BUDAPEST
. Capitale dell'Ungheria, è sorta dall'unione avvenuta nel novembre 1873 di tre città distinte, Buda e Ó-Buda sulla destra del Danubio e Pest sulla sinistra. Le rovine di Aquincum (v. aquinco), poste poco a nord di Ó-Buda ci attestano che già al tempo dei Romani il luogo era abitato. Distrutta Aquincum, il luogo non fu però abbandonato se il nome Buda si riannoda alla fam. di Attila. Sembra però che il nome originario fosse quello di Pest (= Ofen "stufa", con allusione alle sorgenti calde che sgorgano sulla destra del Danubio), passato poi alla riva sinistra. Dopo la venuta degli Ungheresi in Europa re Stefano, più tardi santificato, fondò a Buda una chiesa. In questo tempo la capitale dello stato è ancora Alba Reale (Székesfehérvár), al centro del piccolo Alföld, il solo allora coltivato, e meno esposta alle invasioni, e la sede religiosa è (come del resto anche ora) Strigonia (Esztergom), sul Danubio. Ma già fin d'allora sulle terrazze fluviali della riva sinistra del fiume, proprio di fronte a Buda, cominciarono a riunirsi e poi a stabilirsi dei commercianti, in prevalenza tedeschi, che fondarono un piccolo centro, posto su un'isola formata da un ramo secondario del Danubio poi interrato (corrispondente all'attuale grande Ring). L'invasione mongola del 1241 arrecò gravi danni, ma sia Buda come sede dei re e della cittadella fortificata (che da Tában passò più a N. J), sia Pest come città commerciale, cominciarono presto a riavere importanza. Una lunga parentesi si apre nel 1541 con l'occupazione della città da parte dei Turchi di Solimano; essi mutarono le chiese in moschee, la fecero sede d'un visir con diecimila giannizzeri e la tennero fino alla riconquista fattane, dopo lungo assedio, da Carlo di Lorena e Lodovico di Baden nel 1686. Sotto gli Asburgo sia Buda sia Pest furono per lungo tempo centri di second'ordine; solo dopo i lavori eseguiti per migliorare la navigazione del Danubio e permetterne l'utilizzazione commerciale fino a Costanza e dopo la costruzione del primo ponte sul Danubio (1840-49), ma soprattutto solo dopo la legge bipartita del 1867 e la politica ferroviaria e lo sfruttamento intensivo del grande Alföld che ne furono la conseguenza, la città (l'unione amministrativa di Buda con Pest è del 1873) cominciò rapidamente a svilupparsi. Passato in second'ordine il vantaggio d'una posizione facilmente difendibile che era stata una delle ragioni del fiorire di Buda, risultò preminente tra le cause dello sviluppo, che nel decennio ultimo del sec. XIX fu con quello di Amburgo il più ingente di tutte le città d'Europa, il fatto che Budapest si trova all'incrocio della più importante via commerciale, che partendo dall'Adriatico raggiunge l'Europa centrale, con la grande arteria del Danubio. Si aggiunga a questo, che Budapest è il centro e il magazzino di rifornimento dell'Alföld. Una grande città avrebbe dovuto necessariamente sorgere sulle rive del Danubio: la morfologia (terrazze fluviali della destra, colline sulla sinistra, fiume non troppo largo) ne ha indicato i punti d'appoggio più convenienti. Divenuta, dopo la guerra, capitale dello stato ungherese, Budapest ha conservato, seppure attenuati, gran parte di questi vantaggi (centro ferroviario, capitale e fornitrice dell'Alföld, porto fluviale), ma l'impiccolimento dell'Ungheria, che si è trovata improvvisamente con una capitale troppo grande, ne ha per ora arrestato il rapidissimo sviluppo.
La città è posta a 47° 29′ di lat. nord e 19° 3′ di long. est. Il clima è caratterizzato da inverni piuttosto freddi, piogge abbastanza abbondanti ma molto irregolari, escursione annua in media non troppo forte, ma notevole invece tenendo conto dei minimi assoluti. La temperatura media dei diversi mesi è la seguente: gennaio −2°,3, febbraio −o°,4, marzo 4°,4, aprile 10°,5, maggio 15°, giugno 18°,7, luglio 20°,9, agosto 20°,1, settembre 16°, ottobre 10°,3, novembre 4°, dicembre −1°. Media annua 9°,6. Pioggia: media annua mm. 640. Ricordiamo che, venendo a trovarsi Budapest quasi ogni anno per tre volte durante il semestre invernale in regime anticiclonico accentuato, si dice che essa ha tre inverni (fine novembre, principio gennaio, prima metà febbraio). La neve cade in media per 30 giorni all'anno, la pioggia per 142. Pericolose sono in primavera le inondazioni che seguono il disgelo e che sono causate soprattutto dall'accavallarsi dei ghiacci lungo il Danubio. Quella del 1838 ha recato molti danni anche alla città. In seguito sono stati costruiti muraglioni che costituiscono una delle opere grandiose della moderna Budapest.
