ZAULI, Bruno
Nacque ad Ancona il 18 dicembre 1902, terzogenito di Elvira Sangiorgi e di Domenico Zauli. Giornalista, allenatore e medico, è stato soprattutto un importante dirigente sportivo italiano ed europeo. Zauli visse la propria gioventù e adolescenza a Napoli, dove la famiglia si era trasferita per esigenze lavorative del padre Domenico, ingegnere civile. Fu proprio nel capoluogo campano che il giovane Zauli si avvicinò allo sport praticando canottaggio, sollevamento pesi e soprattutto atletica leggera. Dopo aver terminato il liceo nel 1920, avrebbe desiderato iscriversi ad architettura, ma accondiscendendo alle pressioni familiari si iscrisse alla facoltà di medicina. Il suo però non fu un percorso lineare. La passione per lo sport e il giornalismo lo portarono in più occasioni a interrompere gli studi, che concluse solo nel 1931 con la specializzazione in odontoiatria.
Nel corso degli anni universitari napoletani, Zauli cominciò a dedicarsi attivamente al giornalismo. Dopo gli esordi su L’Italia Sportiva, fu redattore de Il Mezzogiorno e contribuì a fondare Il Mezzogiorno Sportivo. Come dirigente, invece, nel 1921 contribuì a fondare la Società Atletica Virtus e divenne segretario del Comitato campano della Federazione Italiana Sport Atletici (FISA). Questo ruolo gli permise, quattro anni più tardi, di svolgere il compito di segretario al Congresso nazionale della FISA a Roma, in cui conobbe molti dei vertici dell’atletica nazionale del tempo fra i quali il gerarca Leandro Arpinati.
Nel 1926, un anno che lo vide attivo come organizzatore dei Campionati nazionali di atletica leggera disputati a Napoli, Zauli divenne anche uno dei soci fondatori dell’A.C. Napoli. Seppur per un solo anno, in veste di factotum e segretario, svolse una funzione tutt’altro che marginale nel rilancio del club del Presidente Giorgio Ascarelli.
Alla fine del 1926 Zauli raggiunse malvolentieri la famiglia a Roma, dove completò gli studi e cominciò, dal 1929, a lavorare in uno studio odontoiatrico, un’esperienza di breve durata a cui rinunciò per accettare con entusiasmo il lavoro a tempo indeterminato come giornalista de Il Littoriale. Negli anni universitari romani, Zauli era diventato responsabile del Gruppo Universitario Fascista (GUF) capitolino per l’atletica leggera, come medico e allenatore. Il successo, ottenuto dalla sua squadra in occasione dei Campionati nazionali universitari di Genova, lo aveva portato a diventare il responsabile della squadra italiana che partecipò ai Mondiali universitari di Parigi del 1928.
Sempre più inserito nel mondo dell’atletica romana, nel 1928 Zauli era entrato nel Comitato laziale della Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL), di cui fu poi commissario nel 1932. Fu coinvolto anche nella formazione della Federazione Italiana dei Medici Sportivi (FIMS), istituita nel gennaio 1930, della quale diventò segretario nel biennio 1941-1942.
Abbandonata la collaborazione con i giornali napoletani, a seguito del suo trasferimento a Roma, nel 1927 divenne redattore sportivo de Il Popolo di Roma e, dall’anno successivo, corrispondente per Il Littoriale. Due anni più tardi, sfruttando il trasferimento del quotidiano sportivo nella capitale, a seguito della nomina del suo fondatore Leandro Arpinati a sottosegretario agli Interni, Zauli venne assunto nella redazione e cominciò anche a lavorare nell’Ufficio stampa del CONI. Nel 1932 venne inoltre nominato Capo dell’Ufficio Stampa della FIDAL, entrando a far parte del suo Consiglio direttivo.
Un anno dopo aver partecipato come dirigente e aiuto allenatore alla trasferta olimpica degli azzurri alle Olimpiadi di Los Angeles 1932 e dopo sei anni di fidanzamento, nel dicembre del 1933, sposò Gabriella Fiori Ratti con cui ebbe due figli: Ludovica, nel 1940, e Leonardo, nel 1943.
