BREZZA
. Ha un significato generale di vento moderato con una velocità dai 2 ai 6 m. al secondo; comunemente ne ha uno più limitato e indica un vento entro i limiti di forza suindicati, ma di carattere locale, di durata breve, non oltre le 12 ore, che si ripete alle stesse ore del giorno, con la medesima regolarità, quando il gradiente barometrico è debole. La brezza è la parte che si manifesta vicino al suolo, di una circolazione interessante uno strato d'aria dello spessore di non oltre 2000 metri, su un percorso in media d'una trentina di chilometri ed è determinata dallo stabilirsi d'una differenza di temperatura fra due regioni contigue. In tale situazione ha luogo un movimento d'aria dalla zona fredda alla calda presso il suolo, e una corrente di ritorno in alto.
Tra la brezza al suolo e la corrente di ritorno in alto si trova una zona di calma, interrotta spesso da raffiche, la cui distanza dal suolo varia da giorno a giorno. La corrente di ritorno non ha la regolarità della brezza al suolo, e raramente ha la direzione nettamente opposta a questa, perché essa spesso è deviata, componendosi col vento di gradiente che a quella quota si fa sentire più forte che in basso. Talora anzi esso è così forte da mascherare completamente tale circolazione locale anche al suolo.
Brezza di terra e brezza di mare (o di lago). - È un vento che spira perpendicolarmente o quasi alle coste del mare o di grandi laghi e trae la sua origine dal disuguale riscaldamento di giorno, e raffreddamento di notte, della terraferma e dell'acqua. Le brezze si alternano con orario e con intensità e direzione regolarmente ogni giorno: al mattino vento da terra, poco prima di mezzogiorno un intervallo di calma, e poi vento da mare; questo, specialmente nei mesi estivi, è più forte di quello da terra e raggiunge un massimo tra le 15 e le 17, per poi affievolirsi e calmarsi verso il tramonto. La brezza di mare penetra una ventina di chilometri (è bene sensibile a Vigna di Valle che dista 18 km. dalla costa), apporta refrigerio durante i calori estivi mantenendo l'aria agitata; nel mare pare interessi una zona minore di 10 km.
Il fenomeno entro i tropici si presenta tutto l'anno; nelle zone temperate, e in particolare nel bacino mediterraneo, manca quasi del tutto nell'inverno e durante i periodi di mal tempo o nell'imminenza di questo, tanto che l'assenza di brezza è assunta come uno dei più sicuri segni precursori del cambiamento di tempo.
Brezza di monte. - È un vento spirante di notte e alle prime ore del mattino da monte a valle, dovuto allo scendere verso il basso dell'aria raffreddatasi in alto a contatto col suolo la cui temperatura si è notevolmente abbassata per l'irraggiamento notturno, più intenso nell'atmosfera più diradata.
Brezza di valle. - Soffia lungo le valli verso l'alto nelle ore pomeridiane, specialmente quando esse sono orientate secondo il meridiano, poiché la parte più alta, meglio esposta al sole, si riscalda più fortemente che le parti in basso.
Brezza di ghiacciaio. - Scende lungo il ghiacciaio e trae la sua origine dal raffreddamento dell'aria a contatto col ghiaccio.
La brezza di monte e quella di ghiacciaio possono essere classificate come esempio di vento catabatico e assumere talora violenza notevole.
Bibl.: M. Tenani, Ricerche sulla oscillazione diurna della velocità del vento a diverse altezze dal suolo, in Atti e Mem. R. Acc. de' Lincei, XIX; R. Giacomelli, La brezza di terra e di mare a Vigna di Valle, in Riv. it. di aer., 1915; G. Crestani, Meteorologia aeronautica, Milano 1919.