Visti quali sono stati i nuclei originarî della città e le condizioni che favorirono la sua fondazione, non facile riesce ora parlare dello sviluppo topografico-edilizio, in quanto fino al 1873 le due città hanno avuto caratteristiche diverse. Si può invece seguire bene lo sviluppo successivo. Nell'anno della riunione erano densamente fabbricate sulla destra solo la parte interna di Ó-Buda e verso sud il primo e secondo distretto nel tratto più prossimo al fiume fino a Gellérthegy; nella parte sinistra il limite della zona densamente costruita era dato da quello che sarebbe stato poi il grande Ring, un tempo braccio d'acqua. I dintorni erano quasi disabitati; Ujpest contava appena 519 case, Rákospalota 514. In seguito però le condizioni rapidamente mutarono; le zone interne, in precedenza solo scarsamente costruite, vennero ricoperte con alti fabbricati; si allargò sempre più l'area densamente costruita e soprattutto si crearono nuovi sobborghi. Così, mentre Buda è passata negli ultimi cinquant'anni da 4000 a 7500 edifici, Pest è aumentata da 5300 a 12.500. Nel 1869 solo il V distretto aveva il carattere di città (58 per cento degli edifici con più di due piani), mentre il IV aveva moltissime case (36 per cento) a un soio piano e negli altri il numero delle case alte era minimo, tanto che il III e il X avevano il 94 e il 92 per cento di case a solo pianterreno. Attualmente in tutta la città le case a solo pianterreno sono ancora la metà, 15 per cento quelle a un piano, 11 per cento quelle a due piani, 14 quelle a tre piani. Il III e il X distretto hanno le percentuali più alte di case a un piano e con solo piano terreno. Il grande numero di case basse ha esteso moltissimo la città, sorpassando i limiti amministrativi del comune (kmq. 194,5), che però non sono stati mutati e restano quelli fissati nel 1873. Di pari passo con l'aumento delle case, anzi con un ritmo molto maggiore, si è avuto anche un notevole incremento nel numero degli edifici pubblici, che da 234 nel 1869 erano 2395 nel 1923. Prima di passare all'esame dell'aumento demografico, dobbiamo ricordare che la città è divisa amministrativamente in 10 distretti, di cui 3 sulla riva destra e 7 sulla sinistra. Essi s'indicano usualmente coi numeri romani, e sono i seguenti: I Vár, Tában e Krisztinaváros, II Viziváros, III Ó-Buda (sup.: kmq. 104,1); IV Belváros, V Lipótváros, VI Terézváros, VII Erzsébetváros, VIII Jozséfváros, IX Ferenczváros, X Köbánya (Balpart: superficie kmq. 90,2). La loro superficie è però molto varia, e mentre il IV ha un'estensione di appena 95 ettari, il I raggiunge ben 5864 ettari, cioè più d'un quarto dell'intera città. Lo sviluppo demografico della città è stato il seguente: 1720: 12.200 abitanti (di cui solo il 19 per cento Magiari); 1780: 35.215; 1799: 54100; 1821: 78.600; 1841: 107.240; 1850: 178.060; 1869: 280.349.
Per quanto riguarda l'aumento dopo l'unione amministrativa nel 1873 troviamo Budapest con 296.867 abitanti al diciassettesimo posto tra le città di Europa. Aumenta a 370.767 abitanti nel 1880 e nel 1890 con 506.384 risale all'undicesimo posto, avendo superato nell'ultimo decennio Lione, Madrid e Birmingham. Segue dal 1890 al 1900 un incremento addirittura eccezionale di oltre 225 mila abitanti che la porta nel 1900 a 733.358 abitanti e all'ottavo posto tra le città europee, avendo lasciato dietro di sé Liverpool, Napoli e Amburgo. Segue una crisi economica e specialmente edilizia che attenua il ritmo dell'aumento, ma fa conservare anche nel 1910 l'ottavo posto a Budapest, che coi suoi 880.361 abitanti è sorpassata da Amburgo, ma sorpassa Glasgow. Durante la guerra la troviamo per un momento sfiorare il milione, ma poi ripiega nel 1920 a 928.996 al decimo posto tra le città europee, superata nel decennio da Varsavia e da Glasgow. Negli anni successivi è però risalita a 960 mila abitanti. L'aumento apparirebbe ancora maggiore se Budapest avesse esteso i suoi limiti amministrativi anche ai comuni vicini, sviluppatisi accanto a essa. Questi comuni avevano nel 1873 complessivamente appena 25 mila abitanti ed erano separati dalla città da uno spazio incolto e vuoto di abitazioni. L'apertura avvenuta nel 1888 della ferrovia vicinale verso Cinkota, Dunaharaszti e Pestszentlőrinc ha subito portato un aumento, tanto che nel 1890 essi comprendono già 62 mila abitanti che diventano 120 mila nel 1900, 217 mila nel 1910 e 288 mila nel 1920. L'aumento maggiore si è avuto nei comuni periferici dal 1900 al 1910, segno che essi non hanno risentito della crisi economica di Budapest.
Facili comunicazioni, vita meno cara, desiderio di godere di maggiore libertà e di maggior spazio hanno fatto circondare la città, specialmente sulla riva sinistra, di piccole cittadine che ormai vivono a contatto della grande città, pur conservando un nome diverso. Le maggiori sono: Ujpest con 56.489 abitanti (1920), posta a nord sulla riva sinistra del Danubio; di fianco a essa subito a est è Rákospalota con 36.008 abitanti. A sud e a sud-est troviamo invece Kispest con 51.064 abitanti, Pesterzsébet con 40.545, Csepel con 13.900. Nella parte destra è da ricordare solo Budafok con 13.689 abitanti. Se alla popolazione di Budapest sommiamo quella dei sobborghi, la capitale dell'Ungheria con 1.217.324 abitanti (1920) passa al quinto posto tra le città europee. Irregolare è la distribuzione della popolazione e l'incremento di essa nelle due parti della città, abbiamo visto che, mentre l'area non è molto diversa, il numero di edifici è rispettivamente di 7500 per la destra e di 12.500 per la sinistra; quanto a popolazione, troviamo che la prima con 196.478 abitanti ospita solo il 21, 1 per cento della popolazione, mentre la seconda con 732.518 abitanti raggiunge il 78,9 per cento. Riguardo all'incremento, in seguito al forte sviluppo economico dapprima s'accrebbe specialmente la riva sinistra, tanto che dal 1890 al 1900 il VII distretto segnò l'eccezionale aumento di 68.938 abitanti; invece nel decennio successivo, mentre questa parte risentì fortemente della crisi economica, la parte destra (anche in conseguenza della costruzione del ponte Francesco Giuseppe avvenuta nel 1896 e del ponte Elisabetta costruito nel 1903 e poi anche in conseguenza del miglioramento della rete stradale) poté compensare largamente la stasi dell'altra parte, in quanto essa partecipava molto scarsamente alla vita economica, e passò quindi da 120 mila abitanti (1900) a 162 mila (1910). Notevole soprattutto è stato l'aumento del I distretto che nei suoi nuovi quartieri (Lágymányos, Kelenföld) offre ulteriore possibilità di sviluppo. In tal modo la disparità numerica delle due parti, per quanto sempre assai notevole, è venuta negli anni leggermente attenuandosi. Minimo fu invece nella riva destra l'incremento dei sobborghi, soprattutto perché