buona prassi
prassi loc. s.le f. Azione, prassi diligente ed efficace, che tiene conto di criteri e conoscenze consolidati mediante una consuetudine virtuosa.
• Infine, il desiderio massimo, ossia che nessuno usi più la parola «merito» invano: i riconoscimenti al merito dovrebbero uscire dai discorsi e dai programmi, e acquisire concretezza in provvedimenti specifici e in buone prassi e comportamenti diffusi. Chi ha meriti deve essere sostenuto fattivamente, e non ostacolato da tante invidie. (Roberto Cellini, Sicilia, 23 ottobre 2012, p. 18, Noi Oggi) • piuttosto che inventare ricostruzioni fantasiose su un presunto blocco renziano o, peggio, su un presunto fronte ideologicamente antiabortista, converrebbe un approfondimento sul testo, che si limita a riconoscere che queste sono materie di competenza legislativa nazionale (come la legislazione familiare) e a chiedere all’Unione europea di promuovere buone prassi di confronto tra i diversi Paesi. (Patrizia Toia, Unità, 14 dicembre 2013, p. 16, Forum) • «Si tratta di un intervento preventivo ‒ fanno sapere da Acegas Aps Amga, anche se i lavori verranno eseguiti dalla Trieste Manutenzioni srl, la stessa ditta che ha in mano l’intero appalto ‒. Visto che il Comune sta facendo questi lavori ed è buona prassi per disturbare meno la città, noi ne approfittiamo». (Benedetta Moro, Piccolo, 27 agosto 2017, p. 24).
- Composto dall’agg. buono e dal s. f. prassi, ricalcando l’espressione ingl. good practice.
- Già attestato nella Repubblica del 4 novembre 1994, p. 9 (Vittoria Sivo).