Negli anni successivi, oltre a scrivere per Il Littoriale, Zauli diresse l’Ufficio stampa dei Campionati mondiali di calcio maschili ospitati nel 1934 in Italia. In quello stesso anno fu fondatore e membro della Commissione Nazionale per la Stampa sportiva e due anni dopo fu presente ai Giochi di Berlino 1936, dove partecipò anche al Congresso della stampa sportiva internazionale.
Pur non essendo stato un fascista della prima ora, a 35 anni, nel novembre del 1937, Zauli si arruolò come medico nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale e partecipò per dieci mesi alla Guerra civile spagnola, venendo anche decorato con la Croce di Guerra.
Il suo peso nello sport italiano accrebbe a seguito dell’allontanamento di Achille Starace dalla segreteria del Partito Nazionale Fascista e, conseguentemente, dalla Presidenza del CONI. Nel 1939 alla guida dello sport italiano venne infatti nominato Rino Parenti, il quale individuò come suo Segretario generale Puccio Pucci. Fu quest’ultimo, legato da sentimenti di amicizia e stima, a volere Zauli alla guida dell’Ufficio stampa del CONI, una funzione che continuò a svolgere aumentando la sua influenza anche quando, nell’ottobre del 1940, Parenti venne sostituito da Raffaele Manganiello. In quello stesso anno Zauli ricevette da Mussolini la Stella al merito sportivo ed ebbe un ruolo tutt’altro che marginale nella promozione e nella pianificazione del nuovo ordine sportivo internazionale, pensato dall’Asse Roma-Berlino, per preparare quello che si credeva sarebbe stato il futuro assetto postbellico.
Nell’agosto del 1942 come ufficiale medico venne assegnato al Campo di concentramento dell’Isola di Rab, nell’attuale Croazia. Rientrato in licenza a Roma proprio alla vigilia dell’8 settembre 1943, riuscì a destreggiarsi negli anni più tragici della guerra. Con la nascita della Repubblica sociale italiana non seguì il pellegrinaggio del CONI repubblichino prima a Venezia e poi a Milano; ciononostante collaborò con l’ambigua operazione di presidio della sede del CONI romano portata avanti dall’avvocato e amico Claudio Savarese.
Con la liberazione di Roma Zauli riprese a scrivere sul Corriere dello Sport, che dal 7 giugno 1944 aveva sostituito Il Littoriale, e approfittò di questo spazio per prendere pubblicamente le distanze dal fascismo. Pochi giorni più tardi, per dare un ulteriore segno di discontinuità, con un’operazione camaleontica, riunì alcuni esponenti dell’atletica romana, venendo eletto nel comitato di reggenza. Nonostante fosse stato un indiscutibile protagonista dello sport fascista, il Commissario (poi Presidente) del CONI, Giulio Onesti, scelse Zauli come suo braccio destro, probabilmente perché colpito dalla sua profonda conoscenza del sistema sportivo e considerando il fatto che tutto sommato durante il Ventennio non aveva svolto incarichi di vertice.
Oltre alla nomina di segretario generale del CONI, arrivata formalmente solo il 30 luglio 1946, Zauli venne anche eletto, nel marzo del 1946, presidente della FIDAL, carica che mantenne fino al 1957. Nel dopoguerra, quindi, ebbe un ruolo cardine nella ricostruzione dello sport italiano, ma anche nel recupero di alcune figure, ampiamente compromesse col fascismo, a cui era profondamente legato come il Marchese Ridolfi, Mario Saini e Puccio Pucci.
Come segretario generale del CONI Zauli si occupò fra le altre cose della gestione del Totocalcio, della Commissione Impianti Sportivi e dell’organizzazione delle squadre per le Olimpiadi inverali ed estive, nonché dell’organizzazione dei Giochi di Cortina 1956 e di Roma 1960. Un altro tema su cui Zauli si spese con passione fu quello della promozione dello sport e dell’educazione fisica nella scuola. In questo senso vanno ricordate anche la pubblicazione di Italia Sportiva e il suo impegno in favore della creazione, in sostituzione delle Accademie del littorio, dell’Istituto Superiore di Educazione Fisica in cui Zauli ottenne la cattedra di Storia dell’educazione fisica.