le ondulate colline dei dintorni offrono condizioni scarsamente favorevoli sia all'insediamento sia alle comunicazioni col centro; complessivamente essi comprendono solo 30 mila abitanti. La causa principale dell'ingrandimento della città deve ricercarsi soprattutto nell'immigrazione. L'influenza di questo fattore risulta molto evidente dalle percentuali delle persone nate fuori di Budapest, che dal 57 per cento nel 1880 salgono al 64 nel 1910. L'aumento eccezionale del decennio 1890-1900 è infatti dovuto solo per 67.500 persone all'eccedenza delle nascite sulle morti e per ben 139.400 persone all'immigrazione. Le correnti più forti d'immigrati sono venute dal comitato di Pest e dai comitati posti sulla destra del Danubio, meno invece dall'Alföld, regione di agricoltori. Dal N. sono venuti molti Slovacchi che hanno trovato impiego nelle industrie. Si può calcolare che in poco più di cinquant'anni sono immigrate complessivamente 490 mila persone. Altra caratteristica di Budapest è la grande facilità di assimilare gli abitanti e il rapido progresso di magiarizzazione. Alla metà del sec. XIX Pest era per quasi metà una città tedesca e solo un sesto degli abitanti di Buda conoscevano l'ungherese. L'afflusso degli anni successivi fu specialmente di Ungheresi e già nel 1890 la percentuale di Ungheresi è del 67 per cento, nel 1900 sale al 79, nel 1910 è dell'86 per cento fino a raggiungere il 90 nel 1920. I Tedeschi sono discesi al 6,5 per cento, gli Slovacchi solo all'1,5. L'influenza dell'immigrazione s'è fatta sentire anche per quanto riguarda le confessioni religiose; i cattolici, che erano il 72 per cento nel 1869, ebbero negli anni seguenti un incremento molto minore delle altre confessioni, in quanto la grande massa di Ungheresi immigrati erano per lo più ebrei o protestanti, gli Slovacchi evangelici, i Serbi ortodossi. Presentemente i cattolici raggiungono solo il 59,1 per cento, gli ebrei il 23,2 (mentre nel 1873 raggiungevano appena il 16,6), i protestanti il 10,9, gli evangelici il 4,8. Che Budapest sia diventata la fornitrice dell'Alföld risulta dal numero di persone impiegate nell'industria. Buon numero di esse trova lavoro nella piccola industria, che conta 35 mila imprese con meno di 20 operai. La grande industria, che nel 1890 comprendeva 365 imprese con più di 20 operai, era salita a 1296 imprese nel 1910. Le industrie più importanti sono quella delle macchine (36 mila operai), della lavorazione del ferro e degli altri metalli (11 mila impiegati), dell'abbigliamento (17 mila), delle costruzioni edilizie (12 mila) e della tipografia (9 mila). Notevole è anche l'industria molitoria. La funzione che ha Budapest di città di scambio risulta dal forte numero di persone impiegate nel commercio (15 per cento) e nel traffico (8 per cento). Notevole anche il numero (10 per cento) degl'impiegati e dei professionisti.
Le comunicazioni sono agevolate dall'esistenza di 28 stazioni ferroviarie che servono a 15 linee principali e a 8 linee vicinali. Influenza notevole sullo sviluppo della città ha avuto l'apertura avvenuta nel 1882 della linea di Ujszász, Pécs e Szabadka (Subotica); quella della linea di Szőny, avvenuta nel 1884, e poi le linee vicinali aperte dal 1889 al 1895. Un aumento del traffico si è avuto anche per il passaggio delle ferrovie allo stato, avvenuto nel 1891. Per Budapest si può calcolare in media un traffico annuo di 500 mila treni. La rete tramviaria urbana comprende 360 chilometri. Sotto l'Andrássyút vi è anche una piccola metropolitana. Per quanto riguarda il traffico per via fluviale (le calate sono lunghe 4300 metri) il massimo è stato raggiunto nel 1911; esso ha subito una forte diminuzione in seguito all'impiccolimento dell'Ungheria, per quanto si cerchi di ravvivarlo con la costruzione d'un nuovo porto situato presso Csepel nel IX distretto.
L'istruzione è curata da 640 scuole elementari, 46 scuole medie e 11 scuole superiori. Tra queste sono soprattutto importanti l'università Peter Pázmány e il politecnico József. Gli analfabeti raggiungono l'11 per cento, in gran parte immigrati.
È stato detto che Budapest è alle porte dell'Oriente. I riflessi d'oro che muoiono sulle cupole smaltate del Palazzo del Parlamento specchiantisi nel Danubio, la ricchezza e architettura della chiesa di S. Matteo, l'imponente maestosità del Danubio, che a differenza di quanto avviene per Vienna è al centro della città, il carattere degli abitanti più ingenuo di quello tedesco fa certo sentire che siamo in un mondo diverso, ma non bisogna poi dimenticare che ci troviamo in una città nuova e rinnovata da appena cinquanta anni, e soprattutto che Budapest è la capitale d'un immenso stato di contadini. Il gran numero di case basse e a un solo piano, che, anche trasformati in operai, i contadini ungheresi hanno conservato specialmente nei quartieri periferici, dà appunto alla città uno dei suoi aspetti, seppur meno attraenti, certo più caratteristici. L'unificazione del 1873 e le successive costruzioni hanno poi alquanto attenuato il carattere diverso delle due parti della città sia per quanto si riferisce all'aspetto, sia riguardo alla vita economica e alla percentuale etnica. Caratteristica di Buda resta la situazione in collina, in confronto alla situazione in piano di Pest.
Di fianco alla piccola chiesa di S. Matteo, subito a est, sono i bastioni dei pescatori (Halászbástya), costruiti nel 1901, dai quali si gode una bellissima vista della città. A sud dell'antica fortezza si leva, alta sul Danubio quasi 120 metri, la collina di S. Gherardo (Gellért hegy), ornata alla sua sommità dal 1902 da una statua del santo che fu gettato dalla rupe nel Danubio nell'anno 1046. Un panorama bellissimo della città si gode dal monte degli Svevi (Svábhegy), così detto perché gli Svevi si accamparono qui nel 1685 al tempo del lungo assedio; esso è alto 471 metri sul mare e si raggiunge con una funicolare. Per passare sulla riva sinistra del fiume sí possono usare 6 ponti. Primo a essere costruito fu il ponte a catene (Lánczhid), opera dell'inglese Clark. Poggia su due piloni alti 50 metri, è lungo 375 metri e sbocca da una parte sulla piazza Francesco Giuseppe, e dall'altra sulla piazza dove è la galleria che sottopassa la collina di Vár e raggiunge la stazione meridionale. Secondo in ordine di tempo è il ponte Margherita (Margithid), costruito in ferro negli anni 1872-76 e lungo 560 metri; non è rettilineo ma composto di due parti che formano un angolo molto largo; al centro si stacca una deviazione che conduce all'isola Margherita. Del 1896 è il ponte Francesco Giuseppe (Ferencz Jószefhid), lungo 330 metri, del 1903 il ponte Elisabetta (Erzsébet-hid), lungo 290 metri. Restano infine a nord il ponte ferroviario lungo 1200 metri e a sud il ponte ferroviario di congiunzione (Ôsszekötő).
