buono
buòno s. m. – Obbligazione emessa dallo Stato o da un ente pubblico per il finanziamento delle proprie attività, sottoscritta dagli acquirenti in cambio della restituzione del capitale investito e di una percentuale variabile di interessi. In Italia la tecnica d’emissione principalmente utilizzata per il collocamento e il riacquisto è l’asta al momento dell'emissione oppure lo scambio nel mercato secondario (in cui si trattano titoli che sono già in circolazione), sempre tramite banca o intermediario finanziario. Fino al 1999 i titoli di Stato erano consegnati in forma cartacea al sottoscrittore, che riscuoteva gli interessi recandosi in banca ed effettuando lo stacco di una cedola allegata al titolo stesso. Ora i titoli sono tutti 'dematerializzati' e costituiti da semplici iscrizioni contabili. Esistono varie tipologie di buoni. Innanzitutto si distinguono i titoli a sconto, che sono senza cedola (zero coupon) e non fruttano interessi; in tal caso il guadagno per il possessore deriva dall’offerta pubblica a sconto, cioè dal fatto che il b. è offerto a un prezzo minore del valore nominale al quale verrà rimborsato. Le obbligazioni a tasso fisso invece pagano una cedola fissa per tutta la durata del titolo e, alla scadenza, rimborsano alla pari il capitale. Le obbligazioni a tasso variabile hanno cedole con un valore che varia in base a diversi parametri. I titoli di Stato italiani includono principalmente i seguenti: B. ordinari del Tesoro (BOT), titoli a sconto emessi soprattutto con durate di 3, 6 e 12 mesi e servono per fronteggiare temporanei squilibri di cassa; Certificati del Tesoro zero coupon (CTZ), titoli a sconto con durata di 24 mesi; Certificati di credito del Tesoro a cedola variabile (CCT), titoli con durata di 7 anni e cedole semestrali il cui valore è collegato al tasso di aggiudicazione dei BOT a 6 mesi; CCTeu, titoli di Stato con tasso variabile collegato al tasso euribor; Buoni del Tesoro poliennali (BTP), con durata di 3, 5, 10, 15 e 30 anni hanno cedole semestrali a tasso fisso; Buoni del Tesoro poliennali indicizzati (BTPi), titoli a tasso variabile, con durata di 5, 10 e 30 anni, per i quali sia le cedole semestrali sia il capitale rimborsato a scadenza sono rivalutati sulla base dell’inflazione dei paesi dell'eurozona – calcolata attraverso l’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC), escluso il tabacco. A questi vanno aggiunti i b. degli enti locali, istituiti nel 1995 per finanziare gli investimenti pubblici e non le spese correnti di comuni, province e regioni, che possono emetterli soltanto se godono di una situazione finanziaria sana, non in dissesto o deficitaria: BOC (Buoni ordinari comunali), BOP (Buoni ordinari provinciali) e BOR (Buoni ordinari regionali). Sono rimborsati non in un’unica soluzione come i titoli di Stato, ma alla scadenza, e a ogni stacco della cedola è corrisposta una cifra che include gli interessi e una quota del capitale; hanno durata non minore di cinque anni e possono avere un tasso fisso o variabile, purché il loro rendimento effettivo non sia superiore di un punto percentuale ai titoli di Stato di pari durata o con la durata residua più vicina. L’investimento in titoli statali e pubblici non è di tipo speculativo: il margine di rischio espresso dall’eventualità del fallimento dello Stato italiano, anche in periodi di crisi finanziaria, è quasi inesistente e il rating (la valutazione legata alla capacità di ripagare il debito) attribuito dalle agenzie competenti alle istituzioni è comunque positivo. Si possono però ricordare nei tempi più recenti le eccezioni di default di economie apparentemente solide, come Argentina e Islanda. Se il rischio del titolo è basso anche i rendimenti sono bassi. Se però lo Stato emettitore ha un elevato livello di debito pubblico, aumenta il rischio e, di conseguenza, aumenta il livello dei rendimenti attesi sui titoli: in tal caso può crescere lo spread (v.), cioè lo scarto, tra il tasso di rendimento del titolo di uno Stato più a rischio di fallimento (che risulterà più elevato) e il tasso di rendimento di un titolo emesso da uno Stato con finanze più solide