIV (1944) 45, 82-83; P. Renucci, D. disciple et juge du monde gréco-latin, Parigi 1954, 136 n. 88; G. Brugnoli, Il latino di D., in D. e Roma, Firenze 1965, 66-67; E. Paratore, Tradizione e struttura in D., ibid. 1968, 99-100 e n. 42.