RASINIO, Caio (Caius Rasinius)
Proprietario di un'officina di vasi aretini situata probabilmente nei pressi di S. Maria in Grado ad Arezzo. Siccome frammenti di vasi firmati da R. furono rinvenuti a Bibracte, abbandonata circa il 12 a. C., e inoltre Cornelio e due schiavi di Perennio (Bargate e Crescente) dimostrano di aver preso a prestito motivi del repertorio di R., dobbiamo supporre che questa officina fosse già prima in piena attività: onde possiamo datarla fra il 25-20 a. C. e il 10-20 d. C. Abbiamo numerosi nomi di schiavi associati alla ditta di R., ma, per l'insufficienza dei ritrovamenti, non è possibile stabilire l'ordine cronologico in cui lavorarono. Per un certo periodo R. ebbe per socio G. Memmio. Il repertorio dell'officina di R. è di carattere puramente decorativo, e ricorda quello in uso nell'epoca augustea per decorazione di vasi ed are. Troviamo ghirlande sorrette da Cupidi; festoni di frutta, foglie e fiori intramezzati da uccelli, api, ecc.; tralci di vite con tirsi e maschere sileniche, ecc. Il lavoro è molto accurato e finemente eseguito.
Caio R. deve essere tenuto distinto da L. Rasinius Pisanus, il cui nome compare sui vasi tardi di imitazione gallica. Questi ebbe probabilmente la sua officina in Roma.
Bibl.: Corpus Inscr. Lat., XI, 6700, 520-52 e addit., 8119, 42-45; G. H. Chase, Museum of fine Arts Boston, Catalogue of Arretine Pottery, Boston 1916, p. 19 segg.; id., The Loeb Collection of Arretine Pottery, New York 1908, pp. 26-27; L. A. Milani, Il R. Museo archeologico di Firenze, Firenze 1912, I, p. 227.