Passati in Pest, di cui risalta evidente il carattere moderno, si può vedere molto bene lo sviluppo radiale della città. Un primo nucleo è compreso tra il Danubio e le vie della Dogana, del Museo e di Carlo (Vámház-, Muzeum-, e Károly körút) e costituisce la città interna (Belváros) sede del primo distretto. Continuazione della Károly körút è la Váczi körút che immette in una più ampia serie di strade (Lipót-, Teréz-, Erzsébet-, Jószef-, Ferencz körút) formanti anticamente una seconda cinta. Tre grandi strade partenti radialmente da queste in direzioni diverse, le strade Andrássy, Ráhóczi e Üllöi, raggiungono una terza strada circolare (Hungária körut) ancora non del tutto costruita.
Uno dei punti più animati della città è il Lungo Danubio (Ferencz Joszef rakpart), tra il ponte Francesco Giuseppe e il ponte sospeso, il corso di Budapest, alberato, sede di molti eleganti alberghi e caffé. Sempre lungo il Danubio, ma più a nord, s'innalza il Palazzo del Parlamento, costruito per le due Camere fra il 1883 e il 1902, imponente costruzione di metri 255 per 130, coronata da una cupola alta 96 metri e da due torri alte 78 metri. Dietro v'è il Palazzo di Giustizia, costruito nel 1896, e vicina è la bella piazza della libertà (Szabadságtér), ornata dalle statue rappresentanti le provincie perdute. Anche l'Accademia delle Scienze (fondata dal conte Stefano Széchenyi nel 1825) ha la sua sede in un palazzo prospiciente il Danubio, situato presso il ponte a catene e costruito negli anni 1862-64. La chiesa di S. Stefano, rinnovata completamente nel 1873, è invece al principio della già ricordata Váczi körút, e proprio accanto a essa si apre la bellissima Andrássyút, lunga più di due chilometri. A sinistra, dopo pochi metri è il Palazzo dell'opera, costruito fra il 1875 e il 1884. La via, fiancheggiata in tutto il suo percorso da abitazioni signorili, finisce in una grande piazza dove è il monumento eretto nel 1894 per ricordare il millenario della venuta degli Ungheresi in Europa e dove comincia il grande giardino pubblico (Városliget), ampio circa 114 ettari. Sulla stessa piazza è anche il Museo delle Arti Figurative, costruito fra il 1900 e il 1906, ricco di opere antiche e moderne.
Bibl.: E. de Cholnoky, The geographical position of Budapest, in Földrajzi Közlemények, XLI-XLVI, Budapest 1923, e il capitolo Budapest (pp. 109-16), nel volume Ungarns Land und Volk, Budapest 1918; Österreich-Ungarn in Wort und Bild, Budapest-Berlino 1899; Von Krücken, Budapest in Wort und Bild, Berlino 1899; Budapest Félszázados Fejlödése 1873-1923, Budapest 1925.
Le Fonti termali. - Budapest è anche stazione idrominerale molto nota. Dal monte S. Gherardo, che fiancheggia a destra il Danubio, nascono alcune sorgenti calciche-termali, ricchissime di anidride carbonica (CO2) libera, che provvedono d'acqua tre sontuosi stabilimenti. Essi furono edificati nel '500 dai Turchi; le piscine antiche con cupole bizantine dànno al visitatore un saggio di quello che potevano essere questi edifici nell'epoca del loro splendore. Ai bagni turchi stanno addossati gli stabilimenti moderni, come il Bagno di S. Gherardo (50°), il Bagno di Rácz (43°,5) e il Bagno Rudas (45°), tutti provvisti di ogni comfort. Un altro gruppo di sorgenti è al nord di Buda, con acqua solfatocalcica termale, usata anche per bevanda: Bagno Imperiale (diverse sorgenti in media 59°), Bagno Lukács (60°), Bagno Reale (53°). L'uso di queste ultime sorgenti risale ai tempi dei Romani, come dimostrano le rovine di due ipocausti. Nell'isola S. Margherita sul Danubio sgorga l'acqua S. Margherita (43°), ricca di solfati e di CO2. A Pest vi è pure una sorgente termale, che scaturisce da una profondità di 911 metri, ha una temperatura di 73° ed è molto ricca di CO2. A circa 3 km. verso sud-ovest dal centro della città sgorgano le famose acque purgative amare, conosciute sotto il nome di "Acqua ungherese". Vi sono ancora diversi gruppi di sorgenti, ma la composizione chimica delle acque è la medesima (20‰ di solfato di sodio e 20‰ di solfatti di magnesio). Le acque più note sono: Hunyadi János, Ferencz Jószef, Rákóczy, Árpád, Victoria, ecc. Di simile composizione è l'acqua del Bagno Erzsébet che si trova presso queste ultime sorgenti ed è indicata nelle malattie dei genitali femminili (peri- e parametrite essudativa, ecc.).
Monumenti e sviluppo artistico. - La storia monumentale di Budapest comincia con la città romana Aquincum (v. aquinco), vicino all'odierna Buda Vecchia. Dopo l'estinzione della dinastia nazionale degli Arpád (1301), gli Angioini di Napoli trasferirono la residenza da Székesfehérvár a Buda, costruendovi un castello reale, poi ampliato, anche con l'opera di artisti francesi, da re Sigismondo nei primi decennî del sec. XV, ancora ingrandito e rimaneggiato in stile Rinascimento da architetti italiani, fra cui il fiorentino Chimenti Camicia e il bolognese Aristotele Fioravanti, nella seconda metà del sec. XV, sotto Mattia Corvino. Buda era allora nella media Europa non solo uno dei centri politici e commerciali più importanti, ma anche una delle città più decorose e più ricche d'insigni monumenti, ed ebbe il vanto di adottare per prima, dopo l'Italia, la nuova architettura e l'arte della rinascenza. Ne fanno fede, oltre alle descrizioni e incisioni, gli avanzi marmorei della reggia, conservati nel Museo nazionale, nel Museo civico di Budapest e in quello di Vészprém, nonché la chiesa di Maria Vergine detta anche di Mattia Corvino (sec. XIII, restaurata alla fine del sec. XIX) e quella della Maddalena, oggi chiesa della guarnigione militare (secolo XIII), risparmiate dai Turchi invasori, che durante la loro occupazione, durata un secolo e mezzo (1541-1686), rovinarono la fiorente e bella capitale. Per Mattia Corvino lavorarono molti tra i migliori artisti italiani, come il Verrocchio, Benedetto da Maiano, Filippino Lippi, Giovanni Dalmata e fors'anche Leonardo da Vinci: nella sua famosa biblioteca il re raccolse codici miniati dall'Attavante, da Gherardo fiorentino, da Francesco d'Antonio del Chierico e da Giovanni Ant. Cattaneo. Sotto il monte di Buda s' ergeva la chiesa romanica di S. Gherardo e a Buda Vecchia l'antica cattedrale, di cui non sono rimasti che pochi avanzi, come del monastero sull'isola Margherita. A Pest, la parrocchiale riedificata in istile barocco conserva ancora l'abside gotica, nel cui interno si vedono due bei pastoforî (1507), scolpiti nello stile del rinascimento italiano. Dell'epoca dell'occupazione turca rimangono a Buda alcuni bagni a cupola. Dopo la cacciata del Turco, Buda, quasi del tutto distrutta, fu riedificata, in parte da artisti italiani delle prealpi lombarde, in un barocco semplice, un po' provinciale, ma con palese carattere locale. Maria Teresa fece riedificare la reggia, cui alla fine del sec. XIX diede l'attuale forma neo-barocca l'architetto Luigi Haussmann; nel lato destro della reggia è la famosa cappella di S. Stefano dove è conservata la mano destra del santo. E fra i più importanti monumenti barocchi quasi intatti sono a Pest la chiesa dell'università, già dei monaci paolini, affrescata nel 1776 dal Bergl, e il palazzo comunale, già degli Invalidi (1716), su disegno di Domenico Martinelli. Il maggiore sviluppo architettonico di Pest comincia soltanto al principio del sec. XIX, per merito dell'arciduca Giuseppe, il quale costituì nel 1808 una commissione artistica per l'attuazione di un programma edilizio e per il controllo artistico degli edifici. Tale programma fu molto favorito dalla munificenza del conte Stefano Széchenyi. Nei primi decennî dell'800 la nuova Pest ebbe un aspetto neoclassico, che perdette poi nel suo gigantesco ampliarsi, benché esistano tuttora i suoi più importanti edifizî di tale stile come il Museo nazionale (1837-1846), la scuola militare Ludoviceum, la chiesa evangelica, i palazzi Sándor (oggi Presidenza del consiglio), Szapáry (oggi Zichy), tutti dell'architetto Michele Pollák, sotto l'influsso del fratello Leopoldo e del Piermarini; la prefettura (1838-41) di Mattia Zitterbarth, il palazzo del Lloyd di Gius. Hild, di cui è anche il disegno originale della maggior chiesa della capitale, la parrocchiale di S. Stefano, terminata in stile neocinquecentesco da Nicola Ybl.
L'architettura dí Budapest ha imitazioni, con caratteri ungheresi, di ogni stile. Nel Vigadó ("ridotto"), sul Lungo Danubio Francesco Giuseppe, Federico Feszl intrecciò a forme medievali, con spirito originale, motivi locali. Imponente lo stile neoromanico usato nella ricostruzione del bastione dei pescatori a Buda, da Federico Schulek. Nel parlamento, Emerico Steindl rievocò con grandioso effetto l'architettura gotica; attinse alle fonti dell'architettura medievale anche S. Petz nella chiesa riformata a Buda, nel mercato centrale e nell'archivio di stato, riccamente affrescato da Andrea Dudits, su programma del conte Klebelsberg. Con l'Opera, con la dogana e con palazzi privati Nicola Ybl rappresenta con squisito gusto e con un senso non comune di equilibrio le rinate tendenze del '500 italiano; seguono invece il neobarocco Luigi Haussmann nella riedificazione del Palazzo reale e di quello della Giustizia, Desiderio Hültl nel convento e liceo dei padri piaristi, Giulio Wälder nel monastero dei cisterciensi. Interessante nel Parco pubblico (Városliget) il gruppo pittoresco di edifici riproducenti antichi monumenti provinciali ungheresi. Sul finire del secolo XIX, nei palazzi del Museo di arte decorativa, della Cassa di risparmio delle RR. poste, e nella parrocchiale del X distretto (Kőbánya), Edmondo Lechner tentò uno stile moderno nazionale, applicando a costruzioni di tipo orientale la ricca decorazione dell'arte popolare ungherese. Iniziatori di più moderni indirizzi sono Aladár Árkay (chiese nel Városmajor e nel Fasor), Emilio Neuschloss (Giardino zoologico), Béla Lajta (Scuola tecnica nella via Vas) e i fratelli Giuseppe e Ladislao Vágó (casa Gutenberg, Salone nazionale). Le loro costruzioni differiscono da consimili edifizî stranieri principalmente nella decorazione prettamente nazionale.
Le piazze di Budapest hanno monumenti dei migliori scultori, come le statue dei poeti Petöfi (opera di Huszár su modello dell'Izsó), Arany (scultore Stróbl), Vörösmarty (Kallós e Felcs), del cosiddetto Anonimo, notaio del re Béla (Ligeti), e quella indovinatissima ad Eugenio di Savoia, dinnanzi al Palazzo reale (Róna); e ancora quelle dei patrioti Kossuth (Horvay), Deáh (Huszár), Andrássy padre (Zala), la statua eretta in memoria della guerra d'indipendenza del 1848-1849 (Zala) e il grandioso monumento del millennio (Zala).
Budapest, già centro dell'arte ungherese sotto M. Corvino, ritornò tale nello splendido rifiorire del sec. XIX. Fu un italiano, il veneziano Giacomo Marastoni, che vi fondò nel 1846 la prima accademia di pittura. L'Accademia di belle arti dello stato, scuola normale per i professori di disegno, fu fondata nel 1861. Oggi la città è sede delle principali scuole ed istituti, società, gallerie, musei d'arte. Il palazzo delle esposizioni d'arte (Mücsarnok) fu eretto nel 1896 su disegno di Schickedanz e Herzog, che edificarono di fronte il Museo di belle arti. Gallerie private per esposizioni sono il Salone nazionale (Nemzeti Szalon), il museo Ernszt (anche casa d'aste) e la galleria Tamás (esposizione di avanguardisti).
I principali musei sono il Museo nazionale, il Museo di belle arti, il Museo d'arte decorativa.
Il Museo nazionale ungherese (Magyar Nemzeti Múzeum) fu fondato nel 1802 dal conte Francesco Széchenyi con la donazione della sua biblioteca. Nei decennî seguenti fu arricchito di cospicui doni di altri patrioti, tra i quali l'arciduca Giuseppe, i vescovi Ipolyi e Pyrker, Nicolò Jankovich, ecc. Ha otto sezioni, la biblioteca con più di 400.000 volumi e 300.000 opuscoli, la sezione di archeologia, quelle storica, numismatica, etnografica, zoologica, botanica e mineralogica. Importantissima la sezione archeologica che ha collezioni di tesori preistorici e barbarici, tra le più ricche d'Europa, e una raccolta di antichità romane della Pannonia. Nella sezione storica: sculture decorative di artisti italiani, provenienti dalla reggia di Mattia Corvino, cimelî d'oreficeria bizantina e italiana. La sezione ungherese contiene un ricco tesoro d'oreficeria, altari, quadri d altare e sculture in legno dei secoli. XV e XVI e collezioni d'armi. La sezione etnografica ha sfarzose collezioni d'arte ungherese.
Il Museo di belle arti è sorto dalla fusione della galleria del Museo nazionale con la galleria Esterházy, comprata dallo stato nel 1871 e collocata sin dal 1865 nel palazzo dell'Accademia delle scienze. Nel 1907 fu arricchito, per lascito, della collezione Pálffy e venne inaugurato nella sua attuale sede nel 1906. Ha le seguenti sezioni: galleria antica; galleria moderna; galleria della pittura ungherese moderna (fondata nel 1928 sul tipo del Museo del Lussemburgo di Parigi); sezione grafica; galleria storica (di ritratti e quadri storici ungheresi); museo "Francesco Hopp" (arte dell'Asia orientale). La parte più importante della gallerìa antica consiste in quadri italiani, specie di scuole dell'Italia centrale, provenienti in gran numero dalla galleria Esterházy. La collezione spagnola è tra le più ricche fuori di Spagna. Notevoli pure le collezioni di quadri fiamminghi, olandesi, francesi, inglesi e tedeschi. Tra le opere di antichi pittori ungheresi sono da ricordare la Cerere di Michele Pannonio, una delicata Visitazione (1506) del monogrammista M. S., il più notevole pittore ungherese intorno al 1500, varî sportelli d'altari dei secoli XV-XVI, ritratti di G. Rupetzky, nature morte di G. Bogdány.
Nella galleria moderna vi sono opere dei migliori pittori ungheresi dell'800 accanto a numerosi quadri di pittori stranieri. Nella Nuova galleria ungherese si trovano i migliori maestri moderni.
Della raccolta di sculture fa parte la collezione Arndt, acquistata nel 1915, con circa 800 numeri, tra i quali un torso greco virile (sec. IV a. C.) e molte terrecotte. Le sculture del Medioevo e del Rinascimento provengono in parte dalla collezione, principalmente di bronzi raccolti in Italia, dello scultore Stefano Ferenczy (1792-1856). Tra le sculture moderne vi sono opere di artisti ungheresi accanto a quelle di altri stranieri.
La collezione dei disegni contiene 10.000 numeri, con fogli di grandi maestri antichi e con molti disegni dei maggiori moderni. La collezione di incisioni ha circa 120.000 fogli, tra i quali molti del sec. XV.
Una discreta collezione di quadri antichi possiede il museo Zichy lasciato alla città dal conte Eugenio Zichy e inaugurato nel 1921. Notevole è pure il museo lasciato allo stato dal collezionista Giorgio Rath nel 1905, e annesso al Museo di arte decorativa.
Tra le collezioni private ricordiamo quelle del conte Giulio Andrássy (morto nel 1929); di Giuseppe Cselényi; di Emilio Delmar; di Federico Glück; del barone Francesco Hatvany; del conte Emerico Karolyi; del bar. Adolfo Kohner e (importante) del bar. Maurizio Herzog.
La collezione del barone Adolfo Kohner è ricca di dipinti francesi e ungheresi del sec. XIX. La collezione di A. Lederer contiene pitture italiane del Rinascimento. Sono infine da ricordare le collezioni del dott. Paolo Majovnky; di Massimiliano Schiffer; del dott. G. Sumari; del barone Lodovico Schossberger; di Giulio Wolfner, ch'è una delle più ricche di pitture ungheresi dei secoli XIX e XX e di ricami d'arte popolare.
V. tavv. VII a XII.
Bibl.: V. Kuzsnszky, Aquincum (Guida stampata nel 1925 anche in italiano); C. Divald, Budapest müvészete török hódolhúy elött (L'arte a Buda prima dell'occupazione turca), Budapest s. a.; E. Lux, La Reggia di Mattia Corvino (in ungh. e in ital.), pubbl. della Soc. italo-ungh. "Mattia Corvino", Budapest 1921; E. Lechner, Budapest müemlékei (I monumenti di Budapest), Budapest 1924; id., A Magyar Nemzeti Múzeum (Il Museo nazionale ungherese), Budapest 1926; S. Meller, Az Esterházy-Képlár története (Storia della galleria Esterházy), Budapest 1915; A. Venturi, in L'Arte (1908), sui dipinti ital. del Mus. di belle arti; A. Colasanti, e T. Gerevich, in Rassegna d'arte (1911) sulla coll. Pálffy; studi e articoli sulle riviste ungh. Archaeologai Ertesitö, Müvészet, Magyar Müvészet.
Vita teatrale e musicale. - Il teatro ungherese, ove si eccettui il Teatro Nazionale fondato nel 1837, non ha una vera e propria tradizione; essa è ancora in via di sviluppo. Anche la cultura teatrale della capitale ungherese dovette seguire con una certa frettolosità il rapido sviluppo non solo edilizio, ma anche spirituale della città. Compagnie drammatiche ungheresi di una certa importanza si riscontrano, fra quelle peregrinanti in tutto il territorio del paese, solamente intorno al 1806. In quell'epoca le compagnie più note erano quelle di Székesfehérvár (Alba Reale), di Miskolcz e di Kassa. Il 3 maggio 1819 la compagnia di Székesfehérvár diede a Budapest una rappresentazione del dramma "I Tartari in Ungheria" del poeta Carlo Kisfaludy, e fu un avvenimento. Il conte Stefano Széchényi - il sommo riformatore ungherese - nel 1832, oltre alle varie idee proposte agli Ungheresi, sollevò anche quella di un teatro stabile da fondare a Budapest. Il teatro, per opera e per prosa, venne inaugurato cinque anni più tardi, il 22 agosto 1837, e, passando nel 1840 all'amministrazione dello Stato, fu il primo embrione di quello che doveva diventare il Teatro Nazionale. Nel 1875 venne fondato il Népszinház (Teatro del Popolo), il quale tolse al Teatro Nazionale il repertorio lirico ed operettistico, lasciandogli il compito di appoggiare e promuovere lo sviluppo di una letteratura drammatica nazionale. Primo direttore del Teatro Nazionale fu il critico Giuseppe Baiza, il quale diede un ottimo avviamento all'istituzione, che specialmente intorno alla fine del secolo scorso raggiunse un livello completamente degno della sua missione. Oggi ancora, per quanto il teatro non abbia mancato di sentire anch'esso gli effetti del triste periodo traversato dall'Ungheria nell'immediato dopoguerra, si mantiene all'altezza dell'attività che deve svolgere: l'attuale direttore Alessandro Hevesi, ne ha inaugurato una sezione minore, nella quale sono rappresentati lavori moderni che richiedono un ambiente più intimo. Recentemente il teatro ha dato un ciclo di rappresentazioni shakespeariane, che resteranno memorabili nella storia del teatro ungherese.
Dopo quello nazionale, vennero fondati e sorsero rapidamente, uno dopo l'altro, i teatri privati, fra i quali devono essere menzionati il Vigszinház (Teatro della Commedia) fondato nel 1896, il Magyar Szinház (Teatro Ungherese) nel 1897, il Királyi Szinház (Teatro Reale) nel 1903, il Városi Szinház nel 1910, ed altri minori. Budapest conta oggi una quindicina di teatri. È applicato su tutta la linea il sistema della compagnia stabile, per quanto anche in questo campo si siano fatti a lungo sentire gli effetti della guerra e dei difficili anni che seguirono. La messa in scena, sempre accuratissima, s'ispira ai principî dettati da Parigi o da Berlino. In genere sono rappresentate a Budapest, prima o dopo, tutte le novità che abbiano avuto successo a Parigi, Berlino o Vienna. Il teatro drammatico italiano fu per molto tempo negletto: basti dire che dal 1918 al 1928 nei teatri ungheresi di Budapest sono stati rappresentate complessivamente solo sette composizioni di italiani. Il pubblico di Budapest ha un culto straordinario per i suoi attori, di modo che avviene spesso che buona parte del pubblico va a teatro più per vedere un dato attore o una data attrice che non il lavoro rappresentato. I teatri più importanti della capitale ungherese, e specialmente il Teatro Nazionale e il Teatro della Commedia, hanno dei complessi che possono stare alla pari con i migliori di tutte le altre capitali europee.
La vita musicale di Budapest comincia ad assumere importanza nel sec. XIX, quando nel popolo ungherese si desta il desiderio d'una propria arte, ben distinta dalla germanica e dalla boema. Nel 1837, per merito del celebre compositore Francesco Erkel, venne fondato il già ricordato Teatro Nazionale, nel quale sono state rappresentate opere di Erkel, di Mosony e di altri operisti della scuola nazionale magiara. Nel 1840, per opera d'una società presieduta dal musicologo Gabriele Matray, venne aperto a Pest un conservatorio, e presto anche Buda volle averne uno, cui aggiunse una società musicale che inaugurò i suoi concerti con una ouverture composta a tale scopo dal Mosony. Finalmente nel 1875 F. Liszt riuscì ad ottenere l'apertura d'un conservatorio di stato, che dapprima ebbe soltanto corsi superiori, affidati all'Erkel, al Volkmann, al D'Abrany sotto la presidenza dello stesso Liszt.
Il Teatro Reale dell'Opera di Budapest è stato costruito sui piani dell'architetto Nicola Ybl dal 1875 al 1884 in istile rinascimento. Fu inaugurato alla presenza di Francesco Giuseppe il 27 settembre 1884 con il primo atto dell'opera Bánk bán del maestro ungherese Francesco Erkel, allora direttore del teatro, e il primo atto del Lohengrin. Da allora l'Opera ha preso notevole sviluppo e ha avuto spesso, in posizioni e cariche importanti, personale italiano. Attualmente ne è direttore il musicista Nicola Radnay. L'Opera, che ha un'ottima orchestra, difetta invece di cantanti e specialmente di tenori, per cui vi cantano spesso degli "ospiti". Nel repertorio è dato moltissimo posto alle opere dei celebri maestri italiani, soprattutto di Verdi e di Puccini.
Del resto a Budapest si svolgono attività musicali varie e fervide, così nel teatro come nella sinfonia e nella musica da camera, che la rendono un centro musicale di prima importanza.
Biblioteche. - Nel campo dell'organizzazione dei mezzi scientifici la moderna Budapest, che dispone di vaste raccolte, ha fatto negli ultimi anni notevolissimi progressi. L'universitaria arriva a 550.000 voll., con un fondo interessante di incunaboli (1120), di codici (194) e manoscritti (3400); quella del politecnico raggiunge i 126.000 volumi; quella Széchényi, così chiamata dal fondatore del museo nazionale ungherese conte Francesco Széchényi (anno 1802; il museo è la terza raccolta, in ordine di tempo, dell'Europa dopo il British Museum e il Louvre) ha non meno di 520.000 volumi e 20.000 mss., in massima parte d'argomento ungherese, fra cui dieci preziosissimi codici della raccolta corviniana; quella dell'accademia ungherese delle scienze supera i 200.000 voll. e possiede ampie raccolte di lettere, documenti e 2417 mss.; e anche biblioteche speciali di minore consistenza, quali quelle dell'Istituto ungherese di statistica, della Società delle scienze naturali e della Camera di commercio, sono in rapido aumento. Bene organizzata la civica, la cui centrale è specializzata in opere sull'Ungheria e sui Balcani, di politica e sociologia, e le cui 8 filiali hanno invece opere letterarie o di carattere divulgativo. Queste raccolte librarie sono coordinate dalla Biblioteca centrale ungherese, che è una sezione del museo nazionale ungherese.
Due fatti sono degni di nota nella storia del libro e delle collezioni librarie di Budapest: la fondazione della prima, sia pure modesta, stamperia dell'Ungheria, àvvenuta a Buda nel 1473 per opera di Andrea Hesz, che fu invitato a trasportarsi alla corte di Mattia Corvino dall'ambasciatore ungherese Ladislao Karai, abbandonando la sua officina di Roma, e quella della grande biblioteca corviniana, che aveva circa un migliaio di splendidi codici, di cui 116 esistono tuttora in Ungheria e all'estero; in essi erano rappresentati, insieme con i padri della chiesa, gli autori classici e le opere degli scolastici. La Corviniana, di provenienza italiana, è uno dei più preziosi documenti dell'importanza del libro italiano nel periodo umanistico, sia dal punto di vista culturale, sia da quello tecnico. La "Sodalitas Literaria Danubiana", fondata dopo la morte di Mattia Corvino (1497), contribuì pur essa all'amore e alla diffusione del libro in Ungheria. Lo Specimen Hungariae litterariae di Davide Crittinger (1711) porta un materiale bibliografico relativo a 300 scrittori; nel 1786 Alessio Horanyi ne elevò il numero a 1200: l'azione dei grandi polistorici ungheresi del sec. XVIII non si comprende senza grandi risorse librarie. La biblioteca universitaria fu fondata e aperta al pubblico nel 1770; quella dell'Accademia delle scienze nel 1826, col lascito dello storico conte Giuseppe Teleki.
Bibl.: W. Weinberger, Die Bibliotheca Corvina, in Sitzungsberichte der phil.-hist. Klasse der Akademie der Wissenschaften, vol. 159, VI, Vienna 1908; A. de Hevesy, La bibliothèque de Matthias Corvin, 1923; E. Madzsar, La scienza ungherese nel passato e nel presente, in L'Ungheria (pubbl. Istituto Europa Orientale), s. 2ª, XVIII (1929), pp. 395-413; Gyula von sebestyen, Dei erste Buchdruckerei in Ungarn, 1473, in Gutenberg-Festschrift, 1925.
Storia. - La storia di B. ha inizio con i Celti che, al posto dell'odierno Ó-Buda, avevano fondato una città chiamata da loro Akink. I coloni romani trasformarono poi questo nome in Aquincum. Già prima della venuta degli Ungheresi, il luogo fu chiamato Ofen dai tedeschi e Pest dagli Slavi: nomi che ricordano le fornaci di mattone che vi esistevano già allora.
Sulla prima epoca del dominio ungherese si sa soltanto che il vescovo Gherardo, italiano d'origine, fu dai pagani, rivoltatisi contro il cristianesimo, precipitato nel 1040 dal monte di Buda, che si chiamò quindi Monte S. Gherardo. Nel 1156, risiedeva a Buda un preposto. La città divenne ben presto sede della corte regia e si sviluppò anche come centro commerciale. Buda fu devastata dai Tartari nel 1241; ed allora il re Béla vi edificò una fortezza per resistere ad altri attacchi. Da ultimo il nome di Buda passò alla fortezza, mentre l'antica città fu nominata Buda antica. A Buda sorse in quel tempo la Chiesa della Madonna, oggi di Mattia; e nell'isola detta "delle lepri" furono costruiti dei monasteri, in uno dei quali visse Margherita, la giovinetta reale che ha dato il nome odierno all'isola. La prima dieta nazionale sul prato Rákos fu convocata dal re Ladislao, detto il Cumano. Dopo la morte dell'ultimo degli Árpád, la città di Buda si oppose all'avvento di Carlo Roberto d'Angiò e non gli si sottomise che nel 1307. Carlo Roberto fece coniare a Buda il primo fiorino d'oro ungherese. Il dominio di Luigi II d'Angiò, detto "il grande", favorì di molto lo sviluppo della città. Sotto Sigismondo, il palazzo reale fu riedificato da maestri francesi e Buda divenne temporaneamente sede dell'imperatore di Germania. Nelle lotte di partiti che seguirono, Ladislao Hunyadi fu decapitato nella piazza di S. Giorgio a Buda il 16 marzo 1457. Sotto il re Mattia Corvino, Buda e Pest fiorirono: ambedue le città vennero fortificate ed attorno allo splendido palazzo reale, opera d'architetti italiani, sorsero i palazzi della nobiltà. Dopo la morte di Mattia, la città però declinò di nuovo. Nel 1514 essa fu devastata dalle orde contadinesche di Giorgio Dózsa. Alla notizia della disfatta di Mohács, la regina vedova fuggì da Buda, che fu incendiata dai Turchi. Abbandonata poi da questi, la città fu quindi contesa dai due pretendenti al trono, Giovanni Szapolyai e l'imperatore Ferdinando. Due anni dopo, nel 1529, Buda e Pest furono occupate un'altra volta dal sultano, che le consegnò a Giovanni Szapolyai. Ma, dopo la morte di quest'ultimo, Ferdinando le rioccupò. Egli fu però ricacciato ben tosto dal Turco, chiamato in aiuto dal tutore del figlio del re defunto, Giovanni Sigismondo. Solimano occupò quindi la città definitivamente nel 1541; e i suoi discendenti vi signoreggiarono per ben 140 anni, cioè fino al 1686. In questo periodo di tempo, la civiltà della città fu del tutto annientata. La ricca borghesia ne fu espulsa. Quattro tentativi degli Ungheresi di riacquistare Buda valsero soltanto a devastarla sempre maggiormente. Il riacquisto avvenne solo nel 1686, per opera di Carlo di Lorena. Essa divenne "città regia" nel 1703; ma le guerre d'indipendenza di Rákózci e una terribile peste la rovinarono a tal segno, che nel 1710 non le rimanevano che soli 300 abitanti. Carlo III (l'imperatore Carlo VI) vi trasferì il tribunale supremo. Maria Teresa vi eresse un nuovo palazzo reale e Giuseppe II vi portò l'università, fondata dall'arcivescovo principe primate Pietro Pázmány a Nagyszombat. Nel 1796 fu fondato l'ospedale Rókus; nel 1808 sparirono le antiche mura. Al principio del secolo scorso, sorsero il Museo Nazionale, l'Accademia Ungherese, il Teatro Nazionale. Nonostante la terribile inondazione del 1838, le industrie e il commercio si svilupparono rapidamente. Rimontano a quest'epoca: il ponte sospeso, il regolamento del Danubio, la prima Cassa Nazionale di Risparmio, l'Accademia Kisfaludy, i primi tronchi ferroviarî. Il 15 marzo 1848, Pest divenne la sede del ministero costituzionale e, dopo le vicende della guerra d'indipendenza e dopo venti anni d'assolutismo austriaco, la capitale del governo costituzionale d'Ungheria.
Bibl.: Fr. Salamon, Budapest története (La storia di Budapest), voll. 2, Budapest 1878-85; G. Rupp, Buda-Pest és környékének helvrajzi története (Storia topografica di Budapest e dintorni), Pest 1889; F. Romer, A régi Pest (Pest antica), Budapest 1873; L. Schmall, Adalékok Bp. törtenetéhez (Contributo alla storia di B.), Budapest 1899.