Sfruttando una ritrovata legittimità internazionale, in occasione del Congresso che si tenne a Bruxelles nel 1950, Zauli divenne membro della Federazione internazionale di atletica (IAAF) e nel 1962 venne scelto come presidente del Comitato europeo.
Dopo l’eliminazione della nazionale maschile di calcio dalle qualificazioni ai Mondiali del 1958, Giulio Onesti lo nominò commissario straordinario della Federazione Italiana Giuoco Calcio. In questa veste, Zauli portò avanti un’importante riforma sul professionismo, che aggiornò i regolamenti ancora sostanzialmente legati alla Carta di Viareggio del 1926 e tenne a battesimo il Centro tecnico di Coverciano.
Dal giugno 1956 all’aprile 1957 Bruno Zauli fu anche sindaco di Formia, città in cui nel 1955 aveva fortemente voluto realizzare la Scuola Nazionale di Atletica Leggera, da cui uscì Livio Berruti. Oggi la struttura, rinominata Centro di Preparazione Olimpica è titolata a suo nome.
Bruno Zauli morì d’infarto il 7 dicembre 1963 a Grosseto, dove si trovava per inaugurare un campo scuola.
Fra le molte iniziative per ricordarlo, il comitato europeo della IAAF decise di dedicare alla sua memoria la Coppa Europa di atletica leggera, competizione che aveva contribuito a far nascere. Tutti i necrologi pubblicati all’indomani della sua morte enfatizzarono il grande contributo culturale che Zauli aveva offerto al movimento sportivo italiano, ma forse il commento più acuto uscì dalla penna di Gianni Brera che per Il Giorno scrisse: «Vedeva nello sport un mezzo educativo così importante da assurgere a ideale di redenzione patria».
L’atletismo italiano nel 1931: annuario della F.I.D.A.L., Roma 1932; L’atletismo italiano attraverso le cifre della statistica: rassegna dei migliori risultati ottenuti dagli atleti della F.I.D.A.L. durante i sei anni 1927-1932, Roma 1932; Istruzione tecnica ed allenamento degli atleti nella stagione invernale, Roma 1932; Cercando tra il fisico e lo spirito la strada di un nuovo umanesimo, Roma 1952; Breve saggio storico sull’educazione fisica italiana dal Risorgimento ad oggi, Roma 1957; Cinquant'anni di speranze e di lotte per l'Olimpiade di Roma, Roma 1958; Civiltà sportiva: organizzazione dello sport nel mondo, Roma 1958 (con D. Ortensi e A. Liuti); L'olimpiade moderna al bivio di Roma, Napoli 1958; Storia e dottrina dell’educazione fisica, Roma 1960; Contributo materiale e spirituale dell’educazione fisica al Risorgimento italiano, Massa 1961; Essenza del diritto sportivo, Massa Carrara 1962; Venerando Correnti e Olimpionici 1960: ricerche di antropologia morfologica sull’atletica leggera, Roma 1964.
Il CONI e le Federazioni Sportive, Roma 1967; T. De Juliis, Il Coni di Giulio Onesti, Roma 2001; F. Bonini, Le istituzioni sportive italiane: storia e politica, Torino 2006; A. Frasca - G. Onesti. Lo sport italiano, Roma 2012; T. Forcellese, L’Italia e i Giochi Olimpici. Un secolo di candidature: politica, istituzioni e diplomazia sportiva, Milano 2013; S. Giuntini, Sport e Resistenza, Milano 2013; V. Loriga - B. Zauli, L’uomo che celebrò il matrimonio fra cultura e sport, in Spiridon, 2013, n. 291; G. Colasante, Bruno Zauli “Il più colto uomo di sport”, Roma 2015; N. De Ianni, Il calcio italiano 1898-1981. Potere ed economia, Soveria Mannelli 2015; S. Giuntini, Storia agonistica, sociale e politica dell’atletica leggera italiana, Canterano 2017; N. Sbetti, Giochi diplomatici. Sport e politica estera nell’Italia del secondo dopoguerra, Roma-Treviso